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Il ritorno di Anastasio mescola rap, jazz e pop: “Torno più maturo ma non pacificato”

Anastasio, ex vincitore di X Factor, è tornato con un nuovo album, “Mielemedicina” in cui si apre a nuovi generi, pronto per tornare ad abbracciare i fan ai concerti.
A cura di Francesco Raiola
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Anastasio (ph Valerio Nico)
Anastasio (ph Valerio Nico)

Mielemedicina, il nuovo album di Anastasio – ex vincitore di X Factor -, si apre con un pezzo che forse ti lascia spiazzato. Perché, inutile mentire, ci si approccia a un artista anche in base a quello che abbiamo ascoltato in precedenza. "E invece" – questo il nome della canzone che apre l'album – è un pezzo che non avrebbe sfigurato in uno degli album tanto celebrati dell'epoca d'oro dell'indie italiano. È un Anastasio che forse non ti aspetti, che conserva la sua caratteristica principale, ovvero quella di costruire immagini, di incastrare parole, ma che a livello sonoro si apre, abbraccia di più il pop, appunto, non perde la sua chiave combat rap, esplora territori jazz accompagnato dal pianoforte di Stefano Bollani e quelli elettronici (con Boosta). Noi diremo quasi riappacificato, lui ci corregge, ma il compromesso è che la maturazione porta inevitabilmente – almeno quando hai coscienza del percorso che vuoi percorrere – al cambiamento, anche per uscire dalla gabbia dorata entro la quale rischi di essere bloccato.

È un Anastasio più pacificato quello di Mielemedicina?

Non direi che sono un Anastasio riappacificato perché sarebbe finita la mia missione artistica però forse sono più maturo, questo sì. Oggi credo di riuscire a trattare dei temi che prima faticavo a trattare, non sono spensierato però l'approccio è maturato, anche nei confronti di determinati temi come quello della dolcezza e dell'amore che sono difficili da trattare senza diventare sdolcinati e finire nel banale. Se oggi mi sento di fare un pezzo come "Assurdo" non è perché mi sento più calmo ma perché sono più pronto.

Se c'è una cosa che rimane invariata è l'attenzione che dai alle parole, alla ricerca di immagini…

Quella la considero la mia cifra ed è quello che mi rende Anastasio, per questo motivo è una cosa a cui non rinuncerò mai e non ho paura di dirlo, il mio stile passa per una ricerca di immagini e parole.

A volte rifuggi dal didascalico e c'è bisogno di leggere come spieghi una canzone per capirne le sfumature. Penso a "E invece" che ho letto essere un pezzo sulla società dell'intrattenimento ma che senza un aiuto nell'interpretazione resterebbe legata più alla fantasia dell'ascoltatore che all'intenzione del cantante.

Il discorso è ampio, io credo che sia affascinate questo di "E invece", ovvero che le immagini ci sono e sono abbastanza dirette nel colpo d'occhio ed è ciò che rende interessante una canzone. Le mie canzoni preferite sono quelle misteriose e questa ha un po' questo carattere. Credo che sia un pezzo non criptico, non di quelli che scoraggiano l'ascoltatore, ma che la sensazione sia quella di voler capire, senza spiegarla ma ascoltandola e riascoltandola finché non si svela. Se non te lo svelo – e non è mio interesse farlo – credo comunque che possa darti una sensazione particolare, di mistero, ogni volta che l'ascolti. Che poi è quello che fa la poesia, che è strati di significati.

Quando dici che non dai per scontato il mare cosa intendi?

Lì per esempio ci sono tanti significati sovrapposti di cui però mi sono reso conto solo dopo. Quei versi inizialmente si riferiscono a me, che ho dato per scontato il mare che per me è una cosa normale: io mi affaccio alla finestra e lo vedo, ho un rapporto molto intenso, poi però sono andato via e ho capito quanto lo davo per scontato. Ma c'è anche un significato metaforico perché dico che ho dato per scontato il mare e mi sono accanito sui grilli, ovvero ho dato per scontato una cosa grossa e mi sono accanito su una cosa piccola.

E invece il successo o la notorietà li hai mai dati per scontati?

Dipende che intendiamo per dare per scontato. Non ho mai dato per scontato che sarei stato al top per tutta la mia carriera, però adesso do per scontato che potrò vivere di musica, ma non do per scontato il successo, così come non davo per scontato all'epoca di essere al top perché è normale che un artista non può vivere un'intera carriera al top.

Dell’importanza della parola e della lingua, tra l'altro, ne scrivi in Babele dove parli di come la lingua plasma la nostra mente, tema molto attuale.

Sì, è un tema attualissimo, perché l'uomo si rispecchia sempre nel suo linguaggio e il suo linguaggio plasma il modo di pensare, la sua precisione influenza la nostra forma mentale e in effetti un fenomeno di cui non conosci la parola spesso non esiste. Mi basterebbe impoverire il tuo vocabolario per impoverire di concetti il tuo cervello. È interessante anche il discorso delle lingue primordiali perché magari avevano meno parole ma si facevano sentire in maniera più forte. Come artista è fondamentale l'idea che ogni parola sia una formula magica e ogni frase abbia un potere evocativo e creativo e questo che la fa rientrare nella definizione di magia per questo è un peccato che questa cosa si impoverisca e l'uomo perda questo potere.

Come si è formato il percorso che dalla tv ha portato Stefano Bollani sul disco?

È stato tutto molto naturale, ci siamo conosciuti in occasione del suo programma, appunto, e ci siamo subito trovati. Lui è una persona estremamente curiosa e quando gli ho proposto di fare qualcosa assieme mi ha subito detto: ‘Perché non facciamo qualcosa di rap-jazz?' e visto che anche io avevo questo pallino da tanto tempo ho colto l'occasione. Poi, vabbè, potrei lanciarmi in mille elogi per Bollani ma credo che il suo pregio principale sia la curiosità e si vede, ha tanta passione, non è un caso che il suo programma musicale sia uno dei meglio riusciti, lui è un colto, la musica è il suo pane e la sua cultura nasce senza sforzo da una sua passione come si vede nel pezzo che abbiamo fatto insieme che è un esperimento nato non a tavolino, ma divertendoci.

Parlando di rap-jazz a chi pensi?

La mia ispirazione era un pezzo di Kendrick Lamar, il rap si presta benissimo alle commistioni, in particolare col jazz, anche perché sono due generi molto liberi.

Come hai dato una struttura a questa esplosione di suoni che c'è nell'album?

Credo che l'amalgama di tutto sia io, certo i suoni hanno qualcosa in comune, è un disco molto suonato, si sente che lo è, fatta eccezione per qualche pezzo squisitamente elettronico, come Babele, però l'amalgama finale sono io, nonostante provi mille stili credo che si senta il germe comune dell'approccio a ogni traccia. Passo da un pezzo jazz a un pezzo cantato però lo spirito rimane quello, non credo che l'album suoni disomogeneo.

Album vuol dire anche live, ovvero avere la prospettiva forse di suonare dal vivo tra qualche mese…

Io mi auguro senza forse, ad aprile parte il tour pluririmandato. Guardando il lato positivo questo tour lo farò con un repertorio triplicato rispetto al primo tour perché nel frattempo sono usciti due album e sono gasato finalmente di fare live questi pezzi anche perché sono stati molto pensati per il live e si prestano ad essere sonati. Live, poi, io mi presento con una band di tre elementi.

Le date dei concerti di Anastasio:

  • 06 aprile 2022 BOLOGNA – ESTRAGON  (recupero del 07 ottobre 2021)
  • 07 aprile 2022 FIRENZE – VIPER  (recupero del 08 ottobre 2021)
  • 14 aprile 2022 MILANO – FABRIQUE (recupero del 14 ottobre 2021)
  • 15 aprile 2022 VENARIA REALE (TO) – TEATRO DELLA CONCORDIA (recupero del 13 ottobre 2021)
  • 22 aprile 2022 PADOVA – HALL  (recupero del 17 ottobre 2021)
  • 23 aprile 2022 TRENTO – SAMBAPOLIS  (recupero del 16 ottobre 2021)
  • 28 aprile 2022 NAPOLI – DUEL  (recupero del 21 ottobre 2021)
  • 29 aprile 2022 ROMA – SPAZIO ROSSELLINI (recupero del 22 ottobre 2021)
  • 30 aprile 2022 ROMA – SPAZIO ROSSELLINI  (recupero del 23 ottobre 2021)
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