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Il Battito infinito di Eros Ramazzotti racconta gli amori con l’aiuto di Aurora

Si chiama Battito infinito il nuovo album di Eros Ramazzotti uscito oggi che contiene anche un brano scritto con la figlia Aurora e uno di Morricone.
A cura di Francesco Raiola
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Eros Ramazzotti torna con Battito infinito, presentato contemporaneamente live con l’apertura del suo World Tour a Siviglia, in Spagna, seconda patria dell’artista romano. Facendo un salto indietro di qualche anno e collegando – forse un po’ arbitrariamente, lo ammettiamo – il filo del discorso, quest’album potrebbe essere un ragionamento attorno a quello che il cantante cantava anni fa in “Amore contro”, quando rivendicava: “A chi mi colpiva duro rispondevo più di un colpo. Oggi forse io gli punterei amore contro. Amore contro il peggio del mondo”.

Mentre in quell’album a fare da fil rouge era la presenza costante, in tutte le canzoni, di “In ogni senso”, questa volta il filo che unisce tutte le canzoni è l’amore universale declinato nelle sue forme più varie. C’è un Ramazzotti che a livello testuale si fa aiutare da autori come Colapesce, Dimartino, Paolo Antonacci, Edwin Roberts, tra gli altri, ma anche da sua figlia Aurora, per raccontare un mondo che deve essere libero di poter amare in ogni senso, appunto. Parlando proprio della collaborazione della figlia dice: "L'idea di fare il testo è stata mia e lei ha messo le parole ed è una bella cosa. Non so dire se continuerà, però". C’è l’amore per sul figlio Gabrio Tullio nella lettera paterna “Magia”, c’è l’amore verso la Natura in “Figli della terra” che vede il featuring di Jovanotti, c’è una sorta di amore spirituale in Madonna de Guadalupe che come altri brani strizza l’occhio al mercato sudamericano.

C’è l’amore inteso come amore nelle relazioni, quello tra persone, tra persone che si vorrebbero a fianco per tutta la vita e persone che sono a fianco per tutta la vita anche se le relazioni sono terminate. Ma soprattutto, in quest’album c’è la ricerca del cantautore di raccontare la costruzione del sé: “Sono io, sono quello che sono, una vita che sale e che scende, una bella canzone, un ricordo che mi torna in mente (“Sono”), oppure “Perché quello che sei sono lacrime e sorrisi” (“Figli della terra”) o ancora “Complicati e romantici, a volte siamo a un passo dal cielo, ma spesso siamo qui, malinconici mammiferi che ballano sua testa terra” (“Eccezionali”).

A livello sonoro, Ramazzotti cerca un suono più contemporaneo cercando di non perdere il fattore Eros, a volte riesce a creare un’atmosfera e un hook che restano in mente, altre volte alcune soluzioni sembrano un po’ forzate, ma in un album capita che ci siano momenti in cui bisogna rallentare. Ramazzotti è un artista affermato che non si scimmiotta e ha ben presente quale sia il suo pubblico, quello che riempie le arene, ed è lì che punta, soprattutto, anche perché abbiamo imparato che la ricerca forzata di svecchiare il pubblico troppo spesso porta a capitomboli. E ha ben presente quali siano i mercati di riferimento – ciao Spagna, ciao Sudamerica – e per questo non sorprende che il singolo di lancio sia quello con Alejandro Sanz e che l’apertura del suo tour sia a Siviglia, dove è stato un tripudio di gioia.

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