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Il significato di “Chi non lavora non fa l’amore” di Adriano Celentano, tra ironia e politica

Il brano arrivò primo al Festival di Sanremo del 1970, dove il Molleggiato si presentò in coppia con la moglie Claudia Mori. Tante le polemiche nate intorno alla canzone, definita dai più “crumira e reazionaria”, negli anni in cui montava la contestazione degli operai, che non avevano la serenità di soddisfare le voglie delle loro mogli.
A cura di Ida Artiaco
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Adriano Celentano a Sanremo nel 1970.
Adriano Celentano a Sanremo nel 1970.

"Chi non lavora non fa l'amore", prima ancora di diventare un'espressione proverbiale, è il titolo di una canzone con la quale Adriano Celentano, in coppia con la moglie Claudia Mori, trionfò al Festival di Sanremo nel 1970. Era la terza volta che il Molleggiato si esibiva sul palco dell'Ariston, dopo aver presentato "24mila baci" nel 1961 e la chiacchieratissima "Il ragazzo della via Gluck" nel 1966, ed anche in questo caso, come nelle precedenti edizioni, la sua performance diede adito a molte polemiche, anche e soprattutto politiche, non solo per il testo proposto, ma anche per la sua interpretazione fuori dagli schemi: all'inizio dell'esibizione interruppe l'orchestra per ben due volte per aver dimenticato le parole prima di intonare il brano per intero, con il risultato di tenere incollate a sé le telecamere e di far spazientire gli altri concorrenti. Il successo di questa che divenne una vera e propria hit fu subito alle stelle, arrivando a quota 750mila copie vendute.

Le accuse a Celentano per la sua "canzone antisciopero"

Secondo molti critici Celentano, che dal punto di vista melodico si ispirava al John Lennon di "Give peace a chance", con "Chi non lavora non fa l'amore" aveva stigmatizzato i lavoratori che rinunciavano allo stipendio per difendere i loro diritti. A causa loro, dei loro scioperi, che erano molto frequenti in quell'epoca di contestazioni, tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, "c'è il caos nella città". Per questo, anche le loro mogli si trovano in difficoltà, costrette a concedersi in cambio di denaro. Una pioggia di polemiche investì il cantautore e il brano venne ribattezzato la "canzone antisciopero" o "canzone crumira", accusato di insultare i lavoratori italiani e la loro causa. Erano soprattutto i più giovani ad essere arrabbiati con il Molleggiato, definendolo un "reazionario", per le parole contro lo sciopero e le invocazioni al "signor padrone" per avere un aumento di stipendio e salvare così il proprio matrimonio. Altri considerarono la sua vittoria al Festival di Sanremo addirittura un segnale al governo.

"Chi non lavora": una provocazione ironica a sostegno dei più deboli

Anni dopo, sarà il cantautore in persona a eliminare ogni dubbio sull'interpretazione del testo. "Il mio inten­to – ha sottolineato Celentano – era lanciare una provocazione ai datori di lavoro facendo un pa­rallelo con gli operai che, senza lavoro, perdevano anche la sere­nità. Come potrei io, con la mia storia familiare, essere contro gli scioperi, l’unica arma democrati­ca per fare rispettare i diritti delle persone più deboli e dare loro vo­ci? Sono figlio di emi­granti, poveri, onesti e allegri".

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