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La crisi economica per il Covid-19 costringe alla chiusura Q Magazine

Il Covid-19 miete un’altra vittima, ma questa volta non ha a che fare con alcun personaggio in carne e ossa dell’ambito musicale, ma con una rivista. In un tweet, infatti, il direttore di Q Magazine, Ted Kessler, una delle riviste storiche del panorama musicale inglese e non solo,m ha annunciato la fine delle pubblicazioni.
A cura di Redazione Music
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Il Covid-19 miete un'altra vittima, ma questa volta non ha a che fare con alcun personaggio in carne e ossa dell'ambito musicale, ma con una rivista. In un tweet, infatti, il direttore di Q Magazine, Ted Kessler, una delle riviste storiche del panorama musicale inglese e non solo, ha annunciato la fine delle pubblicazioni. Quella del prossimo 28 luglio, quindi, sarà l'ultimo numero della rivista che ha scritto pagine importanti per quanto riguarda il panorama musicale internazionale: "Ho alcune brutte notizie per quanto riguarda il giornale – ha scritto su Twitter -. Il numero che uscirà il prossimo 28 luglio sarà l'ultimo. La pandemia ha deciso per noi e non c'è più niente da fare. Vi allego la nostra ultima copertina e la mia lettera. Il lato positivo è che siamo tutti disponibili per quanto riguarda un lavoro".

La crisi economica colpisce la stampa musicale

Gli ultimi anni non sono stati particolarmente positivi per l'economia dei giornali musicali mondiali e sono tanti quelli che hanno chiuso completamente o, perlomeno, hanno chiuso la propria uscita in versione cartacea. Tra questi, per citarne un paio, possiamo pensare a quanto successo a NME in Inghilterra o anche a Rolling Stone nella versione italiana. È sempre brutto vedere la chiusura di realtà che hanno cresciuto generazioni di ascoltatori musicali. Alle difficoltà ha dato uno spintone anche il Covid-19, che ha acuito una difficoltà economica che ha portato la Bauer Media, editore del magazine ha disporne la chiusura.

Q, rivista storica per la musica inglese

"Durante la mia direzione abbiamo tenuto una struttura magra, facendo di tutto per cercare di tenere la testa fuori dall'acqua in un momento molto complesso per il mercato del cartaceo – ha scritto nella lettera aperta il direttore del mensile -. Il Covid, però, ha spazzato tutto via. Voglio veramente scusarmi per aver fallito nel cercare di tenere Q a galla". Fondato nel 1986 col nome di Cue è stato uno dei giornali che ha meglio documentato il fenomeno BritPop negli anni 90 ed era noto per le sue liste. Qualche settimanafa Liam Gallagher, più volte in copertina, aveva dichiarato in un'intervista  che "sarebbe una tragedia se Q non dovesse sopravvivere, non ci sono pubblicazioni che possano competere".

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