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Intervista a Giovanni Gulino tra MusicRaiser e il best of dei Marta sui Tubi

Sono giorni caldi per Giovanni Gulino, leader dei Marta sui tubi e fondatore della piattaforma di crowdfunding MusicRaiser. Oggi, infatti esce il best of della band “Salva Gente” di cui a breve comincerà il tour mentre MR cerca di espandersi all’estero. Gli abbiamo fatto qualche domanda nella doppia veste di cantante e imprenditore.
A cura di Francesco Raiola
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Marta-sui-tubi
Marta sui tubi (foto di Benedetta Balloni)

Giovanni Gulino è impegnato ormai da due anni in una doppia veste, riuscendo a raccogliere soddisfazioni da entrambe. Oltre a essere il leader dei Marta sui Tubi ormai da più di dieci anni, da un anno e mezzo è a tutti gli effetti anche un imprenditore (sempre se non consideriamo l'attività di musicista una sorta di attività imprenditoriale già di per sé). Con la compagna Tania Varuni, infatti, il cantante ha creato quella che in pochissimo tempo si è affermata come una delle piattaforme di crowdfunding più importanti del paese, MusicRaiser, che in questi anni, stando ai numeri, ha raccolto "oltre 1.000.000 di euro, con cui sono stati finanziati 214 album, 22 eventi, 23 video e 13 progetti diversi", come scrive l'azienda in un comunicato e come ci conferma in parte lo stesso Gulino che abbiamo sentito telefonicamente.

Già dal nome, però, bisognava capire che le ambizioni della coppia andavano oltre quelli che erano i confini nazionali e infatti arrivati a un certo punto hanno deciso che era arrivato il momento di fare il salto e aprirsi ai mercati internazionali, forti già di un consistente bacino di utenza straniero che si rivolgeva alla loro piattaforma per finanziare i propri progetti: Gulino stesso parla di un 20% di progetti stranieri "dall'Australia, alla Colombia, Stati Uniti, Inghilterra, all'Africa". Per permettere la propria espansione l'azienda ha firmato un accordo che porterà nelle sue casse 350.000 euro provenienti da b-ventures (Gruppo Buongiorno), Key Capital e da un pool di investitori privati.

Ma cos'è il crowdfunding? Ce lo spiega sempre Gulino: "È un servizio online che ti permette di trovare i finanziamenti che ti servono per  fare il tuo disco o qualsiasi concetto legato alla musica (…) puoi realizzare il tuo progetto e farti produrre da questa community che ormai è arrivata a 50000 iscritti e soprattutto coinvolgere i tuoi fan e anche trovarne di nuovi. Gli artisti che partecipano a MusicRaiser danno in cambio dei microfinanziamenti delle ricompense che possono confezionare loro". Insomma un modo di fare business in un epoca in cui l'economia della discografia musicale sta cambiando tantissimo, soprattutto grazie alle piattaforme di streaming come Deezer e Spotify, e proprio con quest'ultima MR ha stretto un accordo per valorizzare i giovani artisti: "Stiamo elaborando assieme una strategia per consentire alle band migliori di farsi conoscere di più".

Ma Gulino, in questi giorni è impegnato anche con il suo primo progetto, ovvero i Marta, che proprio oggi escono con "Salva Gente", un Best Of con i brani più importanti della loro carriera, con due inediti: "A modo mio"  e "Salva Gente" a cui ha collaborato anche Franco Battiato.

Per chi non lo sapesse, ci spieghi brevemente cos'è MusicRaiser e perché hai deciso – assieme a Tania Varuni – di cominciare questa impresa?

È un servizio online che ti permette di trovare i finanziamenti che ti servono per  fare il tuo disco o qualsiasi concetto legato alla musica. Tecnicamente è una piattaforma di crowdfunding, il che significa che puoi realizzare il tuo progetto, farti produrre da una community che ormai è arrivata a 50000 iscritti e soprattutto coinvolgere i tuoi fan e trovarne di nuovi. Gli artisti che partecipano a MusicRaiser, in cambio dei microfinanziamenti, danno delle ricompense che possono confezionare loro.

Come mai avete deciso di partire con questo progetto? Sentivi che mancava qualcosa?

Io sono stato sempre appassionato di nuove tecnologie, sistemi di promozione e vista la grande crisi economica di questi ultimi anni – della discografia, che è ancora più anziana della crisi economica – come musicista mi sono reso conto che in Italia un servizio del genere mancava e serviva. All'estero c'erano già piattaforme che davano questo servizio e quindi abbiamo deciso di realizzarla noi, io e la mia compagna, Tania Varuni, anche lei addetta ai lavori (è una nota dj). Io come musicista conosco bene la scena musicale italiana e così chi meglio di noi poteva mettersi in gioco in questo modo.

A proposito di estero, la vostra idea è quella di varcare i confini italiani. C'è mercato per un progetto come il vostro?

Beh, il mercato c'è.  È un trend che vediamo, sempre più spesso, infatti, ci arrivano dei progetti stranieri che vogliono usare MusicRaiser per finanziare i propri progetti e quindi viene naturale cominciare a investirci anche perché il 15/20% dei progetti viene dall'estero, ma per estero intendo proprio Australia, Colombia, Stati Uniti, Inghilterra, fino all'Africa.

Il crowdfunding non salverà l'industria musicale. È una delle accuse più frequenti che vi viene fatta…

Guarda è un servizio che prima no c'era e adesso c'è, è un'opportunità in più per i musicisti. Poi c'è chi la può usare bene e chi no. È un servizio che è anche una specie di sfida, di mettersi in gioco – non tutti i musicisti sono in grado di mettersi in gioco o vogliono rischiare -, per questo ci sono molte critiche anche immotivate. Alla fine il crowdfunding non toglie nulla a tutto il resto della filiera produttiva, anzi ti dà la possibilità di fare le cose in totale autonomia e per fare questo sono necessarie oltre alle doti artistiche anche delle capacità di comunicazione. Comunque il crowdfunding  non è un'ipotesi, è una cosa che funziona, basta leggere come vanno le piattaforme in America e in Inghilterra, ad esempio; oramai il 20% della musica indipendente viene finanziata attraverso i servizi di crowdfunding. E noi, dopo un anno e mezzo, siamo la riprova che è qualcosa che funziona: abbiamo finanziato più di 300 progetti e abbiamo raccolto più di un milione e cinquecento mila euro e questo significa che è un servizio che non solo gli artisti usano volentieri, ma a cui anche i fan degli artisti si appassionano, perché riescono ad avere come contropartita delle cose esclusive che magari non avrebbero da nessuna parte e poi nasce un senso di compartecipazione, un processo collettivo di creazione che è proprio un modo bellissimo per abbattere le barriere che ci sono tra artista e fan

C'è un progetto di cui sei più fiero?

Non ti saprei dire, sono tanti tantissimi, ma Massaroni Pianoforti è uno di quelli che ci ha dato più soddisfazioni. Lui è uno di quelli che aveva un disco nel cassetto straordinario, bellissimo, ma non aveva i soldi per registrarlo; proprio una di quelle cose che dici ‘ma dai, non è possibile!' e con noi è riuscito a fare quello che  voleva fare e adesso sta girando ha ottime recensioni. È stata una piccola campagna, 3000 euro – abbiamo finanziato anche cose di 30 mila – però questa m'è rimasta nel cuore perché quando arriva un artista di questo tipo è sempre un piacere lavorarci e vederlo crescere. Alla fine il nostro obiettivo è quello di aiutare tramite il crowdfunding a farsi conoscere. Abbiamo preso da poco una partnership con Spotify e stiamo elaborando assieme una strategia per consentire alle band migliori di farsi conoscere di più anche con uno strumento come Spotify

A proposito di Spotify: che ne pensi delle polemiche che hanni investito le piattaforme di streaming, soprattutto riguardo le revenue agli artisti?

Io non sono uno che lotta col futuro, nel senso che ho 42 anni e ho visto cambiare tantissimi supporti e, veramente, la musica 25 anni fa si ascoltava in modo diverso e ricordo che ogni volta che veniva fuori un nuovo supporto è stato un momento dove gli addetti ai lavori litigavano tra loro tra chi sosteneva e chi li ripudiava. In realtà il futuro, abbiamo visto, non si può arrestare e se il progresso ci dice che la remunerazione degli artisti passa, non per le copie vendute, ma attraverso i play su piattaforme come Spotify o Deezer devi farci i conti. È l'artista che si deve in qualche modo adoperare per sfruttare al massimo altri canali.

Come sposi la tua attività di imprenditore con quella di musicista?

Guarda, per fortuna non sono da solo, abbiamo un team abbastanza nutrito e molto in gamba. Io non mi occupo di fare il lavoro di monitoraggio attivo su tutti i progetti, ma mi occupo di più delle scelte strategiche, delle partnership, dei finanziatori. Poi abbiamo delle persone che svolgono tutto il lavoro quotidiano e lo fanno in maniera egregia. Il nostro punto forte è quello di seguire ogni singola campagna e cerchiamo di non lasciare in balìa di se stessi i creators perché sappiamo che non tutti sanno bene come funziona, quindi è su questo che mettiamo l'accento. E infatti i numeri ci danno ragione, nel senso che il 70% delle campagne che presentiamo sulla piattaforma è finanziato.

Oggi esce "Salva Gente". Quando arriva il momento di guardare alla propria carriera, quello giusto per guardarsi dietro e raccogliere il meglio che si è prodotto?

Beh sicuramente il numero tondo – 10 anni – è importante. È un momento in cui ci guardiamo un po' alle spalle, ma guardiamo anche al futuro e volevamo raccogliere i nostri successi per avere un quadro di quello che abbiamo fatto fino ad oggi, soprattutto per i nuovi fan, quelli che ci seguono da poco tempo. Negli ultimi anni si è abbassata molto la media dell'età delle persone che ci seguono. Vedo molti ragazzi giovani che conoscono più le cose che abbiamo fatto negli ultimi anni e quando facciamo dei pezzi vecchi dal vivo rimangono un poco spiazzati, quindi la nostra idea rimane quella di fornire una specie di compendio di quello che abbiamo fatto.

Ci dite qualcosa sul nuovo tour? Cosa dobbiamo aspettarci?

Se sei stato a un concerto dei Marta sui Tubi sai che può succedere di tutto. Abbiamo delle novità: ci sono due inediti da far ascoltare, uno è "Salva Gente" che è il pezzo con Battiato, l'altro è "A modo mio" che è incluso nella raccolta e poi ci sono tante canzoni che abbiamo riarrangiato, più altre cose, tipo alcune cover. Insomma cercheremo sempre di rendere diverso il concerto, anche perché se no ci annoiamo.

E pezzo con Franco Battiato come è nato?

L'abbiamo conosciuto l'anno scorso quando ci ha invitato a suonare a un festival in memoria di Dalla, quindi abbiamo avuto il piacere di stare un po' assieme. È stato gentilissimo, sapevamo chi era, ma conoscere oltre l'artista anche l'uomo è stato emozionante. Da lì, poi, siamo rimasti in contatto e all'inizio dell'anno, quando abbiamo tirasto fuori "Salva Gente" è stato proprio il pezzo a suggerirvi di chiamare Franco, perché pure come melodie rientravano nel suo stile. Quindi abbiamo fatto una telefonata, gli abbiamo inviato il pezzo e dopo due giorni ci ha inviato la sua traccia vocale via mail. È stato veramente semplicissimo, lui è una persona splendida e quindi siamo veramente felici.

Per il prossimo album, invece, quanto dobbiamo aspettare?

Guarda stiamo lavorando. Penso che uscirà l'anno prossimo, ora vedremo se prima o dopo l'estate.

Le date del tour

26/06 Bologna “Bolognetti Rocks” Vicolo Bolognetti
27/06 Foresto (BG) Forest summer fest
06/07 Allerona (TR) Festa Allegrona
10/07 Massa Lombarda (RA) Riot Fest
18/07 “Villanova” Pulsano (TA)
19/07 Boville Ernica (FR) Boville Heineken Festival
20/7 Villaggio Mondiale – Ostia (RM)
29/7 Alpette (TO)
01/08 Lamezia Terme (CZ) Color fest
06/09 Aprilia (LT) “Io suono con Damiano

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