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Il significato e la vera storia de La canzone di Marinella, cantata da Meloni e Salvini dopo Cutro

La canzone di Marinella di Fabrizio De Andrè al centro della cronaca per il momento karaoke di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Qui il testo e il significato.
A cura di Vincenzo Nasto
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Fabrizio De Andrè, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, foto di LaPresse
Fabrizio De Andrè, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, foto di LaPresse

La canzone di Marinella, successo del 1962 del cantautore genovese Fabrizio De André, è al centro di un caso meta-politico, che coinvolge la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il segretario della Lega Matteo Salvini. Infatti, a poche ore dalla strage in mare accaduta sulle coste calabresi di Cutro, che conta tutt'ora 79 vittime, i segretari dei due partiti principali che formano la maggioranza al governo, sono stati inquadrati dalla fotocamera del giornalista Nicola Porro, mentre intonavano la celebre canzone di De Andrè, momento musicale della celebrazione dei 50 anni di Matteo Salvini. Qui il testo e il significato de La canzone di Marinella.

Il testo de La Canzone di Marinella

Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra a una stella

Sola e senza il ricordo di un dolore
Vivevi senza il sogno d'un amore
Ma un re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla tua porta

Bianco come la luna il suo cappello
Come l'amore rosso il suo mantello
Tu lo seguisti senza una ragione
Come un ragazzo segue l'aquilone

E c'era il sole e avevi gli occhi belli
Lui ti baciò le labbra ed i capelli
C'era la luna e avevi gli occhi stanchi
Lui pose le sue mani sui tuoi fianchi

Furono baci e furono sorrisi
Poi furono soltanto i fiordalisi
Che videro con gli occhi delle stelle
Fremere al vento e ai baci la tua pelle

Dicono poi che mentre ritornavi
Nel fiume chissà come scivolavi
E lui che non ti volle creder morta
Bussò cent'anni ancora alla tua porta

Questa è la tua canzone, Marinella
Che sei volata in cielo su una stella
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno come le rose

Il significato de La Canzone di Marinella

"Una canzone napoletana, scritta da un genovese": è così che negli anni '70 Fabrizio De Andrè raccontava La canzone di Marinella al giornalista Vincenzo Mollica, una perfetta armonia tra musica e testo. Il brano del 1962, pubblicato la prima volta sul singolo Valzer per un amore/La canzone di Marinella del 1964 dallo stesso autore, si lascia fiorire attraverso la solennità delle note del compositore Gian Piero Reverberi. La missione di De André, trascendere l'elemento di cronaca, alleggerendo il carico emotivo della morte sul ruolo della protagonista, può essere intravisto nel racconto del primo incontro tra Marinella e il suo assassino: "Tu lo seguisti senza una ragione come un ragazzo segue l'aquilone". Anche nelle strofe successive, la descrizione della morte è caratterizzata dallo scontro tra realtà e sogno, come nel passo: "Dicono poi che mentre ritornavi, nel fiume chissà come scivolavi e lui che non ti volle creder morta, bussò cent'anni ancora alla tua porta". La fine catartica della vita, l'elemento di estemporaneità della bellezza che non riesce a sopravvivere alla quotidianità viene inquadrata nell'ultima sestina, quando De André canta: "Questa è la tua canzone, Marinella che sei volata in cielo su una stella, e come tutte le più belle cose, vivesti solo un giorno, come le rose"

La storia che ha ispirato De André

Come ha raccontato lo stesso Fabrizio De Andrè negli anni successivi al successo de La canzone di Marinella, la storia raccontata nel brano riporta alla mente un caso di cronaca del 1953, legata alla ballerina Maria Boccuzzi. La donna, di origini calabresi ma emigrata a Milano con la famiglia negli anni '30, dopo una storia d'amore finita e l'allontanamento subito dalla famiglia, incomincia a intraprendere il lavoro di ballerina di avanspettacolo di varietà col nome d'arte di Mary Pirimpò e conobbe Luigi Citti detto Jimmy, noto frequentatore di locali notturni meneghini, di cui divenne l'amante. Dopo esser caduta nelle grinfie del protettore Carlo Soresi, la donna fu costretta a prostituirsi negli anni successivi, spostandosi da Torino a Firenze, prima di ritornare a Miano, lungo i viali del fiume Olona. La notta del 28 gennaio 1953, la donna si spense a causa di colpi di revolver, e spinta, ancora agonizzante, lungo il fiume, per poi esser ritrovata nei giorni successivi. Anche se vennero indagati Soresi e Citti, il caso è caduto in prescrizione per mancanze di prove.

Il caso di cronaca che lega Giorgia Meloni e Matteo Salvini

Nella serata di sabato 11 marzo i tre leader della maggioranza, Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, hanno partecipato a una festa a sorpresa per il cinquantesimo compleanno del segretario della Lega, caduto il 9 marzo. L'evento si è svolto in un hotel in provincia di Como, alla presenza di un centinaio di invitati. A poche ore dalla tragedia di Cutro, che ha visto la morte in mare di, per adesso, 79 persone, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il festeggiato Matteo Salvini hanno intonato La canzone di Marinella, ripresi dal giornalista Nicola Porro.

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