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La magia del Siren Festival 2016: 5 momenti per cui valeva la pena esserci

Terminata la terza edizione del Siren Festival di Vasto, il risultato complessivo è ancora una volta positivo per una rassegna che sta consolidando le cose migliori mostrate in questi anni (line up, location, attività laterali) e sta testando quelle che potrebbero essere novità interessanti per la prossima edizione.
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C'è un festival, nel cuore dell'Abruzzo che in tre anni ormai è riuscito a diventare un piccolo must, in grado di mettere su una line up che nonostante la varietà stilistica riesce puntualmente a mettere d'accordo diverse migliaia di persone che ciclicamente, ormai, affollano per quattro giorni la città di vasto. Anche quest'anno l'appuntamento era da non perdere, per la musica, certo, ma anche per una serie di attività laterali – come la gita in bicicletta con l'ex Sonic Youth Lee Ranaldo – e la possibilità, nelle ore di off, di potersi godere sole, mare e spiaggia. Stiamo parlando, chiaramente, del Siren festival, la quattro giorni di musica organizzata dalla DNA Concerti di Pietro Fuccio e dal suo socio americano Louis Avrami che nonostante qualche difficoltà logistica hanno fortemente voluto e lottato per creare un evento che anche quest'anno ha ricevuto ottime critiche.

Chi ha vissuto l'aria del Siren sa di cosa stiamo parlando (ve lo descrivemmo anche all'indomani della prima edizione, quella che vide protagonisti The National, Mogway e John Grant, tra gli altri) e quest'anno c'è stato un passo avanti sia nell'organizzazione che nel pubblico che pian piano aumenta, facendo di Vasto una delle città in cui ritrovarsi ciclicamente nei weekend di luglio. La line up alternava con nomi come quelli di Editors e The Notwist, passando per Calcutta, I Cani, Thurston Moore, Josh T. Pearson e una serie di giovani artisti italiani e ha dovuto fronteggiare la cancellazione del concerto di Gold Panda per motivi di salute.

Nei giorni scorsi vi avevamo dato una piccola guida ragionata per godere al meglio dell'edizione 2016. Qui, invece, vi segnaliamo 5 momenti che hanno caratterizzato l'edizione e che vi danno l'idea di quello che potrà succedere nel 2017:

Editors

Quello della band di Tom Smith era senza dubbio il concerto più atteso di quest'anno e gli inglesi non hanno deluso. Difficile aspettarsi meno da una band che, arrivata con 5 album alle spalle è senza dubbio uno dei nomi più noti del rock mondiale e l'energia sul palco è di quelle che ti fa tornare a casa con la sensazione che ne è valsa la pena. Molto apprezzato dal pubblico anche il bis che ha visti Smith esibirsi in una versione piano e voce di Dancing in the Dark. Insomma, la scelta degli Editors conferma una tradizione che vuole il Siren tornare alla vena rock che aveva portato anche una band come i National il primo anno.

Cosmo

Delirio. È questa forse l'unica parola possibile per descrivere quello che ha combinato Marco Jacopo Bianchi venerdì 22. Autore di uno degli album più interessanti di questo 2016 Cosmo è stato autore di un live tiratissimo, finito con la gente che ha invasi il palco, cantando a squarciagola e chiudendo con una "L'ultima festa" da brividi nonostante un inconveniente tecnico che non ha distrutto la magia. ma quello di Cosmo è un modo per confermare la scelta azzeccata di aprire sempre più un palco di italiani alla città, dal momento che anche Motta e gli altri non sono stati da meno. Se non ci credete, beh, date uno sguardo a questo video.

Concerti in giardino

Il sole che tramonta alle spalle, il Giardino d'Avalos, la gente seduta a terra nella frescura, e soprattutto i musicisti in acustico che rendono dolce il tardo pomeriggio del festival. Quelli ai giardini sono risultati da sempre molto apprezzati dal pubblico e indipendentemente dalle esibizioni, ormai è diventato un appuntamento fisso. Se poi ci aggiungiamo la classe di una come Joan Thiele (lei per tutti) allora la serata diventa un po' più magica.

La Chiesa di San Giuseppe

Abbiamo detto ‘appuntamento fisso'?, e allora segnatevi anche il concerto della domenica nella Chiesa di San Giuseppe. Quando abbiamo sentito Pietro Fuccio, un mesetto fa, ci aveva detto che "nel momento in cui hai l'occasione di avere a disposizione una Chiesa ovvio che la sfrutti" e così quello domenicale è diventata la chiusura perfetta e con un contenitore del genere, però, bisogna essere in grado di scegliere l'artista giusto. Josh T. Pearson lo è, grazie alle atmosfere folk, all'intimità che raggiunge il suo estremo proprio in quella Chiesa gremita di fan ammirati e a cui non resiste neanche lui che a un certo punto non ce la fa… e si commuove.

I concerti sul balcone

Talvolta i balconi di Vasto erano stati usati per dedicare serenate (lo fece Matt Berninger nel 2014 dopo aver attraversato il pubblico in festa), ma quest'anno gli organizzatori hanno pensato che poteva uscirne un format interessante e così i terrazzini sono stati usati per improvvisare mini set live. E così, alzando la testa al cielo, poteva capitare di beccare Motta, Pearson o la Thiele esibirsi a qualche metro d'altezza. "Alzate la testa al cielo" avevano detto quelli del Siren e chissà che questo primo esperimento non possa diventare un vero e proprio format a sorpresa. Un regalo fatto,di volta in volta, a chi decide di passare con loro qualche giorno estivo.

Con la collaborazione decisiva di Diletta Parlangeli

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