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Il medico di Battisti conferma la lettera di Mogol in ospedale: “Si commosse, ero l’unico in stanza”

Arriva la testimonianza del medico di Lucio Battisti in merito alla contesa tra la moglie e Mogol sul biglietto/lettera portato in segreto in ospedale.
A cura di Vincenzo Nasto
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Lo scorso 9 settembre, Lucio Battisti veniva ricordato a 25 anni dalla sua scomparsa, e tra le figure descritte come fondamentali nella sua carriera musicale, non può che esserci l'autore Mogol, nome d'arte di Giulio Repetti. Proprio negli scorsi giorni, lo stesso ha ricordato ancora una volta il rapporto con Battisti, interrottosi lavorativamente per motivi economici nel 1980, ma che sembra esser continuato anche durante la malattia del cantautore di Poggio Bustone. Lì, la nascita dell'ennesimo scontro tra la moglie, Grazia Letizia Veronese, e Mogol, in riferimento a una lettera consegnata di nascosto proprio da Mogol al cantautore, durante i suoi ultimi giorni all'ospedale San Paolo di Milano. La veridicità dell'affermazione di Mogol, sembra essere stata confermata nelle scorse ore dal medico che consegnò la lettera a Battisti in ospedale, intervistato nelle scorse ore da La Stampa.

La testimonianza del medico in stanza con Battisti

Il medico, Antonio del Santo, ha infatti rivelato di aver consegnato personalmente il biglietto di Mogol a Battisti durante una delle visite di controllo: "A me lo diede la collega di un altro reparto. E io lo portai subito in camera di Battisti. Gli dissi che arrivava da Mogol e che potevo allungarglielo, leggerlo ad alta voce per lui o stracciarlo". A confermare l'esistenza di un legame ancora forte tra Mogol e Battisti, sembra esserci proprio la testimonianza della reazione di Battisti, dopo che Mogol gli aveva rivelato di pensarlo molto, lasciandogli anche il suo numero di telefono in fondo: "Quelle parole semplici colpirono Battisti al punto da commuoverlo. L’ho detto e lo ribadisco. Sono l’unico a poterlo fare: ero lì". A rendere ancora più sfumata la testimonianza del medico, ci sarebbe anche il particolare del biglietto nascosto alla moglie: infatti Del Santo afferma che Battisti riuscì a nascondere il biglietto alla moglie, una delle possibili cause di mancata conoscenza della missiva per Grazia Letizia Veronese.

Le accuse della moglie Grazia Letizia Veronese a Mogol

La donna, moglie di Lucio Battisti e madre di suo figlio Luca Carlo Filippo, aveva attaccato duramente proprio Mogol, accusandolo di aver utilizzato la figura di Battisti come "passepartout" nel mondo della musica italiana: "Noto anche che, in queste occasioni, non fai mai alcun cenno alle innumerevoli cause che hai intentato dopo la morte di Lucio: tre gradi di giudizio per una questione di confini, due gradi di giudizio per un risarcimento danni, per ‘perdita di chance': una causa che, visto l'esito, ha costretto in liquidazione le Edizioni Acqua Azzurra. Ed ecco ora, dopo sette anni dalla sentenza del 2016, una nuova identica causa, questa appena nata, ma ancora per ‘perdita di chance'. Ti ricordo (fra parentesi) che sono ancora in attesa di una risposta alla lettera che ti ho scritto il 10 giugno del 2020, quando eri Presidente effettivo della Siae. Sono passati tre anni e hai ritenuto di ignorare quella lettera ma, nel frattempo, hai continuato a produrre programmi che hanno al centro Lucio Battisti (che, consentimi il termine, è diventato il tuo passepartout)".

La replica di Mogol in un'intervista

Nel frattempo, dopo poche ore, era arrivata anche la risposta di Mogol, attraverso un'intervista rilasciata sul Quotidiano Nazionale, che aveva glissato sulle questioni giuridiche: "Sulle vertenze giudiziarie si sono espressi e si esprimeranno i magistrati", ma ritornando sul tema della lettera, che sembra esser stata confermata proprio dal medico Del Santo dell'ospedale San Paolo di Milano ha detto: "Mi dispiace si possa anche soltanto immaginare che io mi sia inventato di aver fatto avere una lettera a Lucio nel periodo finale della sua malattia. Non so che motivo avrebbe potuto spingermi a raccontare una bugia. Tra l’altro, fu un medico a rendere testimonianza della cosa, parlandone con una giornalista".

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