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L’ultimo concerto di Ivano Fossati

E’ la fine del viaggio per Ivano Fossati che, come aveva annunciato all’inizio del suo tour, ha concluso con la data di ieri sera la sua carriera discografica.
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E' la fine del viaggio per Ivano Fossati che, come aveva annunciato all'inizio del suo tour, ha concluso con la data di ieri sera la sua carriera discografica. Una decisione dopo 40 anni passati a confezionare pietre miliari della canzone italiana che ci lascia in "piena decadenza".

Ieri sera al Piccolo di Milano erano tutti in piedi per l'ultimo concerto della gigantesca carriera discografica di Ivano Fossati. Una decisione dopo 40 anni passati a confezionare pietre miliari della canzone italiana che ci lascia in "piena decadenza". Quattro generazioni diverse erano lì ad applaudirlo, tra lacrime ed euforia, al coro di un insperato "Ripensaci". Eppure proprio da Milano, dall'Arcimboldi, partì tutto, era il 9 novembre 2011, il primo concerto dopo l'annuncio, dal salottino di Che tempo che fa dell'amico Fabio Fazio, del ritiro dalle scene e della fine di tutto. Quella sera gli diedero del traditore, gridavano: "Parlaci!". Ma Fossati tirava dritto e continuava a suonare e, allo stesso modo, ha fatto anche ieri sera in presenza di colleghi della vecchia guardia e giovani leve, simbolo della grandezza e dello spessore del cantautore.  C'erano i "giovani" Noemi e Marco Mengoni, gli "esperti" come Mario Venuti e "vecchie guardie" come Dori Ghezzi, ma per Fossati, simbolo del vento progressista dell'Ulivo di Romano Prodi (la sua Canzone Popolare ne divenne l'inno), si è scomodato da Bologna persino l'ex leader della Cgil, Sergio Cofferati.

Le emozioni di Fossati – Tantissima emozione anche per Ivano Fossati che, nell'occasione, è stato meno glaciale del solito e si è esibito in una scaletta davvero flessibile. Rispetto alle altre date del tour, aggiunte altre due canzoni in scaletta, per un totale di 28, e anche dopo l'ultima canzone ufficiale, l'ottimistica Buontempo datata 1986, ha voluto continuare a suonare. Il concerto si è chiuso con Dolce Acqua, un pezzo strumentale della discografia dei Delirium, la prima formazione del quale Fossati era leader, voce e flautista. Il Piccolo di Milano ha assistito ad uno spettacolo che ha trasformato il senso di alcune canzoni, alcuni versi diventano fondamentali per la serata ed è sembrato quasi di vedere una lacrima sul volto del cantautore. Prima dell'ultima canzone che lascerebbe poi ancora spazio al bis, arriva la sorpresa della band per Ivano Fossati: The End dei Beatles e la sua frase simbolo "And in the end the love you take is equal to the love you make": e alla fine l'amore che ricevi è uguale a quello che dai.

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