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Il significato di “Buona Domenica”, in cui Antonello Venditti racconta di una chiamata mai arrivata

Sono passati 40 anni da quando Antonello Venditti avrebbe pubblicato “Buona domenica”, apparso nel settembre del 1979. Un album che sarebbe entrato di diritto tra i più amati del cantautore romano, reduce dal successo di “Sotto il segno dei pesci” e in cui sarebbero entrate alcune delle sue canzoni più amate, compresa la title track.
A cura di Redazione Music
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È il 2019 e Antonello Venditti gira l'Italia facendo riascoltare "Sotto il segno dei pesci", album del 1978 che cambiò la percezione dell'artista romano, dopo la rottura con la vecchia etichetta. Eppure, quest'anno, cadono anche i 40 anni di un altro degli album più noti, amati e conosciuti di Venditti, ovvero "Buona domenica", lavoro in cui il cantante riversa tutto se stesso, cercando di aggiungere a Venditti anche Antonello, come ha dichiarato in alcune interviste, intendendo che la voglia era quella di mettere più se stesso nelle canzoni e in effetti questo è forse l'album perfetto, purtroppo per lui, che mentre scriveva alcune di queste canzoni si stava separando dalla moglie Simona Izzo.

Uno degli album più venduti del 1979

Venditti era sempre stato considerato tra i cantautori "impegnati" e in effetti non si è mai fatto problemi a parlare di droga (eroina, in particolare), omosessualità ("Giulia") senza contare i movimenti studenteschi, il riflusso, insomma, temi vari, impegnati, ma con la capacità anche di raccontare il disincanto dell'amore. Anche quest'album, come il precedente fini in testa alla classifica dei più venduti di quell'anno piazzandosi quarto in totale dietro all'omonimo di Lucio Dalla, che finì secondo anche con "Banana Republic" assieme a Francesco De Gregori, mentre terzi furono i Pooh con l'album "Viva".

Un tracklist piena di classici

L'album conteneva alcune delle canzoni più belle del cantante, da quella che dà il titolo all'album, passando per "Stai con me", ma anche "Robin", "Mezzanotte" e quel capolavoro che è "Modena" con Gato Barbieri al sax. "I dieci mesi non sono serviti solo per scrivere, musicare e registrare le otto canzoni del disco. Ne sono uscite il doppio, tanto da riempire interamente un altro 33 giri. Queste otto che ho raccolto hanno comunque, tutte assieme un senso preciso. Secondo me un LP è fatto di capitoli. Poi c’è stato tutto il lavoro tecnico per raggiungere il suono ottenuto abbiamo rifatto quattro volte le matrici." dichiarò nel 1979 a Daniele Ionio (intervista qui).

Una domenica sperando in una chiamata

E il capitolo che aveva a che fare con "Buona domenica", la canzone, era quello di un'attesa d'amore, appunto, il racconto della domenica di una ragazza bloccata a casa nell'attesa di una telefonata da parte dell'amato. La canzone deve molto, a livello musicale, a "Dont't Stop" dei Fleetwood Mac e l'attacco del pezzo è evidente, mentre nel testo è la storia di questa domenica da buttare, passata in casa, con la madre che le dice "ma non esci mai, perché non provi a divertirti". "Buona domenica Passata a casa ad aspettare, tanto il telefono non squilla più, il tuo ragazzo ha preso il volo" dice Venditti introducendo subito l'argomento e poi lasciandolo sotteso per tutto il testo in cui c'è la radio che suona, la sorella che "parla parla", la scuola ("Tanto lo sai che non t'interroga e poi è domani che ti frega") e una giornata che, nell'attesa, non vuol passare, finché nella penultima strofa torna l'argomento principale, con quel "Ciao, ciao domenica il tuo ragazzo non ti chiama, tristezza nera nello stomaco e in testa voglia di morire".

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