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I Tauro Boys chiudono la trilogia Tauro Tape: “Internet non rende né felici né perfetti”

Dopo la pausa con “Alpha Centauri”, i Tauro Boys ritornano nell’utopica Tauro City, un giardino urbano immaginario che avevano già descritto nei due precedenti capitoli dei tape, un luogo in cui riescono a esprimere tutta la loro estetica e il loro messaggio sulla nuova società in “TAUROTAPE3”, che vede anche la collaborazione di Ariete.
A cura di Vincenzo Nasto
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Un ritorno annunciato, e che sarebbe potuto arrivare con un anno di anticipo: stiamo parlando dell'ultimo capitolo della trilogia "TAUROTAPE" dei Tauro Boys, pubblicato lo scorso 17 settembre e che vede vecchie collaborazioni, come quella in Stilemi con il Wing Klan, mentre a sorprendere è la presenza di Ariete in "Xelisa2". Un progetto che si rinnova rispetto al passato anche grazie alla partecipazione nelle produzioni di Machweo, producer anche del gruppo emo-ton dei Bautista. Il tape, composto da 14 tracce, raggiunge l'utopica Tauro City, un giardino immaginario in cui i tre componenti del gruppo sono volati in questi due anni di assenza di condivisione pratica, alla ricerca della riscoperta di sé stessi, come persone e come personaggi musicali. Poi la realtà, divisa tra Roma e Milano, in cui le due città raccolgono le speranze personali e lavorative degli artisti, alcune volte raccontate con la velocità dei tempi moderni, talvolta con la nostalgia di un'adolescenza lasciata dietro l'angolo. Dopo aver iniziato nel 2017 con “TAUROTAPE1”e l'anno successivo con “TAUROTAPE2”, sicuramente il terzo capitolo racchiude anche l'estetica del gruppo, una definizione ancora più marcata rispetto al passato. L'intervista ai Tauro Boys qui sotto.

Dopo "Alpha Centauri" è arrivato il terzo capitolo della trilogia "Tauro Tape". Un progetto che sembrava dover uscire già anni fa, e che potrebbe chiudere un capitolo musicale per voi. Qual è stata la spinta iniziale per il progetto?

Prince: Ci ha portato la voglia di concludere la collana dei tape, il progetto a cui i fan tengono di più, ma soprattutto in cui ci divertiamo. È uno dei modi in cui noi riusciamo a fare musica e basta vedere anche Alpha Centauri, che è il progetto che si è intromesso nella saga, che inizialmente però avrebbe dovuto essere il terzo capitolo di Tauro Tape. Ci siamo resi conto alla fine della registrazione che non era un Tauro Tape, che sarebbe stato bello e divertente dargli un'altra forma.

MXMLN: Effettivamente se presti attenzione ai testi di Alpha Centauri, comunque viene nominata più volte il terzo titolo della trilogia. Il Tauro Tape 3 ha una definizione ben precisa, rispetto ad Alpha Centauri, in cui l'approccio al testo ma anche alle melodie è molto più sperimentale. Con Alpha Centauri si è allargata la nostra fetta di pubblico, ci ha permesso di fare molte più date. Allo stesso tempo il Tauro Tape 3 è il giusto compromesso tra allargare ancora di più il nostro pubblico, ma anche soddisfare tutti i fan storici.

Punk-pop-emo: com’è cambiato la strada della produzione già rispetto ad Alpha Centauri? Quanto ha influenzato la presenza di Machweo, che sta cercando di dare una spinta emo-reggaeton alla scena italiana con i Bautista?

YangPava: Avendo fatto un lavoro a casa sua, nel suo studio di registrazione, sicuramente il lavoro con Machweo ha influenzato molto il disco. Ce lo aveva fatto conoscere il nostro agente e abbiamo fatto delle prime sessioni, mentre cercavamo di lavorare con qualcun altro qui a Milano. Abbiamo fatto delle prime sessioni in cui abbiamo registrato alcune tracce e ci siamo trovati subito bene. Siamo stati il primo mese lì a cercare una quadra del nostro lavoro, poi quando ci siamo riusciti, siamo andati a casa sua molto spesso. Per un anno abbiamo fatto session a casa sua.

Prince: Una cosa in cui è stato bravo lui e fortunati noi a trovarlo è proprio il suono ampio del tape, in cui non ci sono molte produzioni che si somigliano. Lui è stato bravo a legarle, avendo anche una visione musicale molto più ampia, visto che ha studiato al conservatorio. Avevamo bisogno di una figura come lui.

Un concetto attorno a cui ha girato la narrazione del progetto è quello di "Internet non rende felici". Quanto è stato importante questo frame, in uno spazio temporale come gli ultimi due anni, in cui la condivisione fisica è stata sostituita da quella digitale?

MXMLN: Va detto che il tape, di natura, non nasce con un concetto che portiamo all'estremo. Ogni tape si definisce quando si conclude, e quando abbiamo stilato la tracklist definitiva ci siamo accorti che c'era questo filone narrativo che lo legava. In questo, più che negli altri due tape, l'obiettivo è portare avanti il nostro linguaggio e la nostra visione del mondo. Non a caso c'è la nascita dell'utopica Tauro City, concretizzando questo tape, evadendo da una realtà costrittiva che era quella degli ultimi due anni. Il concetto di Internet non rende felici va a sottolineare il nostro approccio con la società, in cui non siamo in controtendenza o anacronistici, ma cerchiamo di essere persone più che personaggi, non solo nella musica ma anche nella quotidianità. Internet non rende felici è un monito sull'utilizzo disperato dei social network, rende felici per le sue connessioni, ma non nel proposito di creare una persona perfetta da poter esibire. Quella non è la felicità reale.

Cobaine Codeine, Clown, Tatto giocano molto sul concetto di quanto l’apparenza conti in questo game, senza poi riuscire a toccare nessuno. Quanto è difficile combattere questo dualismo tra apparenza e verità nel vostro caso?

Prince: La nostra non è una battaglia contro la nostra immagine, più che altro perché noi un nostro immaginario ce l'abbiamo. L'estetica nei video la portiamo avanti, ci teniamo sicuramente a questo aspetto. Molti colleghi, anche amici nostri, puntano molto sull'immagine rispetto alla musica. Ci dicono tutti di puntare di più sull'immagine, ma il nostro veicolo principale è la musica. Poi ci sono cose che ci piacciono, quindi non vogliamo far passare l'idea che conta solo la musica, perché non è cosi.

Una delle canzoni che mi ha colpito di più è Tossico, in cui viene raccontato il disagio per una narrazione monodimensionale della persona, come se l’utilizzo di sostanze fosse l’unico elemento di descrizione di una persona. Potrebbe anche essere un nuovo modo di raccontare il rapporto dei più giovani con le sostanze?

Prince: Se è troppo presto, siamo i primi a portare avanti questo discorso.

MXMLN: Tossico è anche una provocazione, perché magari le sostanze o uno stile di vita non sano diventa anche il manifesto artistico di un cantante, soprattutto nella scena trap. Noi non vogliamo essere portatori di uno stile di vita malsano, come non vogliamo essere i moralizzatori del mondo: semplicemente descriviamo una realtà che esiste. La tossicità è una realtà che esiste anche nei rapporti personali, è un concetto che può essere esteso a molti aspetti della nostra vita.

YangPava: Ma poi il tossico che intendevo io è lontano dall'idea di una persona che si fa di eroina magari. La ripetizione di Tossico nel ritornello è un modo per attirare l'attenzione, ma l'identikit del tossico si rivolge anche a chi fuma le sigarette, che penso siano una delle dipendenze più forti. È un richiamo anche al mio stile di vita che molte volte si trova in queste situazioni.

Quanto è importante per voi e per il vostro percorso la collaborazione con Ariete in "Xelisa 2"?

YangPava: Ariete per noi è molto importante, soprattutto perché è la prima artista femminile con cui collaboriamo, avendo sempre fatto tracce con artisti uomini. Xelisa 2 è uno dei brani più importanti della nostra saga e sapevamo che avremmo dovuto coinvolgere un'artista come Ariete per renderla speciale. L'abbiamo incontrata in alcune date del tour in cui abbiamo suonato assieme e sapevamo che lei fosse fan dei nostri primi lavori. C'eravamo già beccati con gli Psicologi, che ci avevano parlato molto bene di lei. Le abbiamo chiesto di collaborare ed è stato tutto molto bello e veloce: è venuta una volta in studio a registrare ed è stato tutto perfetto.

MXMLN: In generale, tutte le collaborazioni del disco sono nate in maniera super genuina, nel senso che erano o amici stretti come i Wing Clan, persone che venivano al liceo con noi. Poi gli Psicologi e Ariete sono diventati amici nel tempo, ovvero tra artisti che abbiamo conosciuto a livello nazionale, sono le tre persone a cui ci siamo legati di più. Le tre collaborazioni sono nate da una stima reale, artistica e personale. Questo è il primo disco in cui affrontiamo più feat che mai, e la cosa ci è piaciuta e credo continueremo a farla. Prima eravamo un attimino più chiusi, più concentrati sul nostro linguaggio e la nostra musica.

Nel tape si sente molto il contrasto tra due luoghi di crescita per voi: Roma e Milano, soprattutto in brani come Stilemi, con il Wing Klan. Che relazione avete con le due città?

Prince: Beh nel disco si sente che parliamo di Roma con nostalgia, perché in quel momento ci mancava. Parliamo di Milano, che ci piace e non ci piace allo stesso momento. Sicuramente abbiamo descritto la nostra situazione, adesso che comunque ci stiamo ritrasferendo tutti a Roma, con Maximilian che ha già cominciato e tra poco io e Young Pava lo raggiungeremo. Ci sarà sempre questo rapporto Roma-Milano nella nostra musica, anche perché possiamo dire che Milano ha tutto ciò che Roma non ha e viceversa. A Roma abbiamo famiglia e amici, a Milano lavoro e relazioni sociali.

Avete già in mente qualcosa di nuovo dopo aver chiuso la trilogia del Tauro Tape?

MXMLN: C'è già tantissima musica diversa, già fatta, in cantiere da proporre. Siamo carichi di tracce: il Tauro Tape 3 sono 14 tracce, che nascono però da 80 bozze. Abbiamo sperimentato già tanto e vedrete quando usciranno le nuove tracce.

Prince: Per adesso spingiamo il Tauro Tape 3, che sarà un lavoro assurdo e poi cercheremo di portarlo sul palco. Tutta la concentrazione è indirizzata lì.

Credo si aspetti solo l'arrivo sul palco di questo progetto, l'esibizione davanti ai fan.

Prince: Ci manca tanto il palco, aspettiamo novità.

MXMLN: Con le dovute misure, come il green pass, è giusto che si riapri tutto. Penso che il settore musicale sia stato quello meno protetto e più esorcizzato negli ultimi due anni e non credo sia giusto.

YangPava: Devono riaprire punto e basta, poi in strada becchi 500 persone in piazza e non puoi farlo sotto un palco. Perché giustamente il Covid lo puoi prendere nei centri commerciali ma non ascoltando un concerto.

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