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Il PD contro la Rai: “Inopportuno mandare in onda il concerto filorusso di Al Bano”

La Rasi manda in onda il concerto russo di Albano che si chiude con un “Viva la Russia!” e la parte della Commissione di Vigilanza Rai del PD protesta: “Inopportuno, vista la situazione e il drammatico conflitto in corso”.
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Non bastava l'intervista surreale che Al Bano ha rilasciato giovedì 4 settembre al Corriere della Sera in cui difendeva l'operato di Putin, paragonando la situazione ucraina a quella dell'Istria, ma ci voleva anche una serata dedicata della Rai: "Penso che Putin abbia ragione. Quella parte d’Ucraina era Russia ed è Russia. (…) È come con l’Istria: tutti sappiamo che è italiana, anche se abbiamo accettato i diktat delle superpotenze" dichiarò Al Bano. Un'intervista che lasciava qualche dubbio, soprattutto sulla credibilità geopolitica del cantante che alla Russia deve molto del suo successo internazionale. Fu proprio Mosca la città in cui, lo scorso anno, si materializzò la reunion con l'ex moglie Romina Power, dopo anni di separazione. Fu un concerto evento per i 70 anni del cantante di Cellino San Marco che fece molto rumore e che la Rai ha deciso di riproporre venerdì sera in prima serata.

Una decisione, quantomeno, "inopportuna" quella della televisione pubblica, stando ai componenti PD della Commissione di vigilanza Rai: "In Ucraina è in corso un drammatico conflitto e, nel giorno del delicato vertice della Nato in Galles, la Rai manda in onda in prima serata su Raiuno un concerto filorusso, concluso dal grido ‘Viva la Russia!' del cantante Al Bano. È opportuno che i vertici Rai spieghino chi ha preso una decisione del genere" scrivono in una nota congiunta Michele Anzaldi (segretario della commissione), Lorenza Bonaccorsi e Gero Grassi. Soprattutto se si parla di un concerto tenutosi, appunto, un anno fa e rimandato in un periodo molto caldo del conflitto: una sorta di apologia di Putin e della Russia, come ribadito sempre nell'intervista al Corsera:

Ma non la imbarazza cantare per Putin?
«E perché? Ho cantato l’Ave Maria quando c’era l’Urss. Ho sfidato la Spagna di Franco. So che cos’è un regime. Qui c’è una democrazia giovane che esce da settant’anni di comunismo e ha bisogno di tempo. C’è un presidente che dice: voi russi potete stare con la Russia. Io sono nato pugliese, perché devo morire cinese? Se in Ucraina non andrà a finire come nei Balcani, bisognerà ringraziare Putin. Un grande illuminato».

Dopo aver elencato alcuni, drammatici, numeri del conflitto i tre scrivono: "Viene da domandarsi se ci sia qualcuno che verifica i palinsesti della Rai e se una rete con un direttore e vari vicedirettori non verifichi l'opportunità di certe messe in onda, innanzitutto per rispetto delle migliaia di morti che ci sono stati negli ultimi mesi".

Al Bano, comunque non è stato l'unico artista italiano a cantare per la Russia, prendendo una posizione netta. Proprio nel giorno del contestatissimo referendum popolare che dichiarò l'indipendenza della Crimea dall'Ucraina Riccardo Fogli, altro cantante italiano amatissimo in Russia, cantò per i separatisti, provocando non poche polemiche, visti i venti di guerra che tiravano e dichiarando ai giornalisti sconcertati: "C’è un bellissimo sapore di festa. Di serenità. Tanta gente che salta. Io non vedo cannoni e carri armati, solo una grande folla felice…".

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