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I Ministri: “La resistenza verso il rock è colpa della nostra classe culturale dominante”

Arrivano al quinto album i Ministri che con ‘Cultura Generale’ che guarda con occhio critico al mondo che ci circonda, e lo fanno con tantissima energia e un tocco di malinconia. Mosche bianche nel mondo discografico italiano, per colpa, dicono a Fanpage.it, della classe culturale dominante di oggi, formatasi negli anni ’60.
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Sono al quinto album e l'anno prossimo festeggiano i 10 anni di carriera, si direbbe ormai veterani, eppure qualcuno probabilmente ancora si rivolge ai Ministri come ‘ragazzi che fanno rock'. Il loro ultimo album ‘Cultura generale' (Godzillamarket/Warner) suona molto energico, anche nelle ballad che pure i fan della band milanese amano molto (una su tutte ‘Palude', presente nel precedente ‘Per un passato migliore') e l'intenzione era proprio quello di evitare una post produzione massiccia. Per farlo la band ha deciso di prendere armi e bagagli e trasferirsi un mese a Berlino, affidandosi alle mani sapienti di Gordon Raphael, produttore dei primi due album degli Strokes, che ha dato al lavoro un sound ‘rock con pochi fronzoli', come hanno spiegato ai microfoni di Fanpage.it:

Il disco è stato realizzato interamente a Berlino, dove ci siamo trasferiti per un mese, e abbiamo lavorato con Gordon Raphael autore dei primi due lavoro degli Strokes, che sono i più particolari che hanno reso celebre un sound quasi ridotto all'osso, che era quello che cercavamo noi, un rock con pochi fronzoli, in cui c'era molta energia. Ci ritroviamo quasi delle mosche bianche a fare questo genere.

Album politico dal sapore malinconico

Cultura generale' è un album senza dubbio ‘politico' nell'accezione più ampio del termine, con una marcata voglia di mandare a quel paese gli ‘Idioti' che cantano nell'ultimo singolo, ma caratterizzato anche da una certa malinconia che lo pervade quasi per intero: leggendo i testi, infatti, sembra emergere forte questa attitudine, con l'io protagonista che parla di un mondo lontano, guarda al passato o comunque da una prospettiva adulta, soprattutto in pezzi come ‘Sabotaggi', ‘Balla quello che c'è', ma anche la stessa ‘Cultura Generale'

Rock Vs cantautori

Qual è la loro posizione e quella del rock nel panorama italiano, poi, lo spiegano bene proprio Federico Dragogna e soci che dicono di sentirsi, appunto, delle ‘mosche bianche', dal momento che il genere ormai è nicchia, senza una vera e propria corrispondenza nel mercato discografico nazionale. Ma i tre hanno anche molto ben presente di chi sia la colpa:

Una parte di grande resistenza che si ha dal sistema Italia rispetto al rock deriva dal fatto che grande parte della classe culturale dominante oggi è quella dei nostri genitori e della rivoluzione di sinistra (si fa per dire) di fine anni 60. Quella rivoluzione lì, sulla musica, faceva cagare. Era un movimento che arrivava al massimo a Guccini e bollava il prog rock inglese come di fascisti, in Italia c'erano i cantautori e basta.

Un  album che parla delle nostre vite

Insomma, ‘Cultura generale', come hanno spiegato prima dell'uscita parla semplicemente delle loro vite,

della debolezza, delle responsabilità e della depressione, di macchine sportive e macchine usate, di giracravatte, di rabbia necessaria, di alluvioni, poeti e strade di campagna, di progetti, di rinunce e di amore – che spesso è, non senza amarezza, una delle poche cose che rendono i problemi di cui sopra non così importanti.

Intervista: Simone Giancristofaro, Francesco Raiola.
Riprese e montaggio: Simone Giancristofaro.

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