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Il significato de La Bambola, la canzone che Patty Pravo non voleva e diventò un successo

Nel 1968 a chiudere l’anno come una delle canzoni più vendute fu “La bambola”, la canzone che Patty Pravo non voleva cantare e che diventò il suo più grande successo.
A cura di Francesco Raiola
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Patty Pravo (LaPresse)
Patty Pravo (LaPresse)

Era il 1968 e Patty Pravo era già un'artista nota che, però, si esibiva soprattutto con canzoni che erano riletture italiane di brani internazionali, come "Ragazzo triste" che era la versione italiana di "But you're mine" di Sonny & Cher o "Se perdo te" che rifaceva, invece, in italiano "The time has come" di P.P. Arnold. Fu il 1968 e una canzone che, pare, non le piaceva affatto, a darle il primo grande successo nazionale – che in breve tempo si tramuterà in internazionale – dandole il la per diventare una delle artiste italiane più amate e vendute della storia Musicale del nostro Paese. Fu "La bambola", infatti, ha creare ancora di più il mito attorno alla cantante romana, "la ragazza del Piper", com'era nota all'epoca, con un appellativo che le resterà comunque incollato per tutta la vita: la canzone, infatti risulterà come una delle sue più amate, pietra miliare, in realtà, della musica leggera italiana di tutti i tempi.

La canzone più venduta del 68 con Azzurro

Il 1968 si chiuse con la sola "Azzurro" di Adriano Celentano, davanti alla canzone della Pravo, che chiuse seconda nella classifica dei singoli più venduti e mettendosi alle spalle "La Nostra favola (Delilah)" di Jimmy Fontana. Saranno circa 40 milioni i dischi venduti nel tempo da questa canzone scritta da Ruggero Cini, Franco Migliacci, Bruno Zambrini con l'accompagnamento dell'orchestra diretta da Ruggero Cini ed I 4 + 4 di Nora Orlandi e che inizialmente Patty Pravo non voleva cantare a causa del significato della canzone e di una protagonista che non la rispecchiava appieno, succube com'era al suo uomo.

Canzone rifiutata dalla Caselli

Eppure alla fine la RCA riuscì a convincerla a cantare una canzone che in precedenza era stata rifiutata da Caterina Caselli e Little Tony, tra gli altri, e che in seguito fu arricchita dall'orchestrazione di Cini e dall'orchestra. La Pravo riuscì comunque a farla sua, permettendole di aprirsi a un pubblico che la conosceva, appunto, come una ribelle, una ragazza da cui difficilmente potevano uscire dalla bocca parole come quelle della canzone.

Canzone di ribellione

Il pezzo, infatti, parla di una ribellione, del rifiuto di una donna di farsi trattare come una bambola, appunto, dal suo uomo: "Tu mi fai girar, tu mi fai girar, come fossi una bambola. Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola" canta la Pravo prima di dire basta a una condizione di subalternità: "No ragazzo no tu non mi metterai tra le dieci bambole che non ti piacciono più" anche perché "Non ti accorgi quando piango quando sono triste e stanca tu pensi solo per te". Il brano diventò un vero e proprio successo e permise alla Pravo di confermarsi come una delle più amate, diventando (fonte) la seconda artista più venduta di sempre dopo Mina con circa 100 milioni di album.

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