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Il Rovescio della Medaglia, intervista ad Enzo Vita: il gruppo è tornato col nuovo album Microstorie

Music Fanpage ha intervistato Enzo Vita, chitarrista della band prog anni 70′ che di recente ha pubblicato un nuovo album dopo anni di silenzio assoluto.
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Il Rovescio della Medaglia

Tra i tanti album attesi nel 2011, trovano spazio anche graditi ritorni. Stiamo parlando de "Il Rovescio della Medaglia", nata negli anni 70′ come band progressive rock, dalle forte tinte hard rock. Dopo due album concettuali come "La Bibbia" e "Io come io", la band ha raggiunto il massimo successo con "Contaminazione", realizzato anche grazie alla collaborazione del maestro Luis Bacalov, autore di colonne sonore d'impatto per film quali "Il Postino", leggendario film con Massimo Troisi e "Milano Calibro 9", anch'esso realizzato insieme ad una band rock, nella fattispecie, i napoletani Osanna.

Dopo lo scioglimento del 1975, Enzo Vita tenta di riprende il progetto lasciato in sospeso con una nuova formazione, pubblicando "Il Ritorno" e "Vitae", lavori che otterranno riscontri piuttosto negativi da parte dei fan, delusi per il cambio di sound, tendente più al commerciale rispetto all'hard rock elaborato dei primi due album e al connubio tra rock e musica classica di "Contaminazione". Nel 2011, Enzo Vita ha ripreso in mano il progetto RdM, con la pubblicazione dell'album "Microstorie", scaricabile su iTunes a 9,99 €. Alla voce, troviamo Roberto Tiranti, voce solista dei Labyrinth.

In occasione di tale ritorno, abbiamo intervistato il padre di RdM, il chitarrista Enzo Vita, che ci ha narrato gli stilemi e le caratteristiche del nuovo lavoro, dandoci qualche interessante retroscena sul passato della band prog rock. Ecco l'intervista in esclusiva:

Innanzitutto parliamo del vostro nuovo album, Microstorie, che segue a ruota libera l'ultimo lavoro pubblicato nel 1999. Cosa intendete per “Microstorie”? Qual'è il concept di fondo su cui si basa la vostra ultima opera?

"Sono tutte storie vissute in prima persona, quindi il concetto è il vivere. Ma non segue il lavoro del 99".

Parliamo un po' del vostro passato. A cavallo tra il vostro 2° album, “Io come Io” e il vostro ultimo album della prima era, “Contaminazione”, c'è stato un passaggio fondamentale: quello dell'approdo di un tastierista di ruolo nella vostra formazione, Franco Di Sabbatino. Cosa vi ha spinto ad apportare l'aggiunta di un tastierista alla vostra formazione?

"L'entrata del tastierista Franco di Sabbatino ha allargato tutte le sonorità che volevamo: erano quelle della contaminazione tra rock e musica classica, e qui il maestro Bacalov è stato fondamentale, sia nel creare che nel dirigere il tutto".

Rovescio della Medaglia negli anni 70'

Dopo la pubblicazione di “Contaminazione”, il vostro percorso musicale è stato bruscamente frenato dal triste episodio del furto della strumentazione. È stato tale episodio a far scaturire lo scioglimento, o s'erano create altre problematiche?

"Il furto c'è stato, ma su quello che sembrava chiaro una volta, oggi ho dei dubbi. Uno tra i fattori che portò allo scioglimento era anche che ogni uno di noi aveva indirizzi musicali diversi. Poi c'erano troppe spese (il grosso dei guadagni andava per comprare strumenti, impianti voce, effetti per lo spettacolo)".

Dopo lo scioglimento del 1975, lei ha deciso di riproporre il progetto “Il Rovescio della Medaglia” con una nuova formazione, proponendo un sound decisamente differente rispetto a quello del periodo degli anni 70′. Il vostro nuovo album rispecchia i canoni del periodo anni 90′ o si distacca da essi, proponendo un sound essenzialmente nuovo rispetto ai vostri standard passati?

"Dopo la prima formazione entrarono in RdM Mark Harris (al piano elettrico e al synth) e Tony Wolsmey (al basso) al posto del Di Sabbatino e Stefano Urso. Il cantante Pino Ballarini aveva lasciato il gruppo già da tempo. Tirammo avanti suonando funk rock fino al 76′, poi tutti se ne andarono per le loro strade. Così, rimasto solo dopo aver fondato RdM sono partito per Londra per iniziare con Peter Gabriel una sua tournée negli USA, ma sono arrivato in ritardo così sono rimasto su per sei mesi (era il 77) quando ormai imperversava la musica punk; non trovando occasioni sono tornato in Italia. Il cd degli anni 90 è stato bloccato per divergenze con la produzione, vincendo pure la causa intentatomi dalla stessa. Microstorie si distacca del tutto sia perché non è un cd di intrattenimento ma alla vecchia maniera (comunicare il vivere con tutti i suoi problemi). La musica si evolve ed io con essa, infatti in Microstorie c'è di tutto, però alla mia maniera che quella di RdM".

Enzo Vita

I fan si sono spesso domandati sul significato reale di molte delle liriche presenti in “Contaminazione”, tanto che alcune frasi sono rimaste praticamente incomprensibili. Purtroppo siamo venuti a sapere della dipartita di Sergio Bardotti, il paroliere autore dei testi dell'album. Ci sa dire se esistono ancora i testi integrali di tale disco?

"I testi di Contaminazione non li ho scritti io, quello che so è che è stata un'idea di Sergio Bardotti insieme a Gepy".

Ci parla un po' del concept che gira intorno a “Contaminazione”?

"La Bibbia nasce perché avevo problemi con la religione. Io come io per problemi con il sapere e Contaminazione per problemi con la musica. Non basta la passione, non basta neanche lo studio e nemmeno l'esperienza: bisogna trovare quel piacere profondo nel crearla, anche se poi la tieni nel cassetto, perché non la crei per la moda o per soldi, ma come dicevo prima, per far nascere qualcosa che non c'è".

Contaminazione Rovescio della Medaglia

I vostri primi due album, “La Bibbia” e “Io come Io”, hanno rappresentato delle sonorità piuttosto forti ed asciutte, unendo un sound Hard Rock ai dettami del sound “progressivo”. Quali sono state le vostre “fonti d'ispirazione” principali?

"Nel 68/69 insieme a Stefano Urso e Gino Campoli suonavamo cover di ogni genere col nome dei Lombrichi, poi ci siamo sciolti. Stanco delle cover, ho voluto fare qualcosa di mio personale, cercando in tutti i modi di non rifarmi a quello che avevo suonato fino allora, cosi nasce RdM. Ho parlato con Stefano Urso e l'idea gli era piaciuta, poi è stato tutto un integrare di musicisti. Le fonti che ho cercato le avevo dentro, perché ho ascoltato di tutto, ma sono nato in Italia, dove la musica classica la si respira da tutte le parti e l'idea è stata di unirla al rock. Farlo in tre è stata una esperienza esaltante".

Avete intenzione di pubblicare un nuovo album dopo “Microstorie”?

"Sì".

Che opinione ha sull'attuale movimento musicale italiano?

"C'è una sovrabbondanza di musica e le cose belle si mescolano ad altre meno belle".

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