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La cantante inglese Joss Stone è stata espulsa dall’Iran dove avrebbe dovuto esibirsi

la cantante inglese Joss Stone ha scritto di essere stata espulsa dall’Iran dopo il rischio di passare una notte in prigione. La cantante avrebbe dovuto esibirsi nel Paese, ma le è stato vietato ed successivamente è stata portata all’Ufficio Immigrazione dove ha dato le sue motivazioni: “Sono stati sempre molto gentili”.
A cura di Francesco Raiola
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Con un messaggio sulla sua pagina Instagram, la cantante inglese Joss Stone ha scritto di essere stata espulsa dall'Iran dopo il rischio di passare una notte in prigione. la cantante avrebbe dovuto esibirsi nel Paese, ma le è stato vietato come da comunicazione appena atterrata: "l'ultimo Paese sulla lista era l'Iran. Eravamo consapevoli che non avremmo potuto esibirci in un concerto in pubblico poiché sono donna ed è illegale in quel Paese. Personalmente non sono entusiasta di finire in una prigione iraniana, né voglio cambiare la politica di un Paese che visito né mi va di mettere altre persone in pericolo. Comunque pare che le autorità non abbiano creduto al fatto che non avremmo tenuto un concerto pubblico per questo ci hanno inserito in una black list come abbiamo scoperto quando siamo stati portati all'Ufficio immigrazione" ha scritto la cantante che ha parlato sempre della gentilezza di coloro che si sono occupati della loro situazione.

Perché Joss Stone era in Iran

"Dopo una lunga discussione con il più amichevole, incantevole e accogliente Ufficio Immigrazione hanno deciso di tenerci in prigione per la notte e il giorno dopo espellerci. Ovviamente ero distrutta. Così vicino eppure così lontano, questo momento ha distrutto un piccolo pezzo di cuore, solo dopo ho compreso il lato buono della situazione. Ho detto loro qual era la mia storia e gli ho spiegato la mia missione, portare buoni sentimenti con quello che ho da dare e mostrarlo a chiunque voglia vederlo, il bello del nostro Globo.  Tutto ciò con la consapevolezza che questa performance pubblica non era un'opzione in questo scenario. Devo ancora farne di passi per arrivare a questo obiettivo, in qualche modo. Ovviamente la musica è il mio autista. Il che non significa che bisogna infrangere qualche legge, c'è musica ovunque, anche qui, semplicemente dobbiamo suonare secondo le loro regole e loro devono crederci. È questione di fiducia" ha spiegato ancora la cantante.

Le scuse di Joss Stone

Sempre la cantante ha voluto sottolineare più volte che sono stati molto gentili con lei: "Ci hanno detto che gli dispiaceva per tutto il tempo che siamo stati là, fino al momento in cui ci hanno rimesso sull'aereo. Ma eravamo noi a doverci scusare per non avere tutti i nostri documenti a posto ha chiosato Joss Stone.

So , our very last country on the list was Iran . We were aware there couldn’t be a public concert as I am a woman and that is illegal in this country. Personally I don’t fancy going to an Iranian prison nor am I trying to change the politics of the countries I visit nor do I wish to put other people in danger. However, it seems the authority’s don’t believe we wouldn’t be playing a public show so they have popped us on what they call the ‘black list ‘ as we found out when we turned up to the immigration hall. After long discussions with the most friendly charming and welcoming immigration people the decision was made to detain us for the night and to deport us in the morning. Of course I was gutted. So close yet so far, this moment broke a little piece of my heart. Then I realised the silver lining was bright. I told them my story and explained my mission, to bring good feeling with what I have to give and show those who want to look, the positives of our globe. All with the understanding that public performance wasn’t an option in this scenario. I still have to walk forward towards that goal some way some how. And of course music is my driver. Doesn’t mean we have to brake any laws though. There is music everywhere. Even here, we just have to play by there rules and they have to believe we will. It’s a trust thing. They were so kind to us, at one point I started to question it. The question whirled around my head, were they just luring is into a false sense of security so we would walk into our jail cells quietly with out a drama? Nope , these people are genuinely nice kind people that felt bad that they couldn’t over ride the system. They didn’t speak English so well so the translator Mohamed, who clearly had a lovely soul conveyed the message that they hoped we would go to embassy to sort it all out and come back, they were refusing us entry with a heavy heart and were so sorry. After Mo had left, the officers kept telling us sorry. They said sorry all the way through this process and kept saying this till we got on the plane they were sending us away on. We were the ones that should have been apologising for not having our correct paper work. The ball

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