Intervista a Enrico Ruggeri. L’artista camaleontico racconta a Sanremo 2010 le donne in stile “Barock
In gara presenta La notte delle fate e ci parla della donne. Nove Festival di Sanremo alle spalle di cui due che lo vedono vincitore. Oggi esce il suo ventinovesimo album, La ruota, e riporta sul palco il suo vecchio gruppo, i Decibel. Intanto propone un tour molto originale.
Enrico, come mai qui a Sanremo?
Perché sono qua? Perché mi sono accorto che il numero delle cose che ho fatto è superiore al tempo che avevo per diffonderle. Il programma tv appena terminato, che ha dato tante soddisfazioni Mistero, ho scritto ed è uscito il libro che lo riguarda, sta uscendo il mio nuovo album “La ruota”, tra una settimana parte la tournèe. La cosa importante non è passare quei 3-4 minuti sul palco dell’Ariston, ma è arrivare a tutti, è un’occasione per avvicinare i media, in una settimana fai quello che puoi fare in tre mesi.
Il palco dell’Ariston per tutti croce e delizia. Per te com’è?
La cosa bella di quando ti esibisci davanti a persone che sono venute per te, è che starà ad ascoltarti per due ore e mezza. Quella è la collocazione giusta di un artista. Da quel palco ti succede di deconcentrarti. Ricordo, ad esempio, il duetto con Milva. Guardavo il parterre e tra personaggi vari, soubrette, c’era Gloria Guida (quelli della mia generazione possono capire il mio turbamento!), insomma vedi una serie di persone diversissime tra di loro e ti distrai!Mi stavo addirittura dimenticando le parole! Il palco dell’Ariston è una vetrina che ti permette di far sentire la canzone a milioni di persone in una volta sola, però Sanremo è un mezzo e non un fine. Mai!
Com’è nata la canzone La notte delle fate che hai presentato in gara?
Questa canzone “Barock”, conio un termine ora in corsa, è nata da un giro di basso ed è diversa dalle canzoni che ho portato al Festival le altre volte a parte Contessa che fu una rivoluzione epocale!E’ diversa dall’impegno di Nessuno tocchi Caino o dal rock di Mistero. La sfida era riuscire a farmi dire di aver fatto nuovamente qualcosa di diverso!
Perché molti giovani hanno la possibilità di salire su questo palco dell’Ariston e non osano rimanendo a volte rimango banali?
E’ colpa anche dei discografici che prediligono qualcosa sicura. Oggi è difficile riuscire a distinguersi troppo. Nessuno in realtà mi ha spiazzato e sbalordito per l’innovazione.
Come hai iniziato a fare tv?
Mi chiamò il direttore di Italia 1 ed ebbi paura del reality, invece mi proposero il progetto per la tv e mi disse che dovevo essere me stesso tranquillamente. Poi ho avuto le altre idee come il programma Quello che le donne non dicono.
Con ironia domando: allora il prossimo anno presenterai il Festival di Sanremo?
No no! E’ una grana che non mi prenderò!
Che giuria vorresti vedere a Sanremo?
Personalmente preferirei una giuria di ex punk!E’ ovvio che i ragazzi che escono dai talent-show prenderanno più voti con il metodo dell’sms.
Ilaria Berlingeri