242 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

I migliori album del 2013 per la redazione di Fanpage

È tempo di classifiche e così anche la redazione Musica di Fanpage ha voluto proporre la sua: 10 album che secondo redattori e collaboratori hanno caratterizzato questo 2013 musicale. Nelle liste c’è un po’ di tutto e di alcuni ci sono anche le motivazioni. Fateci sapere cosa ne pensate.
242 CONDIVISIONI
Immagine

GENNARO MARCO DUELLO:

Il 2013 è iniziato con David Bowie a sorpresa. Basterebbe questo per finirla qui, chiudere tutto e aspettare le uscite del 2014. In un periodo storico dove in Italia o fai "hip-pop", o altrimenti non ti si fila nessuno, il resto del mondo, per fortuna, è da tutta altra parte. Di questa lista, segnate con sicurezza Waxahatchee e il suo "Cerulean Salt" e gli Arbouretum con "Coming out the fog", dischi che ho praticamente consumato. Menzione speciale per Funky Pushertz e Fitness Forever, due gruppi napoletani, l'uno funk, l'altro pop, per due dischi che si lasciano ascoltare più volte, senza mai stancare. Ultima cosa: c'è anche Kanye West, non lo avrei mai creduto possibile di inserirlo in una mia top 10 di fine anno. Poi ho ascoltato "Yeezus".

1. David Bowie – "The Next Day"
2. Waxahatchee – "Cerulean Salt"
3. Arbouretum – "Coming out the fog"
4. Disclosure – "Settle"
5. Kanye West – "Yeezus"
6. Arcade Fire – "Reflektor"
7. Lorde – "Pure Heroin"
8. Funky Pushertz – "Funksteppas"
9. Bombino – "Nomad"
10. Fitness Forever – "Cosmos"

FEDERICO GUGLIELMI (in ordine alfabetico):

Arctic Monkeys – AM
Baustelle – Fantasma
Anna Calvi – One Breath
John Grant – Pale Green Ghosts
Simona Gretchen – Post Krieg
Il Muro del Canto – Ancora ridi
My Bloody Valentine – MBV
Teho Teardo & Blixa Bargeld – Still Smiling
Virginiana Miller – Venga il regno
Jonathan Wilson – Fanfare

DILETTA PARLANGELI

Legenda: i nomi qui di seguito selezionati, con i titoli dei rispettivi album, non vanno letti solo in base alla qualità musicale. Le ragioni della scelta hanno preso in considerazione parametri diversi (tranquilli, c’è una spiegazione per ogni voce).

Ecco la lista dei dieci – questo il numero scelto per linea editoriale – più significativi album del 2013 (con qualche eccezione).

1. Arctic Monkeys, “AM”: discone. Alex Turner e compagnia hanno regalato un disco di valore. Nella tracklist abbondano i titoli con il punto interrogativo, ma la risposta è una sola: promossi a pieni voti (“Do I wanna Know?” crea dipendenza)
2. David Bowie, “The Next Day”: il ritorno sulle scene del barone bianco non ha deluso nessuno. Elegante, consapevole, maturo (no, non è mai scontata la maturità quando si parla di musica). La genialità parte dalla copertina (rivisitazione del celebre “heroes”) e finisce nei brani. Struggente “Where are we now?” (si sconsiglia ai cuori deboli), potentissima “Dirty Boys”, sognante “Valentine’s day”, hit “The stars (are out tonight)”, singolo.
3. Franco Battiato e Antony & The Johnson, “Del suo veloce volo”: il disco del live dei due all’Arena di Verona. Qui il premio va alla coppia, senza se e senza ma.
4. Max Pezzali, “MAX 20”: menzione doverosa per almeno due ragioni. La prima sta nei vent’anni di carriera, e la seconda nell’operazione nostalgia, riuscitissima. Max ha "MAX 20" ha ripreso in mano 14 brani della sua storia musicale, proponendoli in duetto 14 duetti con grandi nomi della scena italiana. Operazione riuscita. E poi, nei i cinque inediti inseriti nel disco, si riscopre il Repetto (883, do you remember?) autore.
5. Miley Cirus, “Bangerz”: ecco un esempio di scelta non propriamente inerente al gusto. Miley va inserita per la sua capacità di aver fatto sparlare di sé. Mica per il disco, che volenti o nolenti è di un buon pop studiato a modino. Ma per i video, le esibizioni hot e le sparate (con relative cadute di stile) che l’hanno accompagnato.
6. Daft Punk, “Random Access Memorie”: Non poteva mancare. Non peraltro: “Get Lucky”, il singolo, è stato propinato in così tante salse, da aver superato per fama il nome stesso dell’album.
7. Niccolò Fabi, “Ecco”: ma non era del 2012? Eh, sì. Però è uscito tardi, e proprio di lasciarlo nel cassetto di due anni fa non se la sentiva nessuno. Anche perché è durante il 2013 che ha ricevuto riconoscimenti in ogni dove per l’ottimo lavoro svolto. Il disco è un concentrato del Fabi che si riconosce a 10 km di distanza, unito a un nuovo Fabi. Musicalmente ancora più centrato, testi impeccabili. “Cerchi di gesso” bellissima trovata e title track da brividi a ripetizione.
8. Roberto Angelini, “Phineas Cage”: vedi sopra. Anche questo album è uscito nel tardo 2012, e fatto respirare poco, tra i mille impegni dell’artista (tour di “Ecco”, Gazebo su raitre, tour di “Discoverland” con Pier Cortese, le produzioni con la sua FioriRari). E allora, se ne riparla. Un disco che si concede il lusso di avere un’ingente quantità di strumentali (vince “Falafel”) e pure qualche brano ruffiano: “Cenere” e “Come sei”, con la brava Awa Ly. 10 a Bob.
9. Luca D’Aversa, “Luca D’Aversa”: un premio a un album d’esordio fresco e, come già detto altrove, “allegro quanto basta”. Il cantautore romano non fa sfoggio della consueta lagna da autore impegnato a tutti i costi, e mette a disposizione una splendida voce per brani pieni di calore. Alcuni più riusciti di altri: “Mettiti Comodo”, “Barattoli”, “Non mi lamento”. E neanche noi.
10. Carolina Bubbico, “Controvento”: unica scelta femminile di questo 2013, che cade su un altro album d’esordio: deliziosa, raffinata. Aria fresca nel panorama jazz (ma anche un po’ pop) che arriva dalla Puglia. Per il colpo di fulmine, sentite subito “A me piacerebbe ridere”.

ANDREA PARRELLA

Una rosa di titoli in ordine sparso, alcuni inseriti  per gusto personale, altri per effetto di una risonanza che non si poteva fare a meno di registrare.

2 – Clementino – Mea Culpa. Non si può girare lo sguardo di fronte al fenomeno, capace di aggregare fasce di pubblico differenti. Si fa ascoltare dal 17enne, ma anche dall'operaio incazzato (e non necessariamente campano). Una scaltra operazione commerciale ben nascosta dietro una qualità di testi e arrangiamenti mai schiavi della prevedibilità che accolgono, a braccia aperte, pure l'ascoltatore più ostico e irriverente nei confronti del rap.
8 – Kanye West – Yeezus. Il riconoscimento va all'album, ma complessivamente al personaggio Kanye West, antipatico come pochi (secondo a Mourinho o Barbareschi), ma efficace per lo stesso motivo. Un buon album sostenuto da un rapper che è decisamente un parafulmine di polemiche di razza.
3 – Moby – Innocents. Il ritorno di Moby ha i sapori di quel "Play" che sembrava lontanissimo negli ultimi progetti dell'artista newyorkese. Pur non raggiungendo le stesse vette, "Innocents" merita di essere citato nella classifica annuale, se non altro per quel piccolo capolavoro che è "Almost Home".
9 – Samuele Bersani – Nuvola Numero nove. L'ultimo lavoro di Bersani ha una struttura complessa, cifra standard di tutte le sue operazioni discografiche, ma al contempo è contrassegnato da una rara levità di spirito che nel corso della sua carriera abbiamo visto a tratti. Ha dichiarato: "In questo album parlo per la prima volta d'amore, non lo avevo mai fatto, a differenza di quanto molti pensassero". Merita l'ascolto anche solo per questo motivo.
4 – Justin Timberlake – The 20/20 Experience. Non si sa cosa voglia fare precisamente della sua vita, motivo per cui chiunque, nell'ultimo decennio, ha sognato almeno una volta di essere Justin Timberlake (chi non non avrebbe avuto voglia di essere uno dei Boyzone? La domanda non è esattamente retorica); ma per quanto questo album sia condito da molte cose che avevamo già sentito nei suoi precedenti lavori, il prezioso contributo di Jay-Z rende 20/20 Experience un'opera discografica forse barocca, più devota all'esercizio di stile che alla sostanza, ma ugualmente interessante.
1 – Daft Punk – Random Access Memories. L'album dell'anno, senza dubbio. Per l'attesa, per le premesse, per gli effetti. Fa storcere il naso a buongustai e puristi al primo ascolto, ma non contiene solo "Get Lucky" che è il singolo dell'anno, quanto più che altro rarità come "Instant Crush", "Touch", o la stessa collaborazione con Giorgio Moroder. I Daft Punk continuano a lasciare a bocca asciutta coloro i quali desiderino ardentemente vederli esibirsi in un live e c'è da scommettere che continueranno su questa linea, visto che con il disco di quest'anno gli appassionati si saranno moltiplicati in maniera esponenziale. Inoltre, è un album che va incorniciato perché il solo modo di esaltare la figura di un personaggio che ha messo il suo zampino in queste e nelle principali operazioni discografiche dell'anno: Pharrell Williams.
5 – Lady Gaga – Applause. Poche storie, il solo singolo di lancio, non ha niente da invidiare ai migliori lavori della Madonna dell'ultimo decennio (il video è bellissimo ed è scandito da citazioni di varia estrazione). Forse la sola cosa contestabile a Gaga è che sia stata leggermente disattesa quella promessa di cesura col passato, si riscontra infatti una certa continuità con quel personaggio alla costante ricerca del gesto dissacrante e provocatorio.
6 – Raphael Gualazzi – Happy Mistake. Non è solo per la notorietà consolidata che questo album concede a Gualazzi, "Happy Mistake" è l'espressione di un retaggio vario e complesso che il musicista si carica sulle sue spalle e che gli dà modo di vantare una notorietà di stampo internazionale. Oltre a "Sai (ci basta un sogno)", sono diverse le tracce interessanti che impreziosiscono l'ascolto, su tutte "Un Mare in Luce".
7 – Marco Mengoni – #prontoacorrere. Marco Mengoni e la sua recente evoluzione artistica (e popolare) sono dati di fatto sì inconfutabili da obbligare chiunque a inserire in questa classifica 2013 il suo album. Per un semplice motivo: non tutti l'avranno ascoltato interamente, ma per chi frequenta il web sarà stato impossibile non vedere almeno una volta l'hashtag #prontoacorrere sparso nei meandri di internet.
10 – Alessandra Amoroso – Amore Puro. Ecco un caso nel quale il produttore è quasi più importante dell'autore del disco. Il rilancio di Alessandra Amoroso passa per Tiziano Ferro ed è da lui inesorabilmente marchiato dalla sua presenza. Il che non è, discograficamente parlando, un fatto negativo. Anzi, l'unione tra quella che si può senz'altro definire l'artista più talentuosa uscita dalla fucina di Maria De Filippi e uno dei personaggi più noti del panorama musicale italiano, non può che dare come risultante un esplosivo progetto discografico del quale si è parlato insistentemente sin dalle sue prime ore di vita. In calce, provate ad avere una vicina di casa 17enne che ascolti il cd in versione loop da mesi e poi, lobotomizzati, osate dire che non sia l'album dell'anno…

FRANCESCO RAIOLA:

Ok, lo ammetto, avrei voluto imbrogliare e creare almeno la classifica dei 10 migliori album italiani e del 10 migliori stranieri, perché escluderne alcuni come quelli dei Soviet Soviet, dei Virginiana Miller, di Jon Hopkins, dei The Knife, di Lorde, dei Numero 6 etc non è semplice. Ma le regole sono queste e allora mi ci attengo. Primi assoluti sono i The National, che riescono a fare sempre la stessa cosa ma a farla da dio e poi se dovessi scegliere la voce che mi ha accompagnato in questo 2013 quella di Berninger la batterebbe solo quella di mia figlia. Che però non ha ancora inciso un album. Se l'anno scorso avevo messo tra i migliori quello di Kendrick lamar, sorprendendomi perché il rap non è il genere che sento più vicino, quest'anno mi sono sorpreso (un po' meno del 2012) ad amare al primo ascolto l'album dei due terribili ragazzini inglesi "Disclosure", mentre nessuna sorpresa è arrivata dai Massimo Volume che ha distanza di più di 20 anni continuano a sfornare perle come l'ultimo "Aspettando i barbari". Il synth pop dei Chvurches è stata un'altra sorpresa, di quelle che ti si piazzano in testa e non se ne vanno più mentre Bill Callahan è un'altra di quelle sicurezze che si ripetono da quando cantava le sue canzoni col moniker "Smog". Ascoltate questo "Dream River" se non l'avete ancora fatto e capirete cosa significa songwriting. Lo stoner rock dei Queens Of The Stone Age è una di quelle passioni che ti porti fin dall'adolescenza e questo "…Like Clockwork" non delude le attese. Ora non resta che andare a vederseli live quando approderanno, la prossima estate, in Italia, mentre al settimo posto si piazza un sorprendente album italiano pop: parliamo dei Fitness Forever, gruppo napoletano che prima del loro esordio ha mollato la EMI per accasarsi alla Elefant, interessante etichetta spagnola che ama le sonorità twee pop della band capitanata da Carlos (Disclaimer: mi sono posto il problema se inserirli o meno visto che conosco bene un paio di componenti della band, ma ho deciso che era giusto che entrassero alla faccia del conflitto di interessi. E poi sono tanti gli album belli di amici che non sono entrati in Top 10). Dei VCampire Weekend non c'è neanche bisogno di dire mezza parola: era uno degli album più attesi dell'anno e i ragazzi newyorkesi non hanno deluso le aspettative. Nono è Jonathan Clancy, ovvero His Clancyness che col suo "Vicious" ha fatto uno degli album più belli dell'anno: dark, 80's, shoegaze, new wave, kraut, garage, ma tutto mescolato alla perfezione; insomma, un must del 2013. A chiudere un piccolo gioiello, ovvero "Impersonator" dei Majical Cloudz: se avete voglia di emozionarvi, forse è l'album che fa per voi.

1. The National: "Trouble Will Find Me"
2. Disclosure: "Settle"
3. Massimo Volume: "Aspettando i barbari"
4. Chvrches: "The Bones of What You Believe"
5. Bill Callahan: "Dream River"
6. Queens Of The Stone Age: "…like Clockwork"
7. Fitness Forever: "Cosmos"
8. Vampire Weekend: "Modern Vampires Of The City"
9. His Clancyness: "Vicious"
10. Majical Cloudz: "Impersonator"

242 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views