Keith Flint si è impiccato, gli esami confermano il suicidio del cantante dei Prodigy
Keith Flint si è impiccato. A dare la conferma sulle cause della morte del cantante dei Prodigy è l'ufficio del coroner, come riportato pochi minuti fa dal Telegraph, che ha riportato i risultati dell'esame post-mortem effettuato presso l'ospedale di Broomfield il 7 marzo: "È stato seguito interamente il protocollo e la sua morte è stata confermata come non sospetta". Non sono stati ancora resi noti, invece, i risultati dell'esame tossicologico sul cadavere, che dovrebbe confermare o meno l'utilizzo di sostanze stupefacenti prima del suicidio.
Keith Flint trovato morto il 4 marzo 2019
Era stato Liam Howlett, sodale di Flint nei Prodigy, ad anticipare su Instagram che il suo socio di sempre si era tolto la vita. L'artista 49enne è stato trovato senza vita nella sua casa di Dunmow, nell'Essex, il 4 marzo 2019. Sin da subito la sua morte era stata inquadrata come sospetta e le notizie di questi minuti non fanno che confermare quelle sensazioni.
I Prodigy, simbolo assoluto degli anni Novanta, si sono fatti portatori della cultura rave in quel decennio e sono stati tra i più illustri esponenti della musica elettronica, con canzoni come “Smack My bitch up” e “Firestarter” che hanno fatto da colonna sonora di adolescenti e giovani del tempo. La band britannica, fondata nel 1990 da Liam Howlett assieme allo stesso Keith Flint, Maxim e Leeroy Thornhill, è stata una delle più importanti per quanto riguarda la musica elettronica e soprattutto per quello che è stato denominato Big Beat, scena che alimentarono assieme a band del calibro di The Chemical Brothers, Fatboy Slim, Basement Jaxx e Groove Armada, tra le altre.
Lo scorso novembre avevano pubblicato il loro ultimo album ed erano stati recentemente in tour in Australia. Nei prossimi mesi era invece previsto un tour negli Stati Uniti.