Il reggae è diventato patrimonio dell’Unesco: “Ha contribuito al dibattito su amore e ingiustizia”
Il reggae è Patrimonio dell'Unesco. La motivazione del comitato speciale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, ha proclamato il genere musicale come patrimonio dell'umanità con la seguente motivazione: "per aver contribuito al dibattito internazionale su ingiustizia, resistenza, amore e umanità, sottolineando la dinamica del elemento come bianco in una sola volta cerebrale, socio-politico, sensuale e spirituale". Il genere musicale originario della Giamaica è dunque patrimonio dell'umanità. I suoni, i ritmi devono essere tutelati, protetti e promossi per questo motivo.
Come nasce il reggae
Il reggae nasce da una contaminazione dello ska, che arrivava ai giamaicani da stazioni radio potenziate della Florida e di New Orleans. È il principale genere al quale il reggae si ispira insieme al rocksteady. Nasce invertendo il ruolo del basso e della chitarra nella musica rock: è il primo ad essere più incisivo. La ritmica in backbeat è il tratto distitivo del reggae, ovvero l'accento sul secondo e sul quarto tempo del rullante della batteria. Così come il ritmo "One Drop", la caduta dell'accento sul terzo movimento in 4/4. E lo "Steppers", come nella musica dance, porta l'accento della cassa su tutti e 4/4.
I grandi artisti del reggae
Bob Marley, su tutti, è riuscito a portare il genere reggae oltre i confini della Giamaica. È l'elemento principale, colui a cui il genere deve quasi tutto sul piano mainstream. Meglio di altri, Bob Marley è riuscito a portare il messaggio di grande amore e umanità della musica reggae. Con Bob Marley c'erano i "Wailers", la sua band composta da Peter Tosh, Junior Brathwaite e Bunny Livingston. Tra gli altri musicisti considerati "istituzionali" per il genere, ricordiamo Toots & the Maytals, Burning Spear, Black Uhuru, Ras Michael, Bunny Wailer, Bad Brains.