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I Thegiornalisti al Circo Massimo di Roma celebrano la loro storia pop (im)possibile

I Thegiornalisti al Circo Massimo hanno celebrato il pop italiano, ma anche se stessi, fautori di un movimento ignorato per anni: quarantacinque mila persone, dicono gli organizzatori, hanno voluto assistere al concerto della più grande pop band italiana di questi ultimi anni. La celebrazione del nuovo vecchio pop, però, va oltre i numeri.
A cura di Francesco Raiola
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Tommaso Paradiso al Circo Massimo (ph Roberto Panucci per gentile concessione di Vivo Concerti)
Tommaso Paradiso al Circo Massimo (ph Roberto Panucci per gentile concessione di Vivo Concerti)

I Thegiornalisti al Circo Massimo hanno celebrato il pop italiano, ma anche se stessi, fautori di un movimento ignorato per anni. Trenta mila, quaranta mila, cento mila: i numeri hanno inseguito le settimane che precedevano questo evento, il concerto che la band capitanata da Tommaso Paradiso ha voluto regalarsi per celebrarsi e mettere il punto a un altro capitolo del loro percorso: numeri che continuiamo a celebrare come se fossero l'unico metro di giudizio per capire se e quanto la musica abbia senso, dimostrando ancora una volta un provincialismo senza confini. Ma se proprio di numeri bisogna parlare allora è bene chiarire alcuni punti: denigrare chi ha portato 35/40 mila persone (gli organizzatori dicono 45 mila) al Circo Massimo dopo aver suonato a Roma per tre volte negli ultimi mesi, a pochi anni dall'esplosione definitiva e con il portato che la band romana ha avuto per lo sdoganamento di un certo pop italiano è pura follia. Pura follia. Pura-follia.

L'importanza dei Thegiornalisti per il pop

È bene ripeterlo anche più di una volta, perché è vero che tutto è contestualizzabile, dai numeri al gusto, ma a leggerli, quei numeri fatti in una sera settembrina che segnano la fine dell'estate, c'è da restare comunque basiti. Numeri che arrivano dopo un lungo tour nei palazzetti italiani che ha visto Tommaso Paradiso, Marco Rissa e Marco Primavera bissare date e suonare per tre volte nella Capitale, arrivano dopo anni di concerti, successi, hit, passaggi in radio, un mood che ormai è un marchio di fabbrica, ma anche – e troppo spesso lo si dimentica -, sudore, club da poche centinaia di persone, album passati quasi inosservati, galleggiamento in un mercato discografico che non guardava in nessun modo in direzione dell'indie e ancora di più dell'indie pop. I Thegiornalisti, oggi, davanti a decine di migliaia di spettatori non sono dissimili dai Thegiornalisti che cinque anni fa salivano su un palco che era un decimo di quello di oggi, ma questo lo sa chi li andava a vedere quando Paradiso era più famoso per un post sui social in cui scherzava sui suoi colleghi che per la loro musica: l'atteggiamento caciarone (forse ora un po' più glam e attento all'abito) resta lo stesso, così come non è cambiata la voglia di portare sul palco un immaginario che, onestamente, non hanno mai abbandonato da almeno cinque anni a questa parte, ed è ancora tutto là.

Da Fuoricampo al Circo Massimo

Poi gli anni passano, i manager e gli uffici stampa si sdoppiano e triplicano, la situazione interna alla band evolve, peggiore, si ricuce, si litiga, si fa pace, si cresce, si cambia: è inutile pensare che il successo nazionale raggiunto non abbia cambiato nulla, non lo nascondono neanche loro, come si legge in alcune dichiarazioni fatte in queste settimane che hanno preceduto il Circo Massimo. Ho riascoltato "Fuoricampo", l'album che è stato un vero e proprio game changer di questi anni (assieme a lavori più o meno famosi come "Il sorprendente album d'esordio de I Cani" de I Cani, che è stato fondamentale per la scena indie, o "Mainstream" di Calcutta, che piaccia o meno), come dimostra la storia recente del pop italiano, e si sentono ancora forti i semi di quello che poi sarebbero diventati i Thegiornalisti, che ieri hanno portato con sé la scena, nuova e vecchia, da Calcutta e Franco126 e Dardust a Luca Carboni ed Elisa, suonando quelli che in cinque anni sono diventate hit totali, multiplatino (visto che piacciono i numeri), ampliando esponenzialmente il bacino di utenza della band e, fisionomicamente, anche i critici. Quello che succederà nei prossimi anni lo sanno solo loro, se l'attività si ridurrà, se continueranno così come sono, se cambierà qualcosa, ma resta il fatto che il Circo Massimo è stato, simbolicamente almeno, una pietra miliare, l'autocelebrazione, certo, ma anche l'evoluzione di quei "sogni che da piccolo uno fa, pericolo, e ci si tuffa dal balcone senza la paura di cadere giù". Chissà cosa diventerà quella nuvola, adesso.

Thegiornalisti: la scaletta del Circo Massimo

  • Intro Love Al Massimo
  • Completamente
  • L’ultimo Giorno Della Terra
  • Senza
  • Love
  • Il Tuo Maglione Mio
  • Una Casa Al Mare
  • Controllo
  • Sold Out
  • Stanza Singola Con Franco126
  • Fatto Di Te
  • Milano Roma
  • Luca Lo Stesso Con Luca Carboni
  • Promiscuità
  • Questa Nostra Stupida Canzone D’amore Con Dardust
  • Acustico (Ultimo Grido Della Notte + Mare Balotelli)
  • Io Non Esisto
  • Proteggi Questo Tuo Ragazzo
  • Dr. House
  • Fine Dell’estate Con Calcutta
  • Tra La Strada E Le Stelle Con Elisa
  • La Luna E La Gatta Con Takagi E Ketra + Calcutta
  • Da Sola In The Night Con Takagi E Ketra + Elisa
  • New York Con Dardust
  • Riccione
  • Zero Stare Sereno
  • Maradona Y Pelé
  • Felicità Puttana
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