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James Senese, 50 anni da Maestro con Napoli Centrale: “Pino Daniele un fratello, Coltrane il mito”

Napoli Centrale, Showmen, Pino Daniele, John Coltrane, il suo sassofono e la sua Napoli per James Senese che a Fanpage.it ha ripercorso i suoi 50 anni di musica, celebrato col doppio album antologico live “Aspettanno ‘o tiempo” che vede anche due inediti di cui uno, “Ll’America” scritto da Eduardo Bennato.
A cura di Francesco Raiola
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James Senese (foto di Riccardo Piccirillo)
James Senese (foto di Riccardo Piccirillo)

Cinquant'anni di musica, una carriera che ha attraversato epoche e generi, riuscendo a mantenersi sempre come punto di riferimento per chi è arrivato dopo e oggi un pezzo di questa esperienza James Senese, uno dei musicisti più famosi d'Italia, ha deciso di raccoglierlo in un doppio album che ha chiamato "Aspettanno ‘o Tiempo", un'antologia live che ha registrato assieme alla formazione originale dei Napoli Centrale, con Ernesto Vitolo alle tastiere, Gigi De Rienzo al basso e Agostino Marangolo alla batteria. Con Senese abbiamo ripercorso 50 anni che lo hanno visto fondare due band importanti come gli Showmen di successi come "Un'ora sola ti vorrei" e "Mi sei entrata nel cuore" e i Napoli Centrale, appunto, dare il la alla carriera di Pino Daniele e suonare nel suo "Nero a metà", e proseguire con una carriera solista che ancora oggi lo pone come uno degli artisti napoletani più importanti del Paese.

L'ultimo album "Aspettanno ‘o tiempo"

"Ho scelto i brani più rappresentativi, all'epoca non li capivano, forse oggi stanno riuscendo a capire quello che facevamo 40 anni fa. La mia musica tratta i sentimenti del popolo represso, di questo sistema che fa di tutto per non farti realizzare".

L'esperienza con i Napoli Centrale

"A me e Franco Del Prete, batterista dei Napoli Centrale ci presentò Eduardo De Filippo, ma nessuno lo sa. Insieme creammo questa dimensione, una cosa non facile da fare dopo il successo degli Showmen, c'è voluto molto coraggio a lasciare dietro il Business, ma siamo stati premiati perché Napoli Centrale ha aperto la porta a tutti i musicisti del Sud, perché nessuno sapeva dove andare, o facevi Peppino Di Capri o Renato Carosone, oppure la classica canzone napoletana: noi abbiamo rotto definitivamente".

Con gli Showmen, i primi a fare R&B

"Questo è un gruppo che nessuno ha dimenticato, siamo stati i primi a fare Rhythm ‘n' Blues in Italia. Non capivano il cantante Mario Musella come cantava, per loro era troppo aggressivo, strano, perché andavano Fred Bongusto, Bruno Martino, per questo c'è voluto molto tempo per farci conoscere veramente, però siamo rimasti nel cuore di tutti".

La passione per il sassofono

"A 12/13 anni avevo fatto tutti i mestieri: vengo da una famiglia povera, ho fatto il benzinaio, il muratore, poi ho lavorato negli alberghi facendo il portantino, insomma, tante cose, poi ho scoperto, tramite i dischi che mio padre portava a mia madre, questo strumento che non conoscevo e mi ha affascinato subito. Andammo a Napoli e mia madre mi comprò il primo sassofono – costava 70 mila lire – e da lì ho cominciato a studiare privatamente, con un maestro, fino ad arrivare a prendermi il diploma".

L'amicizia con Pino Daniele

"L'incontro è stato molto semplice, noi nel 75/76 eravamo ai primi posti come Napoli Centrale, arrivò una telefonata: Ciao sono Pino, Pinotto, ho sentito Napoli Centrale, mi fanno impazzire e vorrei suonare con voi. Gli ho detto di venire a casa mia, aprii la porta e vidi questo omaccione. Ti dico la verità, mi è stato subito simpatico, abbiamo discusso e gli dissi: "Guarda, se vuoi venire con noi devi suonare il basso" solo che lui suonava la chitarra, non il basso e disse che non aveva i soldi per comprarlo, glielo comprai io, e per due anni è stato con noi. Io e lui eravamo molto simili, mi diceva tutto, so cose che gli altri non sanno, rimanemmo come due fratelli, gli insegnai molte cose e lui ne fu riconoscente".

John Coltrane, il mito

"Coltrane ne ha passate tante, è stato ed è uno dei più grandi musicisti del mondo. La prima volta che l'ascoltai avevo 12 anni, ma lo buttai via, perché non capivo niente, poi mi sono risvegliato dal sonno e mi sono detto: ‘Ma cosa ho fatto?', l'ho riascoltato e ho capito che c'era qualcosa di tremendo in questa musica e da lì mi sono innamorato".

Più napoletano dei napoletani

"Io quando sono stato in America, due volte, non sono riuscito a scordarmi Napoli: la famiglia, l'odore, l'ambiente, il popolo, le amicizie, in America nessuno ti pensa, nessuno ti vede. Ragazzi, io sono nato a Napoli, d'accordo l'aspetto, ma sono più napoletano dei napoletani. Cca so' nato e ccà aggia murì ("Qua sono nato e qua devo morire").

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