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Il bambino di Nevermind ha perso la causa contro i Nirvana: “Non era pornografia infantile”

Spencer Elden, il bambino che compare sulla copertina di Nevermind, ha perso la causa contro i Nirvana. Secondo il giudice che ha esaminato il caso non si è trattato di “pornografia infantile”.
A cura di Ilaria Costabile
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Spencer Elden, il 31enne che da bambino è comparso sulla copertina del noto album dei Nirvana, Nevermind, ha perso la causa intentata contro la band, in cui li accusava di aver utilizzato in maniera inappropriata la sua foto da neonato, favorendo la pornografia infantile. Secondo il giudice che ha esaminato il caso, quindi, non si è trattato di sfruttamento sessuale.

La decisione del giudice

Il giudice Fernando M. Olguin, nella sentenza elaborata dopo aver esaminato l'accusa avanzata da Spencer Elden, ha dichiarato che poiché l'uomo era a conoscenza della faccenda già da dieci anni, è trascorso troppo tempo per intentare una causa. Quest'ultima è stata avanzata presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto centrale della California contro la band di Kurt Cobain e infatti, tra le parti citate figurano i membri dei Nirvana, David Grohl e Krist Novoselic; e la vedova di Cobain, Courtney Love. Il legale degli imputati, dopo la decisione presa dal giudice, ha espresso il suo sollievo per la veloce risoluzione del caso, definendolo "infondato". Il caso, in effetti, era stato archiviato già lo scorso gennaio, adducendo come motivazione il ritardo nella risposta degli avvocati del signor Elden a seguito di una mozione di licenziamento degli avvocati dei Nirvana.

Perché Spencer Elden ha fatto causa ai Nirvana

Spencer Elden ha avviato una causa contro i Nirvana nell'agosto 2021, poco prima del trentennale di Nevermind, accusando la band di aver usato la sua immagine senza il suo consenso all'epoca dello scatto, pagato ai genitori appena duecento dollari, aveva appena 4 mesi. Elden sostiene che l'essere apparso sulla copertina ha prodotto in lui "stress emotivo estremo", "interferenze con il normale sviluppo educativo" e un insieme di conseguenze che lo hanno spinto, quando era minorenne ad "atti sessuali a fini commerciali". Sebbene in alcune interviste, di qualche anno precedenti al coinvolgimento dei legali, aveva dichiarato di essere entusiasta ed emozionato all'idea di far parti di qualcosa di così importante.

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