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Il karaoke di Tiziano Ferro al Maradona tra dichiarazioni d’amore a Napoli e omaggi a Pino Daniele

Tiziano Ferro ha conquistato i 40 mila del Maradona: il cantante torna a Napoli con un lunghissimo karaoke.
A cura di Francesco Raiola
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Tiziano Ferro a Napoli (ph Claudia Nappi)
Tiziano Ferro a Napoli (ph Claudia Nappi)

Quello che doveva essere è stato, ovvero un lunghissimo karaoke. Tiziano Ferro aspettava questo momento da anni e già nelle tappe precedenti a quella del Maradona lo aveva dimostrato. Un lungo singalong per i fan del cantante di Latina che aveva scelto di rinviare di un anno ancora il suo tour, scegliendo il 2023 invece del 2022 per ritornare dai suoi fan. E alla fine l'incontro è avvenuto, rendendo tutti contenti, nonostante qualche problema di audio e nella scelta del maxischermo centrale. Ma sono cose che i fan di Tiziano gli perdonano, lo si sente subito il calore che anche il pubblico di Napoli riserva al cantante.

E lui stesso più volte rende omaggio alla città, giocando soprattutto sulla vittoria dello Scudetto e indossando anche la maglia numero 10 che gli ha regalato la società. E il calcio è stato uno dei fil rouge della serata partenopea, con il cantante che più volte ha scherzato coi cartelloni dei fan, quelli pro Napoli ma anche quelli che gli chiedevano di gridare Forza Juve, squadra di cui è simpatizzante. Ma le fedi calcistiche sono passate in secondo piano rispetto all'amore del suo pubblico. Insomma, uno show di 34 canzoni dimostra chiaramente la voglia del cantante di donarsi completamente a chi ha comprato il biglietto ormai oltre quattro anni fa e non manca occasione per ringraziarli: "Non era scontato – ha detto il cantante -. A Napoli avete tutto: mare, musica, quindi perché conservare questo biglietto? Per questo vi dico grazie".

Le quasi tre ore di concerto si poggiano sui suoi maggiori successi, ma non mancano i pezzi dal suo ultimo album, a cui si aggiungono le due cover fatte con Massimo Ranieri, ospite per questa tappa. "Accetto miracoli" dà il via a tutto, seguita da "Buona (cattiva) sortem, "La differenza tra me e te" e nel computo possiamo aggiungere "Sere nere", "Hai delle isole negli occhi", "Ti scatterò una foto", "Xdono", "Imbranato", "Raffaella è mia" (anticipato da un video in cui lui parla di Carrà. Ferro interagisce continuamente col pubblico, ne legge i cartelli, cerca di ascoltare quello che gli dicono, parla con una fan che deve sposarsi e fa partecipare tutti i 40 mila e non può non celebrare la città.

La maglia del Napoli, quindi, i continui riferimenti allo scudetto, alla città al "C'è solo uno stadio: il Maradona!" con cui introduce Lo stadio, appunto, ma soprattutto la presenza del "Re di Napoli" sul palco. Dopo "L'ultima notte al mondo", infatti, sale sul palco Massimo Ranieri, che Ferro ringrazia per aver mantenuto una promessa fatta ormai anni prima. Insieme fanno "Perdere l'amore", una delle canzoni italiane più belle di sempre, ma assieme vogliono anche rendere omaggio a Pino Daniele, nello stadio in cui una settimana prima avevano fatto lo stesso anche Chris Martin e i Coldplay, con la differenza che Ranieri parla di Daniele come di "un amico": la scelta questa volta cade su Je sò pazzo.

L'unica pecca è probabilmente un audio non proprio perfetto (spesso si sentivano scandite le parole, soprattutto quando il cantante parlava e il pubblico esultava), almeno per chi era sugli spalti (distinti e tribune), e la scelta di usare esclusivamente lo schermo centrale (non anche quelli laterali) che però, essendo coperto dai line array – il sistema di casse verticali sospeso ai lati del palco – ha impedito per gran parte del concerto la visuale di Ferro sullo schermo, col pubblico che si è "dovuto accontentare" della vista di lui, piccolo, sul palco. Ovviamente l'energia, le canzoni, la disponibilità del cantante hanno compensato tutto, e nel computo finale i fan erano contenti e per strada continuavano a cantare, e poi, alla fine, è ciò che conta veramente.

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