Intervista a Jack Jaselli, il cantautore indipendente che ha aperto i concerti dei Negramaro

Di Jack Jaselli ce n'eravamo occupati già in quest'articolo, quando risultò il vincitore del contest Cornetto Free Music Festival che gli ha permesso di aprire le due date del tour estivo dei Negramaro e suonare davanti a circa 50 mila persone. Una cosa non comune per un artista che ha fatto dell'indipendenza un punto di forza.
Il suo secondo album si chiama “I Need The Sea Because It Teaches Me” e vira decisamente, rispetto al suo esordio funky, verso sonorità più cantautorali, come lo stesso titolo mostra. L'album è stato registrato dal vivo "in un posto incantato, una sorta di stanza scavata dentro uno scoglio a picco sul mare" spiega Jaselli a Fanpage. Jaselli canta in inglese per raccontare quello che ha bisogno di comunicare e si cimenta con cover nient'affatto scontate, come la "Closer" dei Nine Inch Nails, in quest'ultimo.
Intanto il cantautore milanese ha cominciato da Milano un tour che terminerà il 20 dicembre (in fondo trovate tutte le date).
Secondo album, nuove sonorità. Come nasce “I Need The Sea Because It Teaches Me”? E perché questo nome?
“I Need The Sea Because It Teaches Me” ha una storia abbastanza particolare. Mi sono trovato ad avere un certo numero di canzoni legate a doppia mandata al mare e contemporaneamente ad avere la possibilità di fare una sessione di registrazioni in un posto “incantato”, una sorta di stanza scavata dentro uno scoglio a picco sul mare. Insieme a Max Elli e Nik Taccori abbiamo preso strumenti, microfoni, poco altro e siamo partiti. Abbiamo registrato live per 4 giorni e quello che è venuto fuori ci è piaciuto tanto da pubblicarlo. Il titolo è la traduzione di “Necesito del mar porque me enseña” incipit di “El Mar” di Neruda, è un omaggio e una spiegazione dell’intento del disco.
Hai 33 anni e due album alle spalle. Qualcuno direbbe che sono pochi, come se contasse la quantità. Ci fai un breve riassunto della tua carriera, che a leggere la bio mi pare particolarmente ricca?
Credo che oltre al numero vada considerato come sono stati prodotti e pubblicati gli album. E credo che entrambi costituiscano un piccolo caso. Registrati, pubblicati e promossi in maniera totalmente indipendente, senza vincoli e senza compromessi. Forse ci è voluto un po’ di tempo, ma sono veri al 100%. La mia carriera e la vita di questo progetto è stata ed è frutto di innumerevoli evoluzioni, giri e rivoluzioni, e credo che continuerà ad essere così. L’unica costante credo sia la tenacia ed il desiderio ardente di fare le cose in modo sincero. Ad ogni costo e senza risparmiarsi nessun passaggio.
Sei passato da Bob Marley ai Nine Inch Nails, che, però, non sono fatti à la NIN. Insomma cosa è cambiato nei quattro anni tra il primo album e il secondo? Oltre al sound, ovviamente, che immagino sia effetto di qualcosa…
Sia la cover di “Could You Be Loved” di Bob Marley che si trovava nel primo disco che “Closer” dei Nine Inch Nails sono due sorte di tributi, a ciò che la band ed io abbiamo sempre amato e siamo cresciuti ascoltando. Mi piace e mi diverte rileggere i brani che fanno parte della mia vita. Questo è un elemento di continuità. Per il resto i due dischi, pubblicati a tre anni di distanza, sono molto differenti. “I Need The Sea” è senz’altro più libero, più diretto, anche per il fatto che è stato registrato dal vivo. Credo che sia la naturale evoluzione che ci porta d essere sempre più vicini a ciò che davvero sentiamo di essere.
Canti, tra le altre cose, il mare e l'amore. Cosa ti piace raccontare nelle tue canzoni?
Mi piace poter raccontare quello che ho bisogno di comunicare. Quello che, per me, ha urgenza di essere cantato. Sono sempre testi che scaturiscono da ciò che vivo, da chi incontro, da quello di cui vado alla ricerca e dalle tappe che percorro. Come una sorta di diario di bordo.
La domanda è d'obbligo, lo sai, vero? Come mai hai scelto di cantare in inglese? Sappiamo da sempre che sfondare in Italia senza cantare in italiano è veramente complesso. Ora: o di sfondare ti interessa poco, o fai pochi calcoli e prendi ciò che viene impegnandoti al massimo.
Credo che molte cose saranno cambiate quando questa non sarà più una “domanda d’obbligo”. Ho scelto semplicemente di fare ciò che mi viene più naturale, ciò che mi suona meglio e ciò in cui sono convinto di poter dare tutto. Sarò un sognatore, ma lo faccio perché credo che scrivere e cantare le proprie canzoni sia una cosa da fare esattamente come ci si sente più sinceri. Sul fatto dello “sfondare” o meno si può discutere per giorni, soprattutto in Italia, dove credo che sia un concetto abbastanza altalenante, ancorché esistente. E poi, non ho mai ben capito perché quando si tratta di musica l’Italia debba essere isolata dal Mondo. Mi spiace pensare che da tutti i paesi possano emergere progetti musicali che parlano a un pubblico enorme usando l’inglese e da noi questo sia impossibile. Di certo io non mi arrendo.
Ci proverai prima o poi a misurarti con l'italiano (il che, ovviamente, non è affatto un obbligo)?
Se mi sentirò e mi sembrerà la cosa più coerente con me stesso, certamente sì. Per ora si può trovare su Youtube solo una versione di “Ho Visto Nina Volare” di De Andrè.
Uno degli avvenimenti più importanti dell'anno per te è stato sicuramente la vittoria del Cornetto Free Music Festival e la successiva apertura ai concerti dei Negramaro (potete vedere un pezzo del live qua). Chiederti di raccontarci l'esperienza intera sarebbe stupido. Ma ci racconti la sensazione che si prova a salire sul palco e trovarsi di fronte, per la prima volta, decine di migliaia di persone (anche se era già successo un'altra volta, ma le migliaia erano molto meno)?
Salire su un palco davanti a 50.000 persone è una cosa che ti toglie il respiro. Ma poi te lo restituisce con gli interessi… È un misto di emozione e adrenalina, uno scambio continuo. Come se ci fosse una gigantesca bolla di una qualche energia fortissima che continua a rimbalzare tra il palco e il pubblico. Per alcune cose è come tutti possono immaginarsi che sia. Per altre supera l’immaginazione. I momenti che mi hanno colpito di più erano quelli in cui riuscivo ad assaporare il momento, con lucidità come dall’occhio del ciclone.
Cosa ti ha portato, sia come emozioni che praticamente, questa esperienza?
È stato importante misurarsi con una cosa del genere. È stato speciale ricevere tutto quell’affetto, che ci ha portato ad essere accolti da tante persone che hanno continuato a sguinci. È stato bello conoscere i Negramaro, vedere quanto una band come loro creda nella musica mettendola sempre al primo posto, con lo stesso entusiasmo di chi ha appena iniziato a girare i locali. Mi ha portato a capire che molti discorsi stanno a zero. Ci siamo sentiti ripetere tante volte che “solo con due chitarre acustiche e una batteria” sarebbe stata dura in uno stadio. Invece è stato perfetto. Perfetto come le cose in cui si crede veramente.
Come è andata la prima data del tour?
Molto bene! Milano è casa, e come per ogni partenza la prima soglia che si attraversa è quella della propria casa. Ci siamo sentiti circondati d’affetto. Lo show è completamente nuovo, metà della scaletta è costituita da canzoni nuove o arrangiamenti radicalmente diversi ed è stato bello poterli proporre per la prima volta proprio a Milano. Inoltre è stata una piccola festa, era la prima data ufficiale organizzata da Godzillamarket, la nostra nuova famiglia, ed è stato bello essere lì tutti insieme.
Ghost question: ci spieghi come mai hai deciso di fare una cover di “Closer” dei NIN, con quel testo che s'allontana un po' dal resto dell'album?
Ci è piaciuto particolarmente come era venuta. E come la tua “ghost question” è una sorta di “ghost track”. Abbiamo voluto mettere una sfumatura diversa, che arricchisse l’atmosfera dell’intero album pur restandone in un certo senso separata. E poi parla di sesso e amore. Come il resto del disco, solo, in maniera più esplicita.
Ecco le date del tour:
Venerdì 8 novembre @ Arci Biko – Milano
Venerdì 15 novembre @ Big Lebowski – Novara
Giovedì 21 novembre @ Fishmarket – Padova
Sabato 30 novembre @ Acqua Cheta – Tremezzo (CO)
Martedì 2 dicembre @ 2Periodico Cafè – Roma
Venerdì 6 dicembre @ Hard Rock Cafè – Venezia
Giovedì 12 dicembre @ Off – Modena
Venerdì 13 dicembre @ Holzaus – Isernia
Giovedì 19 dicembre @ La Claque – Genova
Venerdì 20 dicembre @ Honky Tonky – Seregno