L’ex dei Modà Paolo Bovi deve restare in carcere: ecco perché
Update: Riceviamo dall'ufficio stampa di Rtl102,5 questa comnunicazione: Il Gruppo RTL 102.5 ha ricevuto oggi la richiesta di produrre i documenti, relativi ai rapporti di lavoro intercorsi con persone oggetto di indagine penale. Gli uffici di RTL 102.5 hanno immediatamente fornito tutta la documentazione richiesta e collaborato pienamente alla connessa perquisizione. Tutti i documenti forniti attestano la totale liceità dei rapporti da noi intrattenuti. Per il resto, il Gruppo RTL 102.5 non ha nulla a che vedere con quanto contestato agli indagati.
Ancora guai per Paolo Bovi, fonico, batterista e fondatore dei Modà che, come ricorderete, ha tentato il suicidio proprio qualche giorno fa, salvato in extremis dai carabinieri dal momento che Bovi si era pure tolto il braccialetto elettronico che portava a causa della vicenda giudiziaria relativa a presunti abusi sessuali su minori. Il 24 Marzo, quindi è stato arrestato per evasione. Ora, come conferma l'Ansa, sebbene il gip di Milano Tutinelli avesse disposto i domiciliari, un secondo giudice, il gip Gargiulo, ha disposto il carcere aggravando la misura cautelare per i presunti abusi sessuali.
Le norme sulle violenze sessuali su minori sono molto severe e, stando a quanto riporta l'Ansa, in caso di evasione dai domiciliari, la misura cautelare in corso deve essere aggravata e di conseguenza disposto il carcere. Nello specifico, Bovi è stato accusato di aver abusato di 4 minori che frequentavano la parrocchia dove lui insegnava chitarra ai ragazzi.