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La guerra tra Fedez e il Codacons continua: “Cosa succede a dare una mano in un momento difficile”

La guerra tra Fedez e il Codacons continua e questa volta è Fedez che su Twitter mostra ai suoi fan la notificazione di atti giudiziari che gli è arrivata da parte dell’associazione dei consumatori: “Sempre bello ricevere queste onorificenze per aver cercato di dare una mano in un momento difficile” ha scritto il rapper.
A cura di Redazione Music
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La guerra tra Fedez e il Codacons continua e questa volta è Fedez che su Twitter mostra ai suoi fan la notificazione di atti giudiziari che gli è arrivata da parte dell'associazione dei consumatori. La querelle con il rapper milanese va avanti da qualche mese e ha a che fare con le donazioni per l'emergenza coronavirus, con botta e risposta continui che hanno portato, appunto, anche in Tribunale oltre a una "battaglia" via social che va avanti ormai da qualche mese. Il rapper dovrà rispondere, davanti ai giudici di diffamazione, calunnia, associazione a delinquere, violenza, minacce plurime e induzione a commettere reati.

La notifica della querela a Fedez

Oggi Fedez ha confermato che il Codacons ha ufficialmente inviato la notificazione della querela e quindi toccherà difendersi ufficialmente. E lo ha fatto con un commento tra l'ironico e l'amaro in cui mostra la busta che gli è stata recapitata: "Sempre bello ricevere queste onorificenze per aver cercato di dare una mano in un momento difficile. Grazie Codacons, grazie Italia" ha scritto nel tweet, rilanciato anche sugli altri social. Con la sua campagna Fedez, Chiara Ferragni e tutti coloro che avevano donato erano riusciti a far costruire il nuovo reparto di Terapia intensiva in 12 giorni.

La battaglia tra il rapper e il Codacons

Il Codacons aveva cercato di indagare sulla campagna lanciata dal cantante e dalla moglie Chiara Ferragni per donare un nuovo reparto di terapia intensiva all'Ospedale San Raffaele di Milano, ponendo dubbi sulle commissioni imposte dalla piattaforma GoFundMe. In tutta risposta il rapper oltre a difendersi, spiegando che quella è una delle piattaforme più utilizzate al mondo, aveva denunciato che i soldi di una raccolta fondi lanciata dall'associazione per contrastare il coronavirus finivano direttamente nelle casse dell'associazione che, a sua volta, aveva spiegato che "raccogliamo fondi per le denunce, diffide, ricorsi in questo momento di emergenza".

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