C’erano una volta i Modena City Ramblers. Cioè, in realtà i MCR ci sono ancora, ma dell’organico che nel dicembre 1993 registrò il primo album ‘Riportando tutto a casa' è rimasto pochino: il flautista (e altri strumenti a fiato) Franco D’Aniello e il bassista Massimo Ghiacci. D’altronde, la vicenda del gruppo emiliano è tutta un susseguirsi di addii temporanei e definitivi, in linea con una filosofia – affine a quella dei corregionali Nomadi – secondo la quale l’ideale conta più di coloro che di volta in volta lo portano avanti. Tutto bello e sincero (oltre che, va detto benché non suoni benissimo, conveniente per lo sfruttamento del brand), ma è un dato inequivocabile che le defezioni abbiano impoverito la proposta della band; in particolare, i saluti pressoché contemporanei – nel 2000 – dei fondatori/songwriter Giovanni Rubbiani (chitarra) e Alberto Cottica (fisarmonica), ai quali seguirono cinque anni dopo quelli del frontman Stefano “Cisco” Bellotti, non potevano essere indolori. Proprio questi tre transfughi si erano ritrovati, nel febbraio 2010, per il tour '40 anni – Storie di Ramblers, d’innocenza, d’esperienza', spettacolo volto a far rivivere lo spirito delle origini: quello di un combat-folk che, rispetto alla continuazione dell’avventura, vantava un approccio meno rock e più vicino alle sue radici irlandesi. La notizia di ieri, tutto sommato inattesa, è che Giovanni, Alberto e Cisco hanno voluto “ri-riportare tutto a casa”, comporre assieme nuove canzoni, realizzare un disco. Si sono scelti un nome all’insegna dell’autoironia come I Dinosauri e hanno varato un crowdfunding con la piattaforma BeCrowdy, la stessa che tanta fortuna ha portato ai Gang di ‘Sangue e cenere'. Se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, il fatto che in ventiquattr’ore sia stato raggiunto quasi un terzo dell’obiettivo autorizza grande fiducia.
‘Negli anni che hanno seguito il nostro tour in trio‘, ci ha raccontato Cisco, ‘Giovanni, Alberto e io ci siamo sempre trovati per una cena prenatalizia. Nel 2015 si è parlato di come sarebbe stato bello provare a metter su un secondo “40 anni”, da più o meno cinquantenni, ma diverso, con canzoni nuove e non solo con recuperi dal passato. In breve, ce ne siamo trovate in mano una dozzina, che abbiamo provato in studio ad aprile per verificarne la funzionalità. L’intento è raccontarci e raccontare la nostra avventura in quei ’90 dei quali siamo stati tra i protagonisti, e ragionandoci su è emerso quanto tutto sia cambiato. Allora giravamo senza cellulari, Internet o navigatori satellitari, i talent non esistevano e i dischi si vendevano nei negozi… un altro mondo, insomma, rispetto all’attuale in cui noi siamo, appunto, dei dinosauri. Non estinti, però, e senza nessuna intenzione di farlo'. I tre reduci hanno così coinvolto nell’operazione due vecchi sodali come Kaba Cavazzuti, multistrumentista e soprattutto produttore/sound engineer dei MCR fino al 2009, e Massimo Giuntini, anche lui specialista di vari “arnesi tradizionali”, che era stato della partita dal 1996 al 2002. ‘Saremo folk, molto folk', ci ha detto ancora Cisco, ‘il che non significa per forza lenti. Non mancheranno le ballate, ma la scaletta sarà vivace nei suoi intrecci di chitarra acustica, fisarmonica, bodhràn e altri “colori”, con poca batteria. Insomma, nulla di rivoluzionario e, se vogliamo, una sorta di recupero delle atmosfere del primo album dei Modena City Ramblers, “Riportando tutto a casa” del 1994, quando non avevamo ancora assunto il piglio rock che ci avrebbe caratterizzato più avanti'.
Nonostante le differenze stilistiche (e, forse, proprio per quelle), c’è naturalmente il rischio che taluni vedano nei Dinosauri un’alternativa “polemica” ai Modena City Ramblers di oggi e magari un tentativo di riprendersi ciò che ai tre ex ragazzi in buona misura appartiene; non è un mistero che da circa un decennio i MCR basino il loro comunque rilevante successo di pubblico – ci si riferisce ai concerti e non ai CD recenti, per lo più non irresistibili e poco acquistati – sul repertorio storico. Cisco, però, scaccia ogni eventuale retropensiero di velleità di rivalsa. ‘Non puntiamo a dar fastidio ai Modena, figuriamoci, o a dire che “quelli veri” siamo noi: se l’ambizione fosse questa, avremmo allestito una formazione alla MCR, ricca ed elettrica. Pubblicheremo un album, lo presenteremo nei teatri nei primi mesi del 2017 assieme a brani miei e dei primi Modena, e poi si vedrà. Del resto, io ho il mio percorso da solista, Giovanni ha il suo lavoro e Alberto vive a Bruxelles: una prosecuzione stabile sarebbe complicata. Però tutti avevamo voglia di rimetterci in gioco con una cosa diversa da quelle fatte singolarmente negli ultimi tempi, ed è bello che sia avvenuto in questo modo, tra vecchi amici; e il crowdfunding è pure, in fondo, una specie di chiamata a raccolta di “dinosauri” come noi, perché per trascorsi e forma mentis percepiamo questa nuova storia come collettiva e non solo nostra'.
Chi nei ’90 si innamorò del combat-folk risponderà “presente!”, ma è lecito confidare che i Dinosauri possano interessare i tanti che all’epoca non ebbero l’opportunità, perché troppo giovani o addirittura non nati, di vivere quella piccola ma gloriosa epopea.