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Il cantante siriano Omar Souleyman arrestato in Turchia per terrorismo

Dagli ultimi lanci d’agenzia, sembra che sia stato trattenuto in carcere in Turchia il cantante siriano Omar Souleyman, accusato di appartenenza al gruppo PKK.
A cura di Vincenzo Nasto
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Omar Souleyman (ph Chris McKay/Getty Images)
Omar Souleyman (ph Chris McKay/Getty Images)

La star della musica siriana Omar Souleyman è detenuto in Turchia, con l'accusa di terrorismo legata alla presunta appartenenza al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). A darne l'annuncio il portale Gazete Duvar, che svela come il musicista non era ritornato a casa lo scorso mercoledì, e che le notizie sul suo arresto sono cominciate a circolare anche prima del comunicato del governatore di Şanlıurfa, nel sud della Turchia, al confine con Siria e Libano. Il figlio del cantante ha cercato di rassicurare tutti, negando le accuse di terrorismo e le affiliazioni politiche del padre, adducendo all'arresto un rapporto sbagliato dei funzionari turchi. Nel frattempo, il manager di Souleyman ha detto all'Agence France-Presse che il musicista è stato interrogato per le notizie secondo cui era tornato di recente in un'area della Siria controllata dall'affiliato siriano del PKK, l'YPG. L'YPG è stato il partner chiave dell'Occidente nella battaglia contro lo Stato Islamico in Siria, complicando le relazioni con la Turchia, alleata della Nato.

La storia di Souleyman e l'arresto

Un musicista autodidatta in grado di comporre e registrare più di 500 album in arabo e curdo, un mix della musica mediorientale chiamata "dabke" e di elettronica: stiamo parlando di Omar Souleyman, la stella della musica siriana, detenuto da alcuni giorni per accuse di terrorismo. Il motivo principale della sua detenzione è una presunta appartenenza al Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), considerata un'organizzazione terroristica da Turchia, Regno Unito, UE e Stati Uniti. Il cantante, che nel 2013 aveva pubblicato la hit internazionale "Warni Warni" da oltre 90 milioni di visualizzazioni su YouTube, secondo le ricostruzioni dell'agenzia di stampa turca iHa, è stato sottoposto a un controllo sanitario presso un ospedale nella sua città natale di Karaköprü prima di essere portato per essere interrogato al comando della gendarmeria locale.

Il cantante che dopo l'inizio della guerra civile in Siria, si era trasferito nel Sud della Turchia, in una migrazione che ha interessato oltre quattro milioni di persone, adesso rischia di non ritornare presto in libertà. Infatti, dopo aver suonato ai festival più importanti di tutto il mondo, con la sua classica divisa formata da occhiali da sole scuri, kefiah a scacchi rossi e il dishdasha, si prospetta una lunga pausa dalle scene. Parallelamente alla sua carriera musicale, che lo aveva portato a esibirsi anche alla cerimonia del premio Nobel per la pace 2013, il cantante aveva aperto un panificio gratuito nella città di confine di Akçakale, al servizio di famiglie turche e siriane bisognose e spesso teneva conferenze sulla vita in Siria prima e dopo la guerra. Quest'ultima, legata anche al ritorno negli scorsi mesi in un'area della Siria controllata dall'YPG, potrebbero rappresentare la spada di Damocle sulle spalle del cantante siriano.

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