Isotta ha vinto il Premio Bianca D’Aponte con una canzone che ci insegna a conoscere noi stessi
L'artista senese Isotta si è aggiudicata la 17esima edizione del Premio Bianca D'Aponte, il prestigioso concorso sponsorizzato da Rai Radio 1 e riservato unicamente alle cantautrici italiane. Il brano che le ha concesso di ottenere questo importante riconoscimento è "Io", scritto assieme a Pio Stefanini e Giuseppe Polistina: una canzone introspettiva, che vuole esprimere la necessità di riappacificarsi con sé stessi e non rinunciare a scoprire lati del nostro carattere che pensiamo di conoscere ma che, spesso, ci sono invece ignoti.
Chi è Isotta Carapelli, la cantautrice che ha vinto il Premio Bianca D'Aponte
La cantautrice senese ha ottenuto una borsa di studio del valore mille euro, l'organizzazione di concerti di presentazione prodotti da Doc Live, la partecipazione in veste di ospite alla prossima edizione del Premio e la possibilità di concorrere al Premio dei Premi del Mei di Faenza. Classe '92, Isotta ha iniziato a prendere lezioni di canto da piccolissima, a soli 5 anni. Altrettanto precocemente ha scoperto la passione per le parole e per il cantautorato italiano e americano: ha iniziato a scrivere le sue canzoni a 14 anni, e a partire dai 16 si esibisce dal vivo con svariate formazioni musicali. Definisce il suo stile come “romantic dark”. Negli ultimi tre anni ha lavorato ad un progetto discografico molto intenso con alcuni produttori e arrangiatori toscani, cercando di mettere in musica e parole tutte le sue esperienze personali, artistiche ed umane.
Il testo di "Io", il brano di Isotta che ha vinto il Premio Bianca D'Aponte
C’è un continuo chiacchiericcio nella testa
Costantemente in sottofondo fa da giudice
Sei brutto e un grosso stupido
Sei generoso, non ci puoi deludereSe non studi storia non vai alla festa
Basta uno schiaffo perché cada la mia maschera
Fai la brava e un giorno all’altro filerà
Nel verso giusto ma a me sembra una trappolaHo una portaerei ferma a posto dell’armadio
Pronta per salpare, fare a pugni nell’acquario
E non ho paura e non c’è niente che non va
Ma ovunque sia il mio posto non è quaSono io che interpreto io
Travestita da io con la voce da io
Che assomiglio un po’ a io
Arrabbiata con io, forse anche troppoEro arrabbiatissima con me e
E mi dispiace tantissimo
Ero arrabbiatissima perché
Perché da bambina ci credevo anch’ioSono io che interpreto io
Travestita da io con la voce da io
Che assomiglio un po’ a io
Arrabbiata con io, forse anche troppoQuesta notte ci spingeremo così al largo che
All’alba ci saremo perduti
Questa notte ci spingeremo così al largo cheC’è un veliero che attraversa la tempesta
Mi è rimasta di traverso un’altra favola
Ciurma non ci arrenderemo mai
È mezzanotte il mare è una pozzangheraHo bisogno di combattere la noia
Ma qualunque tentativo sembra inutile
Ho fissato così tanto il vuoto che
Credo proprio che si sia preso tutta meHo una portaerei ferma a posto dell’armadio
Pronta per salpare, fare a pugni nell’acquario
E non ho paura e non c’è niente che non va
Ma ovunque sia il mio posto non è quaSono io che interpreto io
Travestita da io con la voce da io
Che assomiglio un po’ a io
Arrabbiata con io, forse anche troppoEro arrabbiatissima con me e
E mi dispiace tantissimo
Ero arrabbiatissima perché
Perché da bambina ci credevo anch’ioQuesta notte ci spingeremo così al largo che
All’alba ci saremo perdutiSono io
Questa notte ci spingeremo così al largo che
All’alba ci saremo perdutiSono io