“Lavoratori in nero nei cantieri del Jova Beach Party a Fermo”, l’organizzazione smentisce
Non solo la polemica di stampo ambientalista, per il Jova Beach Party in arrivo a Fermo ci sono altre brutte notizie. Come riporta Il Messaggero, nella giornata di ieri, in seguito a un'ispezione nel cantiere del parco e dell'area del concerto, sono emerse alcune irregolarità relative alle ditte che operano nell'area, quattro delle quali sono state sospese. Non ci sono dettagli ulteriori in merito alle ditte in questione, ma non c'è evidenza di una correlazione con l'organizzazione dell'evento.
I risultati dei controlli
Il controllo è stato effettuato dall'Ispettorato territoriale del lavoro di Ascoli Piceno assieme ai militari del Nil (Nucleo di Identità locale) e al Servizio prevenzione della Asur dell'Area Vasta 4 di Fermo (Marche). Una nota congiunta sintetizza quanto emerso: "Sono state controllate 19 aziende, nessuna delle quali avente sede legale nella provincia. Sono 55 i lavoratori di cui sono state acquisite sommarie informazioni. Di questi, 17 – sia italiani che stranieri – erano in nero. Nei confronti delle 4 ditte per cui operavano, tutte appartenenti al settore del facchinaggio, l'Ispettorato del lavoro ha emesso altrettanti provvedimenti di sospensione dell'attività, con decorrenza immediata". La nota prosegue così:
Durante l'ispezione sono emersi anche elementi per contestare a 3 ditte, operanti nel settore dell'allestimento delle luci, provvedimenti di somministrazione illecita di manodopera. Per quanto attiene alla vigilanza in materia di sicurezza, sono state riscontrate diverse criticità, in relazione alle quali saranno emanati i relativi provvedimenti.
La precisazione dell'organizzazione del Jova Beach Party
A distanza di poche ore dalla notizia dei controlli e dei fermi, la società che organizza Jova Beach Party ci ha tenuto a prendere le distanze dalla vicenda attraverso un comunicato: "Trident smentisce categoricamente la presenza di 17 lavoratori in nero nel cantiere del Jova Beach Party di Fermo": lo scrive in una nota la societa' responsabile dell'organizzazione del Jova Beach Party, la festa itinerante ideata da Jovanotti, in relazione alla notizia, circolata nelle scorse ore, circa una verifica dell'Ispettorato che avrebbe certificato la presenza di 17 lavoratori, italiani e stranieri, non in regola. "Nel corso delle abituali ispezioni in data di ieri – si legge ancora nella nota della Trident – sono state notificate delle inadempienze formali a tre aziende. Le suddette, formalizzando in data odierna i dati mancanti, hanno ricevuto oggi la notifica di revoca del provvedimento di sospensione e oggi le aziende e i 17 lavoratori hanno pertanto proseguito la loro attività attualmente ancora in corso".
Le proteste ambientaliste per la tutela del fratino
Due le giornate di concerto previste a Casabianca, a Lido di Fermo, con il Jova Beach Party in scena il 5 e 6 agosto 2022. Giornate precedute da accese polemiche da parte di ambientalisti che hanno protestato per il deturpamento dell'area destinata ad ospitare il concerto, con la denuncia di serie conseguenze dal punto di vista dell'ecosistema in quella che è l'Area di tutela del Fratino, piccolo uccello in via di estinzione e dunque protetto. Già nel 2019, in occasione del primo Jova Beach Party, le autorità locali avevano protestato per gli effetti del passaggio delle ruspe. Luigi Silenzi, coordinatore del Comitato Tag Costa Mare, ha protestato: “Le ruspe sono di nuove entrate sulla spiaggia di Casabianca, distruggendo tutto il lavoro di restauro ambientale avviato, confermando che il Jova Beach è più importante della tutela e valorizzazione naturalistica”.
Silenzi sottolinea come in questi due anni si fosse compiuto un lavoro importante per ripristinare la situazione: “Le ruspe entrarono sulla spiaggia di Casabianca ‘Area di tutela del Fratino’ dove era vietato per ordinanza dello stesso sindaco anche il calpestio della zona. Tutta la vegetazione dunale venne completamente distrutta per il giorno del concerto, quando più di 30mila persone si sono accalcate nella stessa area dove fino a qualche giorno prima era interdetto l’accesso. A seguire – ha proseguito – nel 2020 il comune resosi conto di quanto accaduto, aveva affidato ad un botanico l’incarico di avviare un restauro ambientale e ricreare l’ecosistema originario con la traslocazione di piante, talee e semi, svolto attraverso un iter autorizzativo della Regione Marche. Nel 2021 si è avviata l’opera di restauro ambientale e quest’anno si erano iniziati a vedere i risultati. Oggi la scelta ‘criminale’ di distruggere nuovamente l’area con le ruspe”. Jovanotti si è impegnato da subito col Wwf nazionale per lasciare quest'area e tutte quelle toccate meglio di come fossero prima (qui spiegavamo l'appoggio di Wwf all'operazione), la sezione locale del Wwf chiude i battenti in pieno disaccordo.