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Il ritorno di “Bella ciao”, la canzone della Resistenza simbolo di libertà in tutto il mondo

“Bella ciao” è una delle canzoni italiane più conosciute al mondo, da sempre simbolo di libertà e resistenza dalla Francia alla Turchia, in questi ultimi anni è diventato anche un importante e vasto fenomeno pop, grazie anche a “La casa di carta” la serie tv spagnola su Netflix che le ha dato una spinta nuova.
A cura di Francesco Raiola
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Attorno alla nascita di "Bella ciao", canzone ormai simbolo della Resistenza italiana e considerato canto dei Partigiani – anche se c'è chi scrive che mai fu cantata dai partigiani – c'è una letteratura variegata in cui si cerca di risalire alle origini di questo canto che nel tempo ha assunto una valenza simbolica, che trascende la verità storica sulla nascita, ormai, ma si reifica nella lotta contro le oppressioni, in quei "morti per la libertà" che fanno parte della versione a noi nota. Canzone che si è concretizzata successivamente alla guerra; canzone che ha al proprio interno tante influenze; canzone che affonda le sue origini in ballate francesi del Cinquecento; canzone che ha origini klezmer; canzone nata come canto delle mondine, "Bella ciao" continua a far discutere i filologi e trovarne il bandolo della matassa è sempre più complesso.

Canto di resistenza

Se è vero che uno dei canti simbolo della Resistenza era "Fischia il vento", cantato nelle fila partigiane – e ripresa anche da Beppe Fenoglio nel suo "Il partigiano Johnny" – è vero anche che col tempo è stata "Bella ciao" a imporsi in tutto il mondo come simbolo di libertà, appunto, e resistenza, riuscendo in questi ultimi anni a rivivere sotto diverse forme. "Uno iato profondo – molto più che ai tempi del primo conflitto mondiale – separa le canzoni del repertorio leggero da quelle della guerra e della Resistenza. Le prime di tutto s'occupano fuorché dei problemi che in quel momento assillano gli italiani. Spetta così alle seconde interpretare i sentimenti autentici della gente" scrive il critico Gianni Brogna analizzando l'epoca postbellica e il brano ha un testo – quello più noto, oggi – che racconta proprio dei partigiani che lottano contro l'invasore.

Bella ciao ne "La casa di Carta"

In questi ultimi anni questo testo è tornato più attuale che mai, facendosi coro da stadio, coro da piazza, coro da funerale (per Charlie Hebdo), coro da serie tv e cantato dalle voci più disparate. La "Casa di carta", serie spagnola prodotta da Netflix, l'ha riportata in auge anche tra il pubblico non italiano, facendola cantare al Professore e a Berlino, dopo aver definito il piano per svaligiare la Zecca di Stato spagnola. È questo il momento che ridà veste pop a una canzone che in Italia resta relegata a una certa parte politica e che in tutto il mondo, invece, viene cantata da personaggi vari, compresi calciatori come Pato e Mario Götze (sic), fino a spandersi come tifo da stadio durante i Mondiali di Russia 2018.

Tutte le versioni di Bella ciao

Ma sono le piazze che negli anni se ne sono appropriate, dalla Francia alla Grecia di Tsipras, passando per la Turchia e l'Asia, confermando la canzone sempre più come simbolica. In Francia e Germania torna in classifica, su Youtube corre nelle varie versioni, soprattutto quelle d'oltralpe, col remix di Hugel e la versione che vede Maitre Gims assieme a Naestro, Vitaa, Dadju & Slimane, fino alla versione di Steve Aoki & MARNIK. In Italia, durante la nostra Storia la canzone è stata reinterpretata da artisti come Claudio Villa, Giorgio Gaber (di cui la versione qui sotto), Francesco De Gregori e Giovanna Marini, i Modena City Ramblers (forse la versione nuova più nota) e da artisti stranieri come Manu Chao, fino alla versione dello scorso anno di Tom Waits e Marc Ribot, "Goodbye Beautiful", per l'album di quest'ultimo "Songs of Resistance 1948-2018". L'ultima versione nota, in ordine di tempo, poi è quella dei Marlene Kuntz e Skin, cantante degli Skunk Anansie, che hanno deciso di rileggere il canto e farlo uscire in occasione della prossima Festa della Liberazione.

Il testo di Bella Ciao

Questa mattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
questa mattina mi sono alzato
ed ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e se o muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

E seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno
mi diranno o che bel fior

E questo è il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao
bella ciao ciao ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà.

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