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John Lennon, il killer chiede scusa: “Sono stato un idiota”

David Mark Chapman, nell’ottava udienza per richiedere la libertà condizionale, si è detto dispiaciuto per l’omicidio di John Lennon e il dolore causato, aggiungendo “Sono stato un idiota”. Ma la Corte gli ha negato la libertà.
A cura di Francesco Raiola
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Sono state pubblicate le parole dell'udienza, l'ottava, per la richiesta di libertà condizionata di Mark David Chapman, ovvero il killer che l'8 dicembre del 1980 uccise John Lennon con 5 colpi di pistola (quattro dei quali colpirono il leader dei Beatles), dopo che qualche ora prima lo aveva atteso per farsi firmare un autografo. Proprio in quel momento Chapman raggiunse la fama a cui tanto agognava, che gli costò, però, la galera a vita. "Sono dispiaciuto per aver causato tutto questo dolore" ha detto Chapman che ha spiegato anche di essere "stato un idiota", durante l'ennesima udienza in cui aveva richiesto la libertà condizionale che gli è stata rifiutata per l'ennesima volta. Un rifiuto che non lo avrebbe colto di sorpresa visto che prima dell'udienza aveva dichiarato che avrebbe capito il diniego anche se fosse stato basato unicamente sulla quantità di gente che ha ferito.

"Tantissime persone lo amavano. Era un grande uomo pieno di talento e loro sono ancora feriti" ha continuato l'assassino che ha spiegato che riceve ancora tantissime lettere che lo accusano e lo incolpano per il dolore che ha provocato: "Non è un crimine normale".

Chapman, che oggi ha 59 anni, ha anche dichiarato di aver ritrovato la fede (e non a caso un'organizzazione religiosa ne ha più volte chiesto il rilascio) ed essersi avvicinato a Dio, ringraziando la Corte per il tempo a lui dedicato, ma questo non sarebbe bastato a convincerli della possibilità di rimetterlo in libertà. L'uomo, comunque, potrà provare ancora a chiedere fra due anni.

Quella sera dell'8 dicembre, Chapman aspettò il cantante sotto la sua casa dell'Upper West Side di Manhattan e si fece, appunto, autografare l'album "Double Fantasy": "Cercai di dire a me stesso di andare via. (…) Ma mi sentivo costretto a commettere quell'omicidio e niente sarebbe riuscito a portarmi lontano da quell'edificio" dichiarò lo stesso Chapman in un'udienza del 2012, quando sottolineò anche come il cantante "fu molto carino nei miei confronti". Ma Lennon non fu la sua unica opzione, visto che l'uomo aveva pensato anche a Johnny Carson o Elizabeth Taylor, ma Lennon, disse, era quello più facilmente raggiungibile.

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