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Ila Rosso: le canzoni di “Secondo me i buoni” spiegate

Ila Rosso spiega il significato del suo nuovo album “Secondo me i buoni” canzone per canzone.
A cura di Francesco Raiola
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"Secondo me i buoni" (INRI) del "cantastorie laureato in fisica" Ila Rosso esce il 14 ottobre e Fanpage ve lo fa ascoltare in anteprima per tutta la giornata di oggi. Qua sotto, inoltre, vi presentiamo tutte le canzoni spiegate proprio da Ilario Rosso.

Canzone dei Murazzi: Canzone che rievoca i fasti perduti dei Murazzi del Po, melting pot della vita artistica sotterranea e notturna di Torino, tra malinconia ed indignazione.

Casi popolari: Una descrizione disincantata della miseria umana e culturale raggiunta dal nostro paese, in cui l’apparenza è diventata espressione di una sostanza senza radici, che non sa più su che basi poggiare. Un brano che racconta della perdita di umanità nell’era digitale.

Cerco l'azzurro: La denuncia della mancanza di un sentimento nazionale (trovato invece in caso di vittoriose partite degli "Azzurri", da qui il titolo), un'accusa alla massificazione del pensiero operata dal mezzo televisivo.

Inconcludente: Una riflessione su una condizione e un modo di vivere "giovanili", che senza spiragli nel futuro consumano il proprio ciclo in futilità che inebetiscono.

Filastrocca dei mesi: Filastrocca giocosa che celebra lo scorrere del tempo con una frecciatina al sessantotto conformista come evento "unico" che ha fatto il vuoto intorno.

Ballata degli ultimi ubriaconi: Apologia dei disperati che popolano le bettole malfamate e che si perdono cercando in ogni sguardo un approdo.

La storia è sempre quella: Una presa di coscienza delle storture tipicamente italiane, in particolare riguardo alla "questione cultura", che sembrano imposte da una intellighenzia conformista ed interessata.

Galeotto e libertà: Una riflessione sulla condizione delle carceri e dei carcerati.

I morti: La vita e la morte, lo scorrere del tempo, la precarietà del tutto, la lotta dell’uomo contro l’uomo, la considerazione dell’importanza, comunque, di vivere il presente.

Tango dei puri: Tensione emotiva per un amore perduto, sentimento che cresce fino allo spasimo per accorgersi, forse troppo tardi, che il fiore è vivo, mi scappa dalla mano.

La canzone cafona: Diretta e inevitabile, si impone per la sua spontaneità e il suo irridere i dogmi della società borghese; con in chiusura una chicca (l’opinione di Jacopo) di Dargen D’amico.

rap_porto (bonus track): Bonus track che chiude idealmente il disco mettendo a nudo la crudezza di una cultura che fa della competitività esasperata la sua bandiera, anche e soprattutto nei rapporti; racconta un mondo in cui i buoni riescono silenziosamente a sopravvivere, ma in cui rischiano costantemente di essere sopraffatti.

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