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Il significato di I Love You, la canzone che Ghali ha presentato nel carcere di S. Vittore

“I love you” è il nuovo singolo di Ghali, il rapper milanese che lo scorso anno conquistò le radio e le classifiche con “Cara Italia”. Questa volta parla a chi gli sta più vicino, dice, e lo fa presentando il brano al Carcere di S. Vittore dove ha passato qualche giorno assieme ai detenuti facendosi raccontare le loro storie.
A cura di Giampaolo Mannu
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“Questo è un carcere a cui tengo particolarmente, ho dei ricordi ancora chiari, delle foto forti che ho ancora in testa di quando da bambino venivo qui con mia mamma a trovare mio padre”. Inizia così la presentazione di “I love you”, il nuovo singolo di Ghali disponibile su tutte le piattaforme dalla mezzanotte del 15 marzo. Un brano che il rapper milanese ha voluto svelate tra le mura del carcere di S. Vittore, a Milano, dove per due giorni si è intrattenuto con i detenuti facendosi raccontare le loro storie e le loro speranze per il futuro una volta usciti di prigione.

Il documentario con i carcerati e il murales con Jorit

La presentazione del singolo inizia nel piccolo piazzale dal quale si diramano i sei “raggi” del carcere. Ghali è già seduto tra il pubblico, in mezzo ai detenuti, con i quali ride e scherza prima di prendere la parola e iniziare la proiezione di un mini documentario filmato in bianco e nero. “Cos’è per te la libertà?”, chiede a una mamma carcerata. “I miei figli”, risponde lei raccontando del marito che li ha abbandonati e di quanto sia stato difficile crescerli. Poi ancora, a un altro prigioniero: “Cosa diresti a un delinquente per non farlo finire qui dentro?”. “Gli direi che non ne vale la pena”, la risposta del carcerato. Ho capito tante cose qui a S. Vittore, dice Ghali alla platea mentre scorrono le immagini in cui il rapper visita le stanze dei detenuti, gioca con loro a pallone e li aiuta a disegnare un murales insieme all’artista Jorit, venuto apposta da Napoli. “Mi avere ispirato”, dirà alla fine il rapper rivolto agli ospiti del carcere.

Il singolo “I love you

Presento questo singolo a un anno da ‘Cara Italia’ – spiega Ghali – Ma diversamente da quel brano, in cui mi rivolgevo a persone che con me a calcio non ci giocherebbero mai, oggi mi rivolgo alle persone che ‘stanno a fianco a me’, nel mio mondo. Non è cambiato nulla rispetto al contesto in cui scrissi ‘Cara Italia’ e per questo voglio usare la mia notorietà, l’attenzione che c’è su di me, per dare voce a persone come voi detenuti”. Poi il rapper milanese va al mixer e spara il suo beat a volume altissimo, così alto che i carcerati si mettono a ballare, in piedi, come a un concerto, mentre gli agenti della Polizia Penitenziaria li sorvegliano, un po’ preoccupati. Una scena forse mai vista dentro a S. Vittore.

L’omaggio a Michael Jackson nella copertina del singolo

Forse non tutti lo sanno, ma sono da sempre un suo grande fan – spiega Ghali -, per questo, come potete vedere, la copertina del singolo è un omaggio esplicito alla sua figura”. La foto ritrae il mezzo busto di Ghali mentre improvvisa il passo di “Moonwalker”, il film prodotto e interpretato da Michael Jackson nel 1988 e che rese celebre quella sua camminata all’indietro senza staccare mai i piedi da terra. Al piede di Ghali, sulla copertina, una palla stroboscopica da discoteca legata con una catena.

Il significato del singolo “I love you

“Immaginate questa canzone come una lettera a un immaginario detenuto – dice Ghali – Potrebbe essere il fratello o la sorella di qualcuno, o potrebbe essere persino mio papà, che era detenuti proprio qui dentro, anche se non è una lettera scritta direttamente a lui. È un modo per far capire la condizione delle persone che stanno qui dentro, partendo dalla consapevolezza che per iniziare a cambiare le cose occorre partire dall’individuo e dalla sua realtà e che c’è sempre un essere umano sia sotto la divisa sia sotto al passamontagna. Se ‘Cara Italia’ è stata una lettera d’amore al mio paese con l’intento di scuotere qualcosa nell’animo dei nostri governanti con una canzone d’amore, a un anno dall’uscita di quel singolo purtroppo nulla è cambiato e ho deciso di dedicare un’altra canzone d’amore a chi mi sta affianco, alla prima persona che potrebbe cambiare le cose, al primo futuro quindi a un amico, un fratello o una sorella. Perché forse bisogna guardarsi a fianco prima di cercare di cambiare la testa di chi tra di noi non vuole mai scendere a giocare. Non ho ancora perso le speranze”.

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