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I Maneskin omaggiano Manuel Agnelli sul palco del Circo Massimo: “Ti pensiamo sempre”

Sul palco del Circo Massimo i Maneskin sono tornati alle origini del loro successo. Non poteva mancare un saluto al mentore che li lanciò ad X Factor nel 2017, che non è potuto essere presente al concerto.
A cura di Giulia Turco
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I Maneskin omaggiano Manuel Agnelli e gli rivolgono un affettuoso saluto dal palco del Circo Massimo. Nel viaggio verso le origini che li ha riportati nella loro Città Eterna, dove tutto è iniziato, i Maneskin hanno scelto di menzionare l’amico musicista ed ex coach che per primo segnò il loro debutto verso il successo. Era il 2017 sul palco di X Factor.

Il concerto ha riunito 70mila spettatori, arrivati già dall'alba ad affollare il Circo Massimo, per assistere all'imperdibile data. Il tutto non senza polemiche, considerando l'altissima pressione alla quale il concerto era stato sottoposto per il rischio contagi Covid. Tra gli ospiti vip presenti anche Gabriele Muccino e Angelina Jolie.

Il concerto dei Maneskin al Circo Massimo.
Il concerto dei Maneskin al Circo Massimo.

Perché Manuel Agnelli è assente al concerto dei Maneskin

A pochi minuti dal via dell’attesissimo concerto al Circo Massimo, arriva il saluto a Manuel Agnelli. Dopo aver suonato Close to the top, lo show si è sposato sul piccolo palco, ovvero in coda alla lunga pedana di 25 metri che consente alla band di avvicinarsi al suo pubblico. Hanno cantato “Amandoti”, il brano che hanno scelsero a Sanremo 2021 quando ospiti del Festival i Maneskin si sono esibiti insieme a Manuel Agnelli.

È a questo punto che Damiano ha rivolto un omaggio al musicista mentore della band, assente al concerto. Il motivo potrebbe essere legato al suo tour da solista che lo sta portando, proprio in questi giorni, in giro per l’Italia. “Ciao Manuel, ti pensiamo sempre”.

Manuel Agnelli ha definito i Maneskin i Beatles italiani

La stima del musicista per la band lanciata ad X Factor d’altronde è cosa nota. In un’intervista rilasciata a Repubblica nel novembre 2021 li aveva definiti i Beatles italiani. A chi li aveva gettati in pasto alle critiche per la gestione del loro successo, il loro mentore aveva replicato prendendo le loro difese: “non cerchiamo prima i difetti dei pregi, perché la verità è che i Måneskin stanno aprendo dei portoni per tutta la musica italiana”.

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