Il fenomeno Stromae atterra in Italia e fa sold out
Stromae arriva in Italia per la prima volta. La seconda, per l'esattezza, se contiamo la sua ospitata prima a Sanremo e poi a "Che tempo che fa", ma per la prima volta i fan italiani potranno godere di un concerto intero di una delle gradite sorprese musicali del 2013. Questa sera il Maestro (Stromae, infatti, in un particolare gergo francese – il verlan – sta proprio per "maestro") – Paul Van Haver, all'anagrafe -, infatti farà tappa all'Alcatraz di Milano, per un concerto che è andato sold out poco dopo l'annuncio, al punto che il cantante belga ha annunciato già che tornerà a suonare in Italia a fine anno, a dicembre, per l'esattezza, quando bisserà con due concerti l'appuntamento di stasera: il 15 dicembre sarà protagonista al Mediolanum Forum di Assago (Mi), mentre il 17 scenderà a Roma per esibirsi al Palalottomatica, appuntamenti per cui è ancora possibile acquestare biglietti.
Chi lo ha visto live parla di uno spettacolo imperdibile e di un'energia in grado di calamitare anche chi approccia questo musicista con un po' di scetticismo. Il Primavera Sound di Barcellona ne è stato un esempio. Per molti, infatti, il live del belga di origini ruandesi è stato uno dei migliori concerti della rassegna, ma Stromae non è esattamente un fenomeno improvviso, o almeno non lo è per l'Europa. I primi echi del cantante, infatti, si ebbero qualche anno fa, quando una canzone, "Alors on dance", riportò il francese cantato anche sulle labbra degli italiani. Nei paesi francofoni fu una bomba: un ragazzo belga, elegante, altissimo e di origini ruandesi mescolava la dance a testi impegnati e riusciva a far ballare tutti. Il pezzo lo lanciò tra i grandi della musica francese, ma Stromae non si è seduto sugli allori, anzi, è con il secondo album "Racine Carrée" che il belga ha messo a segno il punto più importante, permettendogli di aggiudicarsi anche 6 "Victoires del la musique", ovvero i primi musicali più importanti della Francia.
Non solo dance, ma anche hip hop, elettronica e il cantautorato. C'è chi arriva a definirlo il nuovo Brel, forse esagerando, fatto sta che Stromae è sicuramente una delle voci più riconoscibili della musica europea, anche grazie a questa commistione di generi ("Da piccolo credevo che l'hip hop fosse tutto" ha dichiarato nella conferenza stampa pre Sanremo) e ai messaggi che riesce a lanciare. Contro l'idea comune (e spesso sbagliata) che vuole la dance e l'elettronica come musiche buone solo per ballare, il cantante riesce a veicolare messaggi come quello della parità di genere, del razzismo (date un ascolto a "Batard"), cantando anche la perdita, come fa in "Papaoutai" (che sembra un gioco di parole ma si declina in un più normale "Papa où t'es", ovvero "Papà dove sei").
Un fenomeno che ha conquistato anche l'Italia, che ha spinto l'ultimo album del cantante in cima alle classifiche – primo francofono della storia del Belpaese -, lasciandolo per 12 settimane in top ten e figurando tuttora in top 20 (è al diciassettesimo posto). Un risultato incredibile per un autore non italiano né anglofono che dà l'idea di quella che è l'attesa per il concerto di questa sera. "Cerco di essere il più onesto possibile, questo è quello che faccio" disse sempre in occasione della conferenza stampa sanremese e pare che il pubblico abbia apprezzato, come dimostra anche il sold out di questa sera.