J-Ax: “Assurda la morte di Michele Ruffino. Anch’io vittima di bullismo, non mollate”
È un bel messaggio contro il bullismo quello di J-Ax, che in un post su Facebook ha confessato di sentirsi molto toccato dalla tragica storia di Michele Ruffino, 17enne di Torino morto suicida dopo essere stato vittima di bullismo. Il rapper ha commentato una vicenda che lo coinvolge nell'intimo: anche lui, nella sua adolescenza, fece i conti con episodi simili.
Mi ha molto colpito la storia di Michele. Mi ha rattristato perché trovo assurdo, ancora oggi, nel 2018, morire di bullismo. Una morte che è sempre assurda, ma che a 17 anni lo è ancora di più. A quell’età la vita non è nemmeno iniziata e non potremo mai sapere cosa abbiamo tutti perso da quella che Michele avrebbe vissuto. Ma non sono solo triste, sono anche inca**ato perché noi adulti dovremmo sempre ascoltare, empatizzare e aiutare i ragazzi in difficoltà. E se dei ragazzi arrivano a questo punto è il mondo degli adulti ad aver fallito.
Il messaggio di J-Ax alle vittime di bullismo
"E ora mi rivolgo a chi si trova in una situazione come quella di Michele", prosegue J-Ax nel suo post, "non mollate, anche quando vedete solo nero, ci sono passato anche io e se l’avessi data vinta mi sarei perso tutto il resto della vita. Solo pochi possono dire di aver avuto una infanzia perfetta, quindi per quanto vi possa sembrare strano, non siete soli e il vostro dolore non sarà permanente. Anzi la rabbia che provate sarà l’energia che vi darà una marcia in più per il resto della vostra vita. Non mollate".
Quando J-Ax raccontava la sua adolescenza difficile
In diverse occasioni, Alessandro Aleotti ha raccontato ai suoi fan i momenti difficili in cui, ancora ragazzino, veniva perseguitato da teppisti del paese in cui è cresciuto. "A 13 anni pensavo di essere il più grande perdente della terra", spiegò qualche anno fa, rivelando il terrore provato nei confronti dei bulli che l'ha traumatizzato e segnato nel profondo per molti anni, "Quello che avevo erano dei ragazzi che mi tormentavano ogni singolo giorno proprio perché mi mancava tutto ciò. Quando passavo per strada, da solo, si accanivano in gruppo con me. Non passava un giorno senza che mi ricordassero quanto fossi uno sfigato solo perché esistevo. Ancora oggi, quando vedo un gruppo di ragazzi su una strada ogni singola cellula del mio corpo mi dice di attraversare per mettermi in salvo". Il dolore è energia, ha spiegato J-Ax, che nella musica e nelle sue passioni ha trovato la forza di resistere e costruire la sua vita. Curiosamente, ricordò nuovamente la paura provata da ragazzo lo scorso anno proprio dopo un concerto a Torino, la stessa città testimone del dramma silenzioso di Michele.