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Festival di Sanremo 2020

La storia di Vacanze romane, capolavoro dei Matia Bazar a Sanremo 1983

Il grande classico dei Matia Bazar, cantato dall’inconfondibile voce di Antonella Ruggero e scritta da Giancarlo Golzi e Carlo Marrale, fu pubblicata nel febbraio del 1983. In occasione della settantesima edizione del Festival di Sanremo Marco Masini e Arisa la eseguiranno sul palco, omaggiandola.
A cura di Andrea Parrella
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La 70esima edizione di Sanremo celebrerà la storia del Festival con la terza serata, denominata "Sanremo70", nel corso della quale i Big in gara riproporranno i brani più celebri della storia della kermesse canora. Tra questi c'è "Vacanze Romane", canzone portata in gara dai Matia Bazar a Sanremo nel 1983 e riproposta al Festival 2020 da Marco Masini e Arisa, che la eseguiranno proprio nel corso della serata di giovedì 6 febbraio.

La canzone, scritta da Giancarlo Golzi e Carlo Marrale, fu pubblicata nel febbraio del 1983 nel 45 giri Vacanze romane/Palestina e inserito nell'album Tango. Viene ricordato come un brano di grande rottura per la capacità di saper unire alla classicità della voce di Antonella Ruggiero gli arrangiamenti elettronici del tastierista Mauro Sabbione, dando vita non solo a una delle canzoni più note dei Matia Bazar, ma a un pezzo la cui bellezza è determinata proprio dall'incontro tra elementi sonori apparentemente antitetici. "Vacanze Romane" fu presentata al Festival di Sanremo 1983 e, classificatosi al quarto posto, si aggiudicò il Premio della Critica.

Il testo di Vacanze Romane

Roma, dove sei? Eri con me
Oggi prigione tu, prigioniera io
Roma, antica città
Ora vecchia realtà
Non ti accorgi di me e non sai che pena mi fai
Ma piove il cielo sulla città
Tu con il cuore nel fango
L'oro e l'argento, le sale da te
Paese che non ha più campanelli
Poi, dolce vita che te ne vai
Sul Lungotevere in festa
Concerto di viole e mondanità
Profumo tuo di vacanze romane

Roma bella, tu, le muse tue
Asfalto lucido, "Arrivederci Roma"
Monetina e voilà
C'è chi torna e chi va
La tua parte la fai, ma non sai che pena mi dai

Ma Greta Garbo di vanità
Tu con il cuore nel fango
L'oro e l'argento, le sale da te
Paese che non ha più campanelli
Poi, dolce vita che te ne vai
Sulle terrazze del Corso
"Vedova allegra", máìtresse dei caffè
Profumo tuo di vacanze romane

Il significato di Vacanze Romane

Il titolo della canzone, che richiama il film omonimo degli anni Cinquanta con Gregory Peck e Audrey Hepburn, è sintomatico della direzione in cui va il testo della canzone, quella di evocare la bellezza perduta della Roma di un tempo. Tanti i riferimenti alla musica, al cinema e al costume che hanno caratterizzato la città e che appartengono in qualche modo al passato. La visione è quindi nostalgica ed evocativa di una grandezza e una magnificenza che è andata poi perduta col passare del tempo.

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