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La guida a An evening with Silk Sonic, il soul funky anni ’70 di Bruno Mars e Anderson Paak

Una guida al joint album di Bruno Mars e Anderson. Paak, i Silk Sonic: un viaggio negli anni ’70 con “An evening with Silk Sonic”.
A cura di Vincenzo Nasto
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Siete pronti per un viaggio mitico negli anni 70 funky negli Stati Uniti? Indossate le cuffie, perché se c'è un segreto abbastanza riconoscibile al primo ascolto per il successo avuto (e che avranno) dai Silk Sonic composti da Bruno Mars e Anderson .Paak è il ritorno al passato. Da poche ore è stato pubblicato il primo joint album tra i due artisti statunitensi, ma se ci fosse bisogno di un biglietto da visita per il progetto, basta vedere i numeri di Spotify: i tre singoli che anticipato l'album "An evening with Silk Sonic", hanno totalizzato oltre 700 milioni di streaming, con "Leave the door open" in grado di estendersi e di declinarsi in qualsiasi piattaforma social: dal successo su Instagram all'invasione su TikTok del brano, che ha ottenuto oltre 1,7 milioni di video con la canzone in sottofondo. Un disco classic in tutte le sue caratteristiche, dalla durata, appena nove brani per 31 minuti di musica, ma anche il titolo sembra essere uscito dal passato. A proposito del titolo e di uno degli ospiti più importanti nel disco, il nome "An Evening with Silk Sonic" è stato scelto dalla leggenda del basso americana Bootsy Collins, anche membro della band di James Brown, che ritroviamo anche in una delle tracce del progetto, ovvero "After Last Night" con Thundercat, altra figura soul leggendaria del panorama americano. Proprio Bruno Mars e Anderson .Paak hanno raccontato che Bootsy Collins, dopo aver ascoltato buona parte della traccia ha deciso di proporre questo titolo ai due artisti, rimanendo affascinato dal tipo di esecuzione e formazione musicale dei due artisti. Piccola postilla: alla produzione del progetto, esattamente al violino nel brano "After Last Night", c'è anche un pezzo d'Italia con il classe '87 Luigi Mazzocchi.

Il tributo all'atmosfera soul funk black anni '70

Pescare in una cultura musicale così ricca e variegata come il ventennio 1960-1980 negli Stati Uniti sembra esser stata un'impresa per i Silk Sonic, ancora di più quando ci si accorge di avere il bassista dei P-Funk Bootsy Collins nel proprio progetto. E infatti, i nove brani sono pieni di riferimenti musicali, quasi tributi, a canzoni come "Jungle Boogie" dei Kool & the Gang, oltre a "Love Rollercasters" degli Ohio Players: ma anche cori armoniosi e gospel, archi e una strumentazione analogica che ha permesso al progetto di avere un sound unico. Una proiezione musicale da teatro o club privato, più che da concerti all'aperto, un suono in grado di pervadere un ambiente chiuso e di riportare le lancette dell'orologio indietro. Tolta l'introduzione del primo brano, l'album sembra riferirsi appositamente a una cerchia ben precisa di pubblico, come "Leave the door open" e "Blast off", ultimo singolo del progetto, in cui le melodie lente avvantaggiano le qualità canore di Bruno Mars, più che di Anderson .Paak. Una decisione che si ripropone in quasi tutte le tracce del progetto, tranne che in "777" in cui le chitarre elettriche non smettono di creare ritmo, e in cui il rapper decide di rendere più veloce il suo cantato, risultando più energico sulla traccia con un flow particolare: la scelta di interrompere il suo crescendo vocale alla fine di ogni sua strofa, sembra riprodurre il suono di un assolo di chitarra. Una sensazione che premia l'assoluto lavoro nel missaggio del progetto, pulito anche nel suo caos.

Il ritorno della figura del musicista da club e la voce di Bootsty Collins

Tra i fumi della Purple haze, varietà famosa di cannabis, a cui i due si riferiscono in "Leave the door open" e quelli del barbecue in "Skate", "An evening with Silk Sonic" riesce a trasportarti anche attraverso le immagini in un'atmosfera unica, anche in volo come nella terza traccia "Fly as Me". Il brano si concentra sul racconto dei due artisti, che dopo esser diventati musicisti, cercano una donna che li lasci volare e che possa godersi momenti splendidi assieme, come quando si viene accolti come il sindaco di una città in un locale. Un altro elemento importante è quello della band e del musicista, una figura che risale ai quartet jazz e che rimanda all'idea di condivisione e "crib". Una particolarità del brano è anche la comparsa del rapper Big Sean tra i credit del disco, molto probabilmente legato alla scrittura di una strofa. Ci si sposta in camera da letto per "After the last night", la collaborazione con Thundercat e Bootsy Collins, che racconta la passione travolgente dei due protagonisti, determinati a ritrovare e tenersi stretta la donna con cui hanno passato la loro ultima notte. Tra gli archi, i cori e la voce di Bootsy Collins il brano si avvolge su sé stesso e cambia ritmo almeno tre volte: a rendere possibile il tutto il lavoro al piano di D'Mile, uno dei produttori più importanti del disco e le percussioni di Charles Moniz.

Il dolore della separazione in Put on a smile

Poi è il momento di "Smokin Out the Window", che come hanno affermato gli artisti è il primo singolo che hanno scritto insieme e forse uno dei brani in cui le delusioni amorose vengono raccontate con rabbia, dopo che le proprie partner hanno utilizzato gli artisti solo per i benefici economici. Il senso di frustrazione viene "fumato" fuori dal finestrino dell'auto, per Anderson .Paak fuori dal "Benzo", alla ricerca della prossima donna che possa farli volare. E infatti arriviamo al pezzo più triste del progetto, anche l'unico in cui solo i Silk Sonic sono gli unici ad aver messo le mani sul testo: stiamo parlando di "Put on a smile". Il brano, tra le percussioni della batteria e un ritmo intimo grazie ai piatti suonati dallo stesso Anderson .Paak, riesce a restituire tutta la tristezza dei due artisti, dopo esser stati lasciati dalla propria partner. Come ha rivelato Bruno Mars nell'intervista a Zack Lowe di Apple Music: "Avevo una canzone che ho suonato per Andy e ho detto, cosa ne pensi di questo? Lui ha detto che faceva schifo. Ricomincio a cantarla di nuovo e lui si mette dietro alla batteria ed è allora che la magia accade. Quindi abbiamo inventato questo gancio e questi accordi ed è allora che abbiamo iniziamo a capirne le potenzialità, quando tutto ha iniziato a muoversi in studio. La canzone inizia a suonare davvero bene ora. Non voglio rovinare tutto, quindi chiamo Babyface per sapere se ho ottenuto qualcosa di buono e lui mi dice, tutto questo è strano. Per tutti noi finire in questa canzone insieme è stata una delle mie esperienze preferite in questo album".

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