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La “Favola Nera” di Tommaso Primo: “La destra peggiore vuole prendersi Napoli”

Tommaso Primo racconta la sua “Favola Nera” a Fanpage.it: ”Un disco dedicato al cinema di Capuano, alla letteratura di Malaparte e Lanzetta, al lato oscuro di Napoli”. Una città che nel futuro prossimo ha le elezioni: “Siamo nel punto più basso della nostra storia. Voterò a sinistra come sempre. Maresca? Non riesco a capire come il magistrato che ha arrestato Zagaria, possa mettersi con la destra peggiore d’Europa”.
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Tommaso Primo racconta a Fanpage.it la sua "Favola Nera". Quarta release dopo l'Ep "Posillipo Interno 3" (2013) e gli album "Fate, sirene e samurai" e "3103", tutti prodotti da FullHeads/AreaLive, questa volta il cantautore "tropicalista-napoletano" indaga le miserie più basse dell'animo umano. Parla di puttanieri e di puttane – "Madonna Nera" in featuring con Roberto Colella de La Maschera – parla di pedofilia – in "Vico Pace" con Peppe Barra – si sporca le mani in nove tracce che racchiudono tutto e il suo contrario e che trova in "Cavalleggeri è New York nella testa di Laura" la sua instant classic al punto da stuzzicare anche Alessandro Siani, che a Cavalleggeri c'è nato e cresciuto: "Mi ha detto che finalmente non è soltanto Tommaso Primo, ma è il primo Tommaso. Lui mi sostiene da sempre". E poi la dimensione dal vivo, dove la voce di Tommaso conosce bene come scaldare il cuore, con un tour in Italia.

Tommaso, io partirei da quello che è successo il 24 luglio. In un momento in cui è problematico fare un concerto, sei riuscito a creare un momento incredibile con le canzoni cantate in mezzo al mare, a Marechiaro. 

È stata la tappa più stressante della mia vita. È stata una idea bellissima, venuta a Luca De Martino di Sii turista della tua città, ma è stato anche complicato avere a che fare con tutte le persone che gestiscono il mare in questa città. Poi c’era il G20 in quelle giornate ed è stato molto complesso. Avevamo 2000 adesioni, lo abbiamo fatto con 500.

Quali sono state le difficoltà?

È stato stressante proprio cantare sulla barca, cantavamo e oscillavamo a destra e sinistra con un amplificatore che se arrivava un’onda, eravamo fritti. Ma è stato carino e si è messo in atto una problematica: vivere il mare in questa città.

È complicato?

Sì, perché il mare è oligarchico per i napoletani. O si privatizza o si trascura. Alla Gaiola non si scende quasi più e non abbiamo spiagge pubbliche. C’è solo Mappatella Beach. Poi ci siamo anche noi rovinato Nisida, il litorale flegreo, il litorale domitio. Abbiamo uno strano rapporto con il mare.

Prima di parlare di "Favola Nera" – è paradossale, perché sarò costretto a farti fare un passo indietro – vorrei provare un attimo ad aprire una parentesi con te sulla questione climatica. Una questione che ti è molto a cuore e che hai sviluppato in "3103". Tu quel disco lo chiami "figlio incompreso".

“3103” è stato un figlio incompreso, perché tutti si aspettavano il sequel di "Viola" e invece avevo un'esigenza. Non credevo di manifestarla in maniera così pressante. Io volevo solo cercare di anticipare i problemi futuri. Quel “3103” alla fine è stato racchiuso in questi tre anni: è un disco che ha previsto la pandemia, ha previsto il lockdown – pensa a “Cassiopea” – ha previsto Kabul. E in quel disco c’era un brano che si chiama “Madre Natura”, di quest’uomo che non sa tenersi il più grande bene che ha, che è la Natura. L’essere umano deve capire che quello che succede a Fukushima, quello che succede in Australia, ha degli effetti anche sotto casa sua.

Il clima, gli incendi: a Olbia, Salmo fa un concerto gratuito di "beneficenza" per la Sardegna e lo fa in barba a tutte le regole. Come ti poni su questo?

Partiamo dall’assunto che la musica è l’ultima ruota del carro in questo paese. Dopodiché, non è stata una cosa regolare ma gli stessi eventi cosiddetti regolari non avvengono in una cornice che appare regolare. Penso al concerto di Manu Chao a Cerveteri con il sindaco che è salito sul palco e ha invitato tutti a distanziarsi, no? Salmo ha sbagliato perché tutti stiamo facendo grandi sacrifici, però ha fatto un po’ il “taglio di Fontana” sul quadro. Ha squarciato la tela.

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Ora parliamo di "Favola Nera". È forse il disco più napoletano tra i tuoi. Il più viscerale, il più autentico. 

“Favola Nera” è dedicato al cinema di Antonio Capuano, alla letteratura di Lanzetta e di Malaparte, alla poetica di Ferdinando Russo e al teatro di Raffaele Viviani. Ci tenevo a fare una ricerca su questo lato oscuro di Napoli. È frutto di un percorso umano. Ho deciso di scendere nel bassoventre della città, l’ho fatto anche perché ho avuto grande difficoltà ad andare avanti dopo il secondo disco. Ho deciso di andare a scavare, di vivere la Napoli del sottofondo. Ho incontrato e conosciuto prostitute, ho conosciuto ragazzini che scappano di casa, transessuali, camionisti. Ho vissuto una realtà e l’ho fatta entrare nel disco.

"Le ragazze di Via Argine" che sono accreditate nel disco…

Le ragazze di Via Argine sono realmente prostitute. Per loro è stata una luce. Loro sono scappate dai loro luoghi per cercare l’Occidente. Facendole partecipare a questo progetto, un po’ hanno esaudito questo sogno. Volevo raccontare delle cose e volevo farle con queste ragazze.

Come sei entrato in contatto con loro?

Le ho avvicinate portando le pizze. Non è stato facile, anche perché c’era sempre un energumeno a controllarle. Un giorno mi si avvicina, lui portava una pistola e voleva per forza che io la guardassi, la prendessi. E io l’ho fatto prendendola con un fazzoletto per evitare di lasciare impronte. Quando ho fatto questo gesto, lui rimase colpito da questa cosa e da quel momento sono entrato in una serie di circuiti. Sono riuscito a legare con queste persone.

Parliamo di "Cavalleggeri è New York nella testa di Laura". So che Alessandro Siani ti ha fatto i complimenti per la canzone.

Sì, lui mi ha detto: finalmente non è soltanto Tommaso Primo, ma è il primo Tommaso. Lui mi sostiene da sempre. Poi Alessandro è di Cavalleggeri, quindi la canzone gli è piaciuta molto.

Anche Gigi D'Alessio è di Cavalleggeri…

Anche Oscar Di Maio. Mi disse Alessandro che anni fa si incontrarono tutti e tre in un bar di quelle zone e dissero: "Cavalleggeri deve cambiare" (sorride). 

Qual è il futuro di Tommaso Primo?

Tra le prossime scommesse che vorrei fare, probabilmente l’ennesima scommessa perdente, è cercare di creare favole in musica, trovare una commistione con il teatro, scrivere una fiaba per il teatro. Sperando che la gente possa ancora sostenermi.

Tra pochi mesi ci sono le elezioni a Napoli. Cosa succederà? 

Napoli è nella fase più ‘down’ della sua storia. Non mi rispecchio in questa città, culturalmente e socialmente non riesco proprio ad associarmi. È lontana dalla città che mi appartiene. Questa città non può salvarsi. Voterò a sinistra come sempre e una sola cosa è certa: non posso assolutamente votare la peggior destra d’Europa. Quella italiana, è la peggior destra degli ultimi 50 anni. Non riesco a capire come un magistrato che ha arrestato Zagaria, si trova a rientrare in una coalizione fatta dalla Meloni, da Salvini, da quella mummia di Berlusconi, che ha ucciso il capitale umano del nostro Paese.

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