La Sesiòn Cubana di Zucchero trionfa all’Arena di Verona
Tre sold out consecutivi all’Arena di Verona, tre serate in cui respirare emozioni, il pubblico entusiasta e presente nonostante la pioggia. Se il buongiorno si vede dal mattino, il “Sesiòn Cubana” World Tour di Zucchero sembra partire sotto i migliori auspici. Il calendario del tour è in costante aggiornamento, con richieste che crescono giorno per giorno. L’artista, infatti, ha affermato: “Certo, il calendario è molto stretto e si suona quasi tutte le sere, praticamente dormo e suono, suono e dormo; ma questo è un tour costoso, e bisogna ottimizzare. Del resto dallo sfizio cubano è nato un progetto, il disco è andato molto meglio del previsto e abbiamo pensato che valesse la pena battere il ferro”. Dopo la tappa veronese è seguito l’incontro con i giornalisti, dove Fornaciari si è dimostrato l’uomo schietto e senza peli sulla lingua, di sempre. Come quando ha affermato:
“E basta con questa Volare! L’ho sentita dappertutto, a Papeete e in Nuova Caledonia. Sarà stata rivoluzionaria ma è ormai uno stereotipo, sembra sempre che non abbiamo altro da cantare, in Italia. All’estero siamo pizza, mandolini, spaghetti, mafia e ‘Volare’… possibile che in più di cinquant’anni non ci sia stata un’altra canzone con la quale identificare l’Italia?”
Zucchero è entusiasta dei concerti tenuti a Tahiti e in Nuova Caledonia. Hanno soddisfatto la sua ricerca della sfida. L’artista vorrebbe suonare in posti in cui non è mai stato. Per ottobre, infatti, sta organizzando dei concerti anche in Patagonia, Argentina e in futuro anche in Giappone.
“Dopo il tour, voglio andare a suonare senza guardare all’aspetto del business e del successo, e ho detto al mio manager: “preparati, hai già guadagnato troppo”. Vado nei posti dove gli italiani non vanno. La tv argentina in autunno girerà uno speciale su di me in Patagonia, stanno organizzando un concerto al ghiacciaio Perito Moreno, in ottobre”.
Anche le vacanze saranno caratterizzate dalle note della sua musica:
“Non voglio più prender le cose seriamente, da anni pensavo a un viaggio coast to coast negli Usa, poi ci ho riflettuto. Se vado in vacanza, dopo tre giorni mi rompo. Così, la traversata la farò suonando e viaggiando con uno sleeping bus. 35 concerti, suoniamo in quartetto. Me l’hanno messo su senza problemi il tour, laggiù: quando fai due sold out alla Carnegie Hall, ti guardano in modo diverso”.
Sui talent show dichiara:
“I vocal coach devono morire! A The Voice of Italy tengo d’occhio Veronica De Simone, che fra l’altro è di Massa Carrara”
Prima di concludere la chiacchierata, il pensiero torna ai sogni d’infanzia:
“E pensare che da ragazzo il mio sogno più grande era diventare il fonico dei Nomadi!”