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I Korn tornano con “The Serenity of Suffering”, sentirsi a proprio agio in luoghi oscuri

Si chiama “The Serenity of Suffering” il nuovo album dei Korn, uscito lo scorso anno: un ritorno più duro per una delle band storiche del rock mondiale.
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KORN (da sinistra a destra): Brian "Head" Welch, Reginald "Fieldy" Arvizu, Jonathan Davis, Ray Luzier eJames "Munky" Shaffer (Foto credit: Jimmy Fontaine)
KORN (da sinistra a destra): Brian "Head" Welch, Reginald "Fieldy" Arvizu, Jonathan Davis, Ray Luzier eJames "Munky" Shaffer (Foto credit: Jimmy Fontaine)

È il titolo, "The Serenity of Suffering", a spiegare probabilmente nel migliore dei modi quello che oggi sono i Korn – formati da Jonathan Davis (voce), James “Munky” Shaffer (chitarra), Brian “Head” Welch (chitarra), Reginald “Fieldy” Arvizu (basso) e Ray Luzier (batteria) – e in particolare quello che è oggi Jonathan Davis, il frontman di una band che ha fatto la storia del rock di questi ultimi anni. Quello uscito venerdì 21 ottobre è il 12esimo album per la band, che per l'occasione torna su etichetta Roadrunner Records con cui aveva già pubblicato nel 2010 “KORN III – Remember Who You Are” e nel 2011 “The Path of Totality” e che oggi si affida alle mani di Nick Raskulinecz (Foo Fighters, Deftones, Mastodon) per questo ritorno discografico a 3 anni da "The Paradigm Shift": "Nick ci ha veramente catturato, è un grande produttore – ha detto Davis. A livello sonoro, ha reso quello della band più duro di quanto sia mai suonato.

La partecipazione di Corey Taylor degli Slipknot

Un suono, quindi, ancora più duro, ma che continua, comunque, a rispecchiare quello che ha contraddistinto una band che in carriera può vantare anche un Grammy, e che in "A Different Word", uno dei 12 brani, si sono serviti anche della partecipazione speciale di Corey Taylor degli Slipknot. Stando alle prime stime pare che negli Usa l'accoglienza debba essere buona con circa una quarantina di migliaia di copie vendute nella prima settimana per la band multiplatino.

Perché "The Serenity of Suffering"

Il nome dell'album, a differenza delle volte precedenti è stato dato dallo stesso Davis:

L'album si chiama ‘The Serenity of Suffering' perché nella mia vita ho sempre combattuto con sensazioni scure e ci sono stato dentro talmente tanto che oggi mi ci sento più a mio agio rispetto a quando sono più contento. Questo non significa che non ami essere felice anche perché sono molte le cose per cui esserlo: ho una famiglia splendida, giro il mondo e faccio ciò che voglio – ha spiegato Davis -, ma spendo più tempo in luoghi oscuri che in quelli allegri.

La tappa milanese del tour

La band, che ha presentato ha presenta “Rotting in Vain” di fronte a 25.000 persone al Chicago’s Open Air Festival sabato 16 luglio, sarà in Italia, all’Alcatraz di Milano, il 12 marzo 2017 in occasione del loro tour europeo.

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