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Tiziano Ferro dovrà pagare 6 milioni di euro: per la Cassazione ha evaso le tasse

La Cassazione ha respinto a Tiziano Ferro il ricorso civile per quanto riguarda il pagamento delle sanzioni tributarie per il trasferimento in Gran Bretagna. Lo riporta il Sole 24 Ore che scrive che la Cassazione ha confermato “la natura fittizia del trasferimento della residenza fiscale in Gran Bretagna” e ha ammonito i famosi a un maggiore senso etico.
A cura di Redazione Music
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Tiziano Ferro (Foto Gian Mattia D'Alberto/LaPresse)
Tiziano Ferro (Foto Gian Mattia D'Alberto/LaPresse)

Nonostante l'assoluzione penale per non aver commesso il fatto, ovvero aver evaso il fisco, Tiziano Ferro ha visto respingersi in gran parte il ricorso civile per quanto riguarda il pagamento delle sanzioni tributarie. Lo riporta il Sole 24 Ore che scrive che la Cassazione ha confermato "la natura fittizia del trasferimento della residenza fiscale del cantante Tiziano Ferro nel Regno Unito" dove l'autore di "Accetto miracoli" ha sostenuto di essersi trasferito nel 2006. Nella sua decisione la Cassazione ha fatto pesare anche il fatto che essere un personaggio famoso porta con sé l'obbligo di avere un senso di responsabilità ancora maggiore. Repubblica Roma scrive che l'Agenzia delle Entrate, a seguito di un monitoraggio delle attività del cantante, aveva ritenuto che il trasferimento fosse fittizio e atto a "non pagare le tasse, godendo di un regime fiscale più leggero, appoggiandosi anche a tre società estere, olandesi e inglesi, con soci in paradisi fiscali, per far finire lì il denaro che gli arrivava da diritti sui dischi e tv". Al cantante era contestata un'evasione di circa sei milioni di euro.

Perché la Cassazione ha respinto il ricorso

La quinta sezione civile della Corte di Cassazione, quindi, ha respinto il ricorso contro gli avvisi di accertamento che gli ha inviato l'Agenzia delle entrate e nel farlo ha scritto che "il contribuente aveva una ampia conoscenza dell'esistenza e della pendenza di attività di indagine nei suoi confronti, riferite al contestato trasferimento della residenza" e ha spiegato, altresì, che Ferro "ha un elevato livello economico e culturale, è certamente un personaggio famoso nel mondo della musica e dunque in possesso degli strumenti necessari per valutare la giustezza di un determinato comportamento". Poche parole che servono ad inchiodare un personaggio pubblico a una responsabilità etica maggiore, dovuta proprio alla sua popolarità nei confronti di milioni di persone. "La Suprema Corte sottolinea che nella quantificazione delle pene pecuniarie hanno pesato una serie di elementi – si legge sul Sole -: dalla natura dolosa del comportamento, all’assenza di condotte finalizzate ad eliminare gli effetti dell’evasione fiscale".

L'assoluzione penale di Ferro

Tiziano Ferro era stato assolto penalmente nel 2017 perché il fatto non sussisteva: durante il processo – per cui l'accusa aveva chiesto un anno per l'evasione di 3 milioni di euro -, l'avvocato del cantante, Giulia Bongiorno, aveva dimostrato che il trasferimento (avvenuto nel 2008, mentre i controlli sono cominciati nel 2011) a Manchester era reale a differenza quindi di quanto deciso nei giorni scorsi dalla Cassazione. Dopo quella sentenza il cantante intervenne sui social proprio per sfogarsi contro un processo per lui ingiusto: "Sono sempre stato zitto. Sopportando in silenzio i giudizi e le offese di sciacalli e avvoltoi che mi si scagliavano contro, senza neanche chiedersi davvero quale fosse la verità. – commentò il cantante – Ho avuto la fortuna di potermi difendere, al contrario di tante persone che sono state perseguitate fino a crollare. Il mio pensiero va a loro. Questa però la dedico a chi mi è stato accanto".

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