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I Maneskin presentano la versione Eurovision di “Zitti e buoni” senza parolacce: ecco cosa cambia

I Maneskin, la band composta da Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno proposto la versione Eurovision di “Zitti e buoni”, la canzone con cui hanno visto la 71a edizione del Festival di Sanremo. Durante la notte, infatti, sul canale Youtube della band è stata pubblicata la versione ridotta a tre minuti.
A cura di Redazione Music
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Maneskin (LaPresse)
Maneskin (LaPresse)

I Maneskin, la band composta da Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan hanno proposto la versione Eurovision di "Zitti e buoni", la canzone con cui hanno visto la 71a edizione del Festival di Sanremo. Durante la notte, infatti, sul canale Youtube della band è stata pubblicata la versione ridotta a tre minuti del brano, minimo obbligatorio per la partecipazione all'Eurovision che quest'anno si terrà a Rotterdam. Una riduzione che non cambia di molto la sostanza del brano, di cui alla fine sono stati tagliati solo pochi secondi, visto che la durata generale era già di 3.12 minuti e quindi praticamente non cambia la sostanza se non qualche secondo nell'attacco e qualche secondo prima della seconda strofa.

Cambiate le parolacce di Zitti e buoni

Oltre alla questione minutaggio a cui ormai siamo abituati, il cambiamento principale al testo di Zitti e Buoni è soprattutto nella sostituzione di alcune parole (quelle comunemente definite "parolacce"), in particolare "co**ioni" e "caz*o", quindi il verso "Vi conviene toccarvi i co**ioni” è diventato “Vi conviene non fare più errori” mentre quando Damiano canta “Non sa di che caz*o parla”, si è trasformato in un più pacifico “Non sa di che cosa parla". Il regolamento dell'Eurovision, infatti, vieta l'uso di parolacce e imprecazioni.

Cosa dice il regolamento dell'Eurovision

Il regolamento specifica che l'Eurovision non è un evento politico e spiega anche in che modo i testi devono cercare di mantenere una sorta di pulizia dale imprecazioni. Al punto 2.7, infatti si legge: "I testi e / o l'esecuzione delle canzoni non devono screditare gli spettacoli, l'ESC in quanto tale o l'EBU. Nessun testo, discorso, gesto di natura politica, commerciale o simile sarà consentito durante l'ESC. Nessuna imprecazione o altro linguaggio inaccettabile sarà consentito nei testi o nelle esecuzioni delle canzoni". Insomma, un punto chiaro che mette l'ESC al riparo dalle polemiche.

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