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La canzone sbagliata di Danti con Carboni e Shade: “Parlo della sana ignoranza italiana”

Si chiama “Canzone sbagliata” l’ultimo singolo di Danti, al secolo Daniele Lazzarin, produttore tra i più noti del Paese. Questa volta torna con un brano firmato da lui e con la collaborazione di Luca Carboni e di Shade. Una canzone che se da un lato è un divertissement, dall’altro punta il dito contro la conoscenza modi e fuggi.
A cura di Francesco Raiola
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Si chiama "Canzone sbagliata" l'ultimo singolo di Danti, al secolo Daniele Lazzarin, produttore tra i più noti del Paese. Questa volta torna con un brano firmato da lui e con la collaborazione di Luca Carboni e di Shade. Una canzone in cui si gioca con gli opposti, con gli errori, un po' per divertimento, insomma, con Mina che stona, Elvis nero e una copertina sbagliata di "Nevermind" dei Nirvana e dall'altra si punta il dito contro la conoscenza modi e fuggi. Un brano che nasce dalla realtà che ci circonda: "Quello che mi piace è far ragionare le persone senza fargli troppo la morale" ha spiegato Danti intervistato da Fanpage.it

“Stonato come Mina… col mitra in mano come Gandhi… le mani piccole come Morandi”. Da dove nasce l’idea di questa canzone sbagliata?

Nasce dalla realtà! È una fotografia soggettiva dell Italia di oggi. Viviamo in un mondo fatto al 90% da cose sbagliate e fake news e quando cerchiamo di capire quello che non sappiamo lo googliamo e che cosa troviamo? Indovina? Una fake news. È un cane loop che si morde la coda. Attenti al loop!

Una canzone sbagliata non poteva non avere una copertina sbagliata. Come mai proprio la scelta dei Nirvana, solo per la citazione interna al pezzo o per l’iconicità?

Quella copertina è un'icona di una generazione precisa. Quello che ieri rappresentava il dollaro nella copertina originale dei Nirvana, oggi secondo me è rappresentato dalla banana di Maurizio Cattelan. Le nuove generazioni sono attratte da concetti che sono in bilico fra un incredibile opera d’arte e una cagata pazzesca!

“E mi accontento di una sana ignoranza italiana”. Senti, questa canzone può essere un semplice gioco, ma anche una piccola critica a questi tempi di cultura mordi e fuggi. Quale delle due tesi prendiamo per buona?

In realtà entrambe, perché quello che mi piace è far ragionare le persone senza fargli troppo la morale, anzi io mi ci metto dentro in questa sana ignoranza italiana che a volte ci punisce e a volte ci salva.

Shade e Carboni hanno scritto le loro strofe o c’era già una gabbia? Come avete lavorato a questa cosa?

In questo progetto sto cercando di avere più la figura del direttore artistico, quindi in sostanza canto meno ma seguo sia la parte autorale che produttiva da vicino. Diciamo che io butto giù il testo e il concept generale, dopo di che il brano inizia a prendere vita e poi viene finalizzato con gli artisti in studio e Luca Carboni e Shade erano gli artisti giusti per questa canzone sbagliata!

Senti, era il momento giusto per uscire? Ho sentito alcuni tuoi colleghi e l’idea è: “Mai come ora la musica può alleviare un po’ l’isolamento forzato”. Tu come lo stai vivendo questo isolamento?

La musica, nel bene o nel male, è sempre una terapia e io diciamo che faccio sedute quotidiane da molto tempo. Quindi questa quarantena per me è la normalità, con un mondo fuori che, però, non è normale! Speriamo passi tutto in fretta, intanto cerchiamo di alleviare un po’ questo isolamento.

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