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Il Covid cambia anche il Natale di Valerio Scanu: “Saranno feste tristi, niente concerto live”

Per i fan di Valerio Scanu il Natale è diventato un appuntamento fisso: da anni, ormai il cantante sardo mette su uno spettacolo musicale natalizio con tanti ospiti. A causa del Covid-19 e delle restrizioni, però, quest’anno non si potrà più tenere e così il cantante ha pensato a un evento alternativo con un album e un lungometraggio.
A cura di Francesco Raiola
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Per i fan di Valerio Scanu il Natale è diventato un appuntamento fisso: da anni, ormai il cantante sardo mette su uno spettacolo musicale natalizio con tanti ospiti. A causa del Covid-19 e delle restrizioni, però, quest'anno non si potrà più tenere e così il cantante ha pensato a un evento alternativo, senza escludere totalmente la possibilità di qualcosa in streaming. Il nuovo progetto, intanto, prevede l'album "Canto di Natale" in cui assieme ai classici natalizi c'è l'inedito "L'aria del Natale" – con la partecipazione del coro di voci bianche del Laboratorio Musicale di Badesi – che si affianca a un film che vede la collaborazione di due ospiti speciali come Remo Girone e Massimo Lopez.

Ciao Valerio, quest'anno è un periodo natalizio diverso, per questo hai pensato a un modo diverso di festeggiare, giusto?

Sì, quest'anno sì, il concerto che ormai dal 2012 è diventato un appuntamento fisso non si può fare e così per ovviare a questo abbiamo deciso di raccontare il Natale in maniera differente, di fare un lungometraggio natalizio nel quale racconto un po' quello che per me è il Natale come arrivare a Natale. Non che ci sia una ricetta, però ci sono delle cose sperimentate da me, di quello che è il mio vissuto e il mio passato e un po' di quello che è stato il mio presente più recente: da lì quest'idea di "Canto di natale".

“Anche se è scontato voglio le campanelle”, come è nato "L'idea del Natale"?

Sì, sì verissimo, ho detto che volevo campanelle, cori di bambini, non mi importa quanto possa essere scontato, volevo un brano natalizio, quindi è stato quello, e il mio amico Gabriele Oggiano mi ha detto ‘Sì sì, ho capito, ho capito' (lo dice con accento sardo, ndr), lui sardissimo, come me, e io gli ho detto ‘Ok, l'importante è che tu abbia capito' e dopo neanche due giorni mi è arrivato il tutto, non completo, però già comprensibile.

Scrivere canzone di Natale non è semplice, c'è un forte rischio di cadere nella retorica o forse è proprio quello la forza del Natale?

Guarda, devo essere sincero, lui non mi ha messo le campanelle come avevo pensato io, però ha messo delle cose che mi hanno fatto dire sì. Io non riesco a trovare una tecnica, è tutto a braccio, quindi se una cosa mi colpisce subito io dico di sì: l'unica cosa che non era stata messa all'inizio, ma solo perché una bozza è una bozza, è stato il coro dei bambini, quello è stato messo alla fine e ci stava tutto. Sai, i grandi classici di Natale dicono più o meno le stesse cose, parlano della neve, del pupazzo, Rudolph dal nasino rosso brillante, certo poi la musica evolve. Io credo che la musica di un brano natalizio attuale debba seguire un po' di retorica, perché alla fine tutte le città accenderanno le luci, come dico anche nel testo. Però questo è più un qualcosa che volevo arrivasse a tutti, un inno alla speranza: mi servo del Natale per raccontarvi un po' di speranza e fede.

E com'è confrontarsi con i classici?

Guarda, per quanto riguarda gli arrangiamenti ho lasciato molta libertà ai miei musicisti, che mi conoscono e che hanno trovato una chiave giusta, quella della semplicità, perché queste sono scritture lavorate ma minime: abbiamo una voce, la mia, un'altra, che sono i cori, una chitarra e un piano, alcune sono fatte solo con la chitarra, altre solo col piano, diciamo che in primo piano c'è la voce, però è tutto molto minimal. Sarebbe stato un disco da vinile, non l'ho fatto, quest'anno – ma non escludo di farlo prossimamente – perché non ho avuto tempo, per stamparlo ci vuole più tempo.

La voglia di farlo durare nel tempo è il motivo per cui non fate riferimento aperto ai problemi di queste feste?

Sì, questo sicuramente sarà un Natale diverso e triste per molti, quello che sta succedendo ha colpito tutti, però vuole essere un inno al fatto che arriveranno tempi migliori. Abbiamo scelto di non essere troppo palesi, poi abbiamo voluto mettere un riferimento a Dickens, se vai a vedere il percorso interiore dell'individuo che da Grinch si trasforma in Babbo Natale.

Senti, qual è la tua canzone preferita di Natale?

Va a periodi, oggi forse I'll be home for Christmas.

L'idea di fare qualcosa in streaming non vi è venuta proprio in mente?

All'inizio c'era, prima di fare questo disco avevo pensato di fare un concerto da casa, così che potessero vederlo tutti, poi abbiamo fatto qualcosa di più lavorato. Io onestamente non sono organizzato, so che alcuni dei miei si stavano organizzando, chiedendo anche le autorizzazioni necessarie, qualora ci fosse l'opportunità ben venga.

A Sanremo ci hai pensato?

Al momento no, sono molto concentrato su questo di concerto.

Ma non lo escludi in futuro.

No, in futuro non si esclude mai niente.

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