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La strana storia del perché Mogol si chiama Mogol

Come nasce un nome d’arte? E in che modo questo può segnare la vita di un artista? Lo sa bene Giulio Repetti, paroliere (di gran parte dell’opera di Lucio Battisti), autore, produttore e oggi Presidente della Siae, conosciuto dai più con il nome di Mogol. È stato lui stesso, assieme a Gianni Letta, a spiegarne la storia.
A cura di Redazione Music
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Mogol (LaPresse)
Mogol (LaPresse)

Tutti quanto sanno chi è Mogol, nome d'arte di Giulio Rapetti, paroliere e produttore noto nel nostro paese grazie al fortunato sodalizio che lo ha visto legato per moltissimo tempo a Lucio Battisti, con cui ha condiviso gran parte della carriera, dando vita ad alcune delle canzoni più amate della storia d'Italia, da "La canzone del sole" a "Una donna per amico", c'era sempre Mogol dietro i testi del cantante romano, ma nella sua lunga carriera ha collaborato anche con artisti come Gianni Morandi, Riccardo Cocciante, Mango, Mina, Ornella Vanoni, Minghi, Patty Pravo, Bruno Lauzi e tanti altri. Oggi Mogol continua a scrivere, è il fondatore del CET, associazione no profit nata "con lo scopo di valorizzare e qualificare principalmente nuovi professionisti della musica pop, persone sensibilizzate all'importanza della cultura popolare e alle esigenze etiche della comunicazione" e soprattutto è il Presidente della Siae.

Il nome d'arte inventato dalla Siae

Proprio in occasione della presentazione dell'Annuario 2018 della Società degli autori e degli editori, Gianni Letta e lo stesso paroliere hanno raccontato un aneddoto sulla nascita del nome d'arte di Repetti. A dare il là è stato proprio l'ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri che ha spiegato come il nome Mogol sia stato, in effetti, inventato dalla Siae: "Era il 1959, Giulio Rapetti fece domanda di iscrizione alla Siae chiedendo di assumere un nome d'arte, peccato che non ne aveva in mente uno preciso, inviò alla Siae una lista di 120 nomi e alla fine furono i funzionari a sceglierne uno".

Un nome che ha fatto la Storia

Lo ricorda molto bene anche lo stesso autore, che nel siparietto interviene per specificare quello che avvenne: "Io che non ricordo quasi niente, questa cosa qui ce l'ho scolpita nella memoria: quando mi arrivò la lettera della Siae e lessi quel nome, Mogol, mi prese uno scoramento totale… Pensai, oddio, un nome cinese! Mi calmai solo convincendomi che nessuno sarebbe venuto a saperlo". E invece, il nome Mogol oggi è un pezzo di Storia della musica italiana e lui stesso è ‘costretto' ad ammetterlo: "Alla fine mi sono ricreduto, quel Mogol mi ha aiutato davvero, è un nome che una volta che lo senti non lo dimentichi più".

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