Il rito di passaggio di Caparezza: “Ho lottato per riappacificarmi col mio passato sbilenco”
Prima di incontrare Caparezza per parlare di Exuvia, ci è stato inviato un link che ci portava in una foresta interattiva, oscura sì, ma la cui via non era smarrita, perché la voce del cantante pugliese ci accompagna spiegandoci la genesi di questo nuovo album, l'ottavo, che potrebbe essere il secondo capitolo di una trilogia, ma Caparezza si lascia la possibilità di scegliere anche di finirla qui. La foresta è il luogo in cui si svolge Exuvia – che è la muta di un insetto e rappresenta, appunto, il cambiamento -, un luogo di insicurezza, certo, nel quale si uniscono luce e buio, momenti tristi e altri divertenti e in cui il cantante fa i conti con il passato, con uno sguardo al futuro, però, mostrando i paradossi della sua vita e tornando anche a Mikimax, il nome con cui ha cominciato e di cui per anni si è vergognato.
La natura in Exuvia
Il cantante affronta il tema della natura, ovviamente, in "Contronatura" parla del paradosso della Natura: "La natura non si cura delle cose, non ha scopo se non quello di esistere. La natura matrigna, per Leopardi, si soffermava sul lato oscuro, ci sono i parassiti, ciò che uccide, ciò che consideriamo innaturale, partendo da là ho pensato che prendersi cura della natura fosse contro natura, ho sovvertito questa cosa perché penso che quando si lotta per proteggere natura è lottare per l'uomo" dice Caparezza.
Da Mikimix a Caparezza: la pace col passato
In "Campione dei Novanta" parla apertamente delle sue origini e di Mikimix – ovvero il nickname con cui salì sul palco del Festival di Sanremo – dedicandogli per la prima volta una canzone intera: "Tra le canzoni ce n'è una in cui affronto di petto Mikimix. Per anni non l'ho vissuta benissimo quella storia, ne avevo vergogna, ho pensato tante volte di aver sbagliato tutto. All'interno della scena musicale e in particolare nel rap se parti col piede sbagliato riacquistare credibilità è difficile, l'inverso è più facile, se parti bene e poi sbagli, ti viene perdonato. Ho dovuto agire in maniera faticosa, ora però posso riappacificarmi col passato, ho l'età per farlo, il passato è stato un passo sbilenco, ma se sono qui forse è dovuto anche a quel passo falso".
Il rapporto con il nuovo rap gangsta
Ma il passato e il mondo nel quale è cresciuto, quello rap, lo affronta anche in "Come Pripyat", in cui parla di "città evacuata per radioattività che è stata fagocitata dalla natura. Le mutazioni di Pripyat, però, non sono dovute alla radioattività ma al tempo che passa, non mi fa riconoscere le cose vecchie e tra queste anche il rap: opulenza e criminalità non sono cose contemporanee, ovviamente, ma da subito un marchio che lo contraddistingueva. All'epoca c'era l'idea di riscatto sociale di chi veniva dal nulla e voleva tutto, quindi era uno spronare e dire che scrivendo rime si può uscire da ghetto. Poi qualcosa si è perso, quel movimento di riscatto si è mischiato alla criminalità e si è creato un cortocircuito. Quando ho ascoltato prima canzone rap, ho ascoltato Run Dmc e non sapevo fosse hip hop, e non pensavo lo fossero i Beastie boys, poi con i Public Enemy ho cominciato ad avere il sospetto che stesse succedendo qualcosa di importante".
Gli errori del passato per scrivere il presente
Le sue ispirazioni sono stati artisti come quelli citati e non riesce a capire troppo la direzione gangsta presa e amplificata ultimamente: "Mi sono affezionato a un certo tipo di rap e mal digerisco quello attuale, mi dicono che non lo capisco, ma ho il sospetto che semplicemente non mi piaccia". Racconta anche della sofferenza di quando dovette arrivare ad alcuni compromessi: "L'esperienza Mikimix è nata quando stava nascendo il rap italiano, io ho sbagliato proprio a mettermi su quella strada, il rap nasceva in contesti più combat, mentre io ero da un'altra parte, avevo fatto Castrocaro a 19 anni, poi ho conosciuto persone che mi davano consigli per fare musica e mi hanno insegnato l'arte del compromesso, arte che non dovrebbe praticare nessuno. Mentre vedevo Neffa e artisti del genere, gente che era nel pieno dell'esplosione, io ero da un'altra parte, molto sbilanciate sul fun, party, e non sono stato neanche il primo, c'erano Jova, gli Articolo 31, che pure erano contestati. Quando penso a quel periodo penso a un periodo in cui mi mordevo le dita, poi ho ostinatamente proseguito e ho cambiato tutto".
Da Fedez alle polemiche per Vieni a ballare in Puglia
Lontano dai social, che usa solo a fini commerciali, come dice chiaramente e senza remore, Caparezza affronta anche il tema delle campagne di sensibilizzazione e la questione Fedez/Primo maggio: "Quello che ho sentito dire da Fedez non l'ho sentito il giorno stesso ma il giorno dopo, era impossibile non imbattercisi: penso che quel discorso sia condivisibile, non ci sono punti su cui si possa obiettare" spiega il cantante che ricorda quando alcuni politici pugliesi chiedevano di boicottarlo per "Vieni a ballare in Puglia": "Anche io ho avuto i miei problemi, quando ho scritto ‘Vieni a ballare in Puglia' non pensavo potesse creare problemi, invece mi ha portato in prima della Gazzetta del Mezzogiorno perché alcuni assessori si chiedevano se fosse giusto o meno che la gente venisse ai miei concerti, chiesero di boicottarmi".
I Bauli in piazza e gli hashtag social
In passato ha anche partecipato a campagne di sensibilizzazione, ma ormai non accetta perché non ci crede più. Fa riferimento alla campagna sul ddl Zan che pure appoggia, ma il disincanto ha la meglio: "Le manifestazioni pro lavoratori le trovo lecite, ma a cosa portano? Quante volte mi hanno chiesto di mantenere fogli con hashtag, ma restano lì, almeno i con i Bauli si va in piazza e si mostra disagio, un disagio enorme che va esposto, per questo preferisco i bauli in piazza alle fotografie sui social che, magari mi sbaglio, non credo portino a qualcosa. Ho perso la fiducia verso queste cose che ho fatto per tanti anni". Exuvia esce il 7 maggio e a febbraio 2022 si prevede che i fan potranno ascoltare il rapper dal vivo.