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La rivoluzione di Luchè in DVLA: “Vince solo chi ha il coraggio di esistere veramente”

Dopo il successo di “Potere”, Luché si rimette per l’ennesima volta in gioco con il nuovo album “Dove volano le aquile”.
A cura di Vincenzo Nasto
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Luché 2022, foto @luche_official Instagram
Luché 2022, foto @luche_official Instagram

Contrasto è una delle parole più ricorrenti che si possano trovare nelle dichiarazioni di Luca Imprudente, il vero nome del rapper campano Luchè. E non bisogna per forza fare voli pindarici verso il suo passato musicale, ricco di storie, soprattutto mancate. Anche solo la comunicazione attorno al nuovo progetto "Dove volano le aquile", dimostra quanto l'artista napoletano viva un processo di continuo confronto con sé stesso e con il mondo esterno: ha ancora la necessità di rientrare in una cerchia ristretta di artisti che faranno parte delle future leggende del rap italiano? No, il suo passato con i Co'Sang e i suoi dischi singoli gli hanno ritagliato già quella posizione. E allora qual è la direzione di "Dove volano le aquile"? Dove vuole arrivare il rap italiano? Cos'è il rap italiano nell'industria discografica e nell'immaginario collettivo?

La riflessione di Luchè nasce e si interseca su più canali e fonti. Il prossimo 1° aprile "Dove volano le aquile" potrebbe rappresentare l'uomo che abbandona il mercato in cui è inserito, l'ultima testimonianza del rapper come lo abbiamo imparato a conoscere. Il suo bisogno espressivo si era già notato nella sua intervista per GQ Italia di Tommaso Naccari, quando ha parlato del suo rapporto con l'etichetta discografica, abbandonata dopo anni di successi. La firma con la Columbia arrivata dopo il biennio pandemico, risulta il passo successivo nella sua carriera, che ha però ricevuto pochi spotlight mainstream, rispetto alla platea di ascolto e alle sue certificazioni. "Il giorno dopo", autobiografia uscita in concordanza con la deluxe di "Potere" da cui prende il nome, è stata anche l'occasione per l'artista di condividere momenti intimi. Le insicurezze e l'amore per un genere musicale che non ha posto le sue radici in Italia, secondo Luchè, ma che è diventato l'ennesimo seme da innesto che ha foraggiato le classiche pop nazionali.

Poi sei giorni fa il primo video sul suo profilo Instagram. Un monologo interpretato dall'attore campano Marco D'Amore, protagonista della serie Tv "Gomorra". Ad annunciare i titoli della tracklist di "Dove volano le aquile", Luchè rinnova la sua narrazione, la pone al centro di una discussione sull'essere in bilico. Abbandonare la comfort zone, la crescita attraverso i contrasti, sono il lato su cui puntare il faro in questo suo nuovo episodio musicale. C'è il richiamo a Maradona, esemplare figura di contrasto sociale, come Napoli e l'appropriazione culturale che ha subìto, soprattutto nella pop culture degli ultimi anni. Solo 24 ore e il microfono passa al comico Alessandro Siani: la riflessione si concentra sul senso della vita e sull'imposizione sociale di un ruolo fisso. Il monologo termina con: "L'unica soluzione è continuare a vivere, sporcandosi le mani con la vita, perché alla fine vince solo chi ha il coraggio di esistere veramente".

L'ultimo monologo è la rappresentazione del contrasto nel suo aspetto semantico più ampio: nelle parole interpretate da Belen Rodriguez ci sono forza e insicurezza, ci sono sé stesso e gli altri. Ci sono l'immagine e la parola, ci sono la sconfitta del passato e la vittoria del futuro. E in tutto questo c'è anche la tracklist del progetto: 16 tracce, di cui una bonus, "Topless" con Coco prodotta da Geeno. All'interno alcuni titoli, introdotti nei tre video di presentazione, ma soprattutto una varietà nelle collaborazioni che raccoglie quanto di buono Luchè ha seminato negli ultimi anni. La sua partecipazione alla quasi totalità dei progetti più importanti in Italia, gli ha permesso di avere nel disco un parterre di artisti incredibile: da Elisa a Madame, da Marracash a Ernia, da Gué a Noyz Narcos, senza dimenticare i vicini Geolier, Coco ed Etta. C'è rabbia, c'è amore, c'è la voglia di raggiungere un obiettivo e di aprire a una cultura, più che a un mercato che l'ha riconosciuto: andare lì, dove volano le aquile.

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